Novara - S’intitola “Se son rose” il progetto promosso da Pepita Società Cooperativa Sociale e sostenuto da Fondazione Comunità Novarese onlus con un contributo di 10.000 euro che si rivolge ai ragazzi della fascia d’età tra i 13 e i 16 anni che sperimentano il primo approccio autonomo alla propria emotività e affettività, instaurano le prime relazioni sentimentali, acquisiscono in modo diretto le prime informazioni sulle modalità di percezione e gestione del rapporto con l’altro. Un progetto pensato per i giovani, intrappolati da un lato dagli stereotipi dei social, dall’altro dalla carenza di alternative alla dimensione digitale, che parte dalla fascia più a rischio. Ricerche sulle relazioni tra pari dimostrano come la violenza di genere di natura psicologica si verifichi già durante la scuola secondaria di primo grado, a partire da comportamenti coercitivi, esercitati di persona o tramite internet, con la richiesta di video intimi (sexting), il loro utilizzo a scopo di vendetta (revenge porn), di ricatto (sextortion scam), di denigrazione (denigration). Si tratta della fase in cui è più importante valorizzare il concetto di rispetto di sé e dell’altro, sfatando, attraverso un percorso formativo dedicato, stereotipi e pregiudizi acquisiti in modo inconsapevole dalla società, dai mass media, dai social network, per disinnescare atteggiamenti devianti, che dal sessismo possono sfociare nella violenza di genere.
Pepita Cooperativa Sociale e Fondazione Comunità Novarese onlus uniscono i propri sforzi e investono sulle nuove generazioni per rinsaldare quei valori fondamentali per la comunità che la pandemia ha ulteriormente indebolito. Non a caso il nome del progetto, “Se son Rose”, richiama proprio ai tempi necessari per far germogliare risultati efficaci e duraturi.
A partire da ottobre 2021 e fino a novembre 2022 due plessi scolastici di Borgomanero (Istituto Don Bosco) e di Novara (Istituto Salesiano San Lorenzo) saranno al centro di un percorso di sensibilizzazione e formazione per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, che passa dall’affettività e dalla conoscenza delle emozioni.
Una vera e propria missione educativa: “Le cronache ci confermano la portata delle conseguenze di due anni scolastici condizionati da chiusure e restrizioni - spiega il Presidente di Pepita, Ivano Zoppi - un lungo letargo imposto dal virus, in cui abbiamo affidato alla rete tutto il nostro quotidiano. Internet ha permesso di continuare a lavorare, a studiare e a relazionarci, ma ha negato a milioni di ragazzi quelle esperienze autentiche di vita vissuta che sono alla base della costruzione di sé. Al posto del primo bacio, delle gite scolastiche e delle uscite al cinema, gli adolescenti hanno abitato in streaming, sui pc e gli smartphone costantemente connessi, nella comfort zone delle loro camerette”.
Non certo una palestra di vita, quella che invece può e deve tornare a rappresentare la scuola, insieme alle famiglie e a tutta la comunità educante.
“Siamo consapevoli – commenta il Presidente di Fondazione Comunità Novarese onlus, Prof. Davide Maggi – che la prevenzione della violenza di genere e dei fenomeni ad essa correlati debba cominciare dai più giovani e che la pandemia, purtroppo, ha acuito il problema in numerosi dei suoi aspetti. La scuola è il primo esempio di comunità di cui ci trova a far parte e, quindi, è fondamentale portare al suo interno le regole di convivenza con l’altro e l’educazione alle emozioni e al rispetto; così da prevenire, il più possibile, i conflitti. Ecco perché la Fondazione ha scelto di sostener il progetto “Se son rose” che coinvolge gli studenti ma, al contempo le comunità educanti (famiglie e docenti, adulti di riferimento) per offrire informazioni, competenze e strumenti pratici per riconoscere i segnali di disagio, trasmettere valori, intervenire a supporto della vittima o per il recupero dell'aggressore”.
Saranno 18 le classi beneficiarie del progetto, dalle scuole secondarie di primo a quelle di secondo grado. Un percorso che comincia dall’ascolto, con un questionario dedicato a studenti e insegnati, per poi sviluppare specifiche attività formative e laboratori, online e in presenza. Da gennaio 2022 sarà predisposto anche uno sportello telefonico unificato di ascolto, con funzione di supporto e segnalazione.
Violenza tra pari, solitudine e disagio saranno al centro di un confronto aperto e profondo, con testimonianze e contributi speciali, anche da quel patinato mondo degli influencer che tanto affascina i teenager. Importanti gli incontri con le famiglie, per verificare la bontà del percorso e “far fiorire” un dialogo più continuo e positivo tra genitori e figli.