Novara - Michele Frisia, Segretario Provinciale del SAP, ha consegnato al Prefetto di Novara, dott. Francesco Paolo Castaldo, una lettera da inoltrare al Ministro Madia a un anno esatto dalla sentenza della Corte Costituzionale circa l'illegittimità del blocco dei contratti (era il 29 luglio del 2015 quando venne pubblicata in Gazzetta Ufficiale). Analoga lettera ha inviato il Segretario Generale Gianni Tonelli da Roma. Infatti, nonostante un anno sia trascorso, in maniera assolutamente illegittima, il Governo non ha adempiuto a quanto disposto dalla Consulta. “Il contratto nazionale è un elemento centrale di equità sociale redistributiva alla base dell'intero sistema. Ogni lavoratore ha il diritto a una retribuzione sufficiente e proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto, nonché alla dignità professionale” si dice nella lettera. Sebbene, infatti, la Sentenza parli chiaro dichiarando “l’illegittimità costituzionale sopravvenuta (...) del regime di sospensione della contrattazione collettiva risultante dal (...) decreto-legge 6 luglio 2011” l’esecutivo non ha ancora messo in moto la macchina burocratica né sembra intenzionato a farlo. Infatti il Ministro Madia, in un recente incontro con alcuni sindacati, ha sostenuto che il rinnovo dei contratti pubblici si terrà se ci sarà più sviluppo e maggiore crescita economica. Questo, oltre a sconfessare la sentenza della Corte Costituzionale, è un modo per continuare a temporeggiare, sbeffeggiando i dipendenti pubblici, primi tra tutti quelli del Comparto sicurezza (oltre 300mila), i cui sindacati di riferimento non sono stati neppure invitati a sedere al tavolo delle trattative. Un pilastro fondamentale di ogni ordinamento democratico è la sicurezza, vista anche la minaccia incombente del terrorismo islamico. Non si può, dunque, lesinare sulla sicurezza interna poiché rappresenta il presupposto per lo sviluppo e la crescita di ogni Nazione. L'Esecutivo, inoltre, si è anche rifiutato di incontrare i rappresentati delle Organizzazioni Sindacali del comparto sicurezza, violando così le norme basilari del nostro ordinamento: nessun Governo, negli ultimi venti anni, aveva rifiutato di farlo. Allo stato attuale, dunque, nessun contratto di lavoro è stato rinnovato, nessuna trattativa è stata ancora instaurata e il Governo continua a perpetrare la sua condotta di illegittimità nei confronti degli uomini e donne delle Forze dell'Ordine, con un atteggiamento sfacciatamente al di sopra delle regole e del buon senso, che calpesta la dignità di migliaia di professionisti della sicurezza. Legittimo rinnovo del contratto di lavoro e sblocco del turn over sono solo alcune delle nostre richieste; bisogna infatti aggiornare e implementare le dotazioni logistiche e l’equipaggiamento degli agenti (automobili, divise), nonché modernizzare la formazione degli operatori di polizia. Perché oltre alla mancanza di un contratto nazionale, gli agenti sono costretti a lavorare in condizioni di estremo disagio: automobili rotte e vecchie, giubbotti anti proiettile scaduti o non idonei alla protezione delle armi “pesanti” quali i kalashnikov e le altre armi d’assalto usate dai terroristi, problematiche quotidiane che vengono superate solo grazie al senso del dovere e del sacrificio dei poliziotti. A Novara, oltre alla situazione logistica a dir poco disastrosa, si aggiunge una particolare scelta del Questore. La segreteria del SAP ha infatti analizzato la situazione del personale il 16 giugno 2015 e un anno dopo, il 16 giugno 2016 e ha scoperto che molto è cambiato. Di fronte a un incremento del 7% del numero totale del personale della Questura, vi è stato un lieve aumento di agenti dedicati all’antiterrorismo (in linea con le esigenze attuali), un lieve aumento del personale di pattuglia e una lieve diminuzione di quello dedicato a compiti prettamente burocratici. Fin qui sembrerebbe tutto a posto. Ma perché allora il personale del settore investigativo è sceso ben del 14%? La spiegazione è semplice. Perché gli Agenti destinati ai Corpi di Guardia sono raddoppiati, un aumento del 100% che non ha permesso di investire su un settore strategico qual è quello delle indagini. Non solo, sommando tutto il personale in forza all’Antidroga, all’Antiterrorismo, all’Antimafia, alle Sezioni che indagano su Omicidi e Violenze Sessuali, Furti Rapine e Truffe, si ottiene solo la metà degli agenti destinati a vigilare le entrate di Questura, Prefettura e Caserma. Esatto, non è un errore: la metà! Un numero enorme di persone destinato a semplice vigilanza, in un periodo così critico per l’Europa così come per la nostra città, in controtendenza anche rispetto a realtà ben più grandi, dove sono in servizio migliaia di agenti. Lì, per tali vigilanze, sono state adottate metodologie più idonee: videosorveglianza, riduzione degli orari, chiusure di entrate inutili, accorpamenti, utilizzo dei militari. E Novara invece che fa? Raddoppia il personale dedicato a questo compito che, a ben vedere, viene distolto da attività ben più importanti. L’omicidio di corso Cavour della settimana scorsa è un esempio lampante di questa situazione e una dimostrazione tangibile del fatto che gli agenti dei settori investigativi, nonostante tutto, continuano a compiere il loro dovere anche dopo essere stati decimati. Infatti, se consideriamo il personale della Squadra Mobile che ha operato l’arresto e quello che ha immediatamente sviluppato le indagini (per un caso solo apparentemente semplice), notiamo che il 40% è intervenuto volontariamente, libero dal servizio, mentre il 25% era impegnato in servizi di competenza di altri uffici. Il personale che opera in borghese molto spesso non si nota e non aumenta la “sicurezza percepita” (così cara ad alcuni), ma grazie alla competenza insostituibile e alla dedizione al lavoro, svolge una funzione strategica di moltiplicazione di forza per un concreto aumento della “sicurezza reale” dei cittadini".