Novara - Accorata lettera dall'Rsu dell'Istituto Donegani di Novara: "Dopo 5 anni di relativa stabilità, dovuta al rilancio dell’Istituto Donegani quale Centro Ricerche per le Energie non Convenzionali, con cui ENI affermava il suo impegno in un settore innovativo ed emergente; dopo gli investimenti per attrezzare laboratori, la creazione di impianti pilota, il reclutamento di giovani, la creazione di reti internazionali di collaborazione, l’ottenimento di risultati e riconoscimenti che hanno dato sempre maggiore visibilità all’Istituto, e ad ENI, in campo internazionale; dopo aver riconosciuto come eccellenti i traguardi raggiunti da IGD, che nel contempo ha continuato a fornire il suo contributo alle attività delle Divisioni ed alle società Operative di ENI; l’azienda sta per attuare un piano che priverà l’Istituto di interi gruppi di ricercatori, scorporandoli nelle varie Divisioni e Società Operative, distruggendo così le attuali sinergie, quella rete complessa di competenze scientifiche, specializzazioni e risorse umane che caratterizza e sostiene le attività ed i progetti in corso. La nuova missione di IGD sarebbe quella di serbatoio di risorse da cui attingere a piacere e non più quella di un’unità di riconosciuta competenza e specializzazione, al servizio delle diverse società operative. Questa riorganizzazione palesa il progetto di ENI di annullare uno dei principali centri di ricerca industriale in Italia. Del resto ENI ha sistematicamente distrutto altri suoi Centri di eccellenza ed ora sembra toccare a noi. E’ una storia che si ripete ciclicamente. In un’azienda che nei fatti dimostra di misconoscere il ruolo della ricerca scientifica, oscillando tra accorpamenti e spezzettamenti successivi, senza voler consentire alle professionalità ed alle competenze di crescere per produrre il meglio. L’attività di ricerca necessita di programmi a medio e lungo termine, di continuità e di massa critica per rispondere sia ad esigenze di produzione brevettuale ed innovazione tecnologica, che per fornire risposte e soluzioni di efficacia immediata. Essere vicini al business non vuol dire entrarci fisicamente, ed il riconoscimento espresso dalle Divisioni e Società Operative di ENI per il contributo fornito da IGD in questi anni è la dimostrazione più chiara dell’efficienza della struttura attuale. Gli scorpori prospettati avranno il solo effetto di disperdere preziose risorse, nonostante gli impegni di rilancio sottoscritti da ENI. A questo si aggiunge la viva preoccupazione per la collocazione futura dei collaboratori a progetto in attesa di stabilizzazione. L’assemblea IGD chiede che ENI chiarisca il piano industriale per la ricerca e per IGD e riconsideri le attuali manovre di parcellizzazione a favore del mantenimento dell’attuale e più proficuo rapporto con le Società del gruppo attraverso commesse di lavoro".
"Perché ENI e lo Stato Italiano - si legge in un altro comunicato - continuano ad affossare la ricerca industriale? ENI si qualifica come la prima azienda italiana e una delle principali compagnie petrolifere del mondo. ENI impiega circa 70.000 dipendenti in tutto il mondo e, nonostante la crisi, il suo amministratore delegato Paolo Scaroni ha presentato gli eccellenti risultati economici raggiunti nell’ultimo trimestre. Società che appartiene per più del 30% allo Stato Italiano, in particolare al Ministero del Tesoro. Nel 2007 Leonardo Maugeri, un brillante manager con un’ampia visione sul futuro, convinse il CEO ad investire una sia pur piccolissima parte del fatturato annuo (0,25% per tutta la ricerca; 0,01% per la ricerca sulle rinnovabili) della società in un ambizioso progetto sulle energie rinnovabili: il solare e le biomasse. La visione di ENI era di affiancare la ricerca di nuovi giacimenti petroliferi a quella sullo sfruttamento di fonti energetiche alternative. La ricerca viene affidata all’Istituto Donegani di Novara, un centro ricerche con più di 70 anni di storia gloriosa nel campo della ricerca industriale italiana. I poco più di 100 ricercatori rimasti nell’istituto (165 nel 2006; 110 nel 2012) affiancati da una decina di giovani precari, si riconvertono con grande entusiasmo per intraprendere la nuova avventura. Nel giro di pochi anni vengono sfornati decine di brevetti e pubblicazioni scientifiche e all’Istituto vengono conferiti 3 premi per il contributo all’innovazione e per la ricerca industriale, assegnati dal Presidente della Repubblica. I ricercatori di questo Istituto si confrontano alla pari non solo con quelli delle Università Italiane, con le quali collaborano, ma anche con il MIT di Boston, negli USA, uno dei più prestigiosi centri di ricerca al mondo. Alcuni dei risultati di queste ricerche trovano già un possibile sbocco industriale, nel settore dell’utilizzo di rifiuti per produrre carburanti e nel settore dello sfruttamento dell’energia solare con finestre fotovoltaiche. In parallelo, circa due anni dopo il lancio dell’iniziativa, il direttore delle Ricerche, Leonardo Maugeri, viene prima spostato nella Polimeri Europa, ora Versalis, nel ruolo formale di Presidente senza poteri, e successivamente costretto alle dimissioni. Diventa professore ad Harvard e consulente di Obama, per le politiche energetiche. Da quel momento il destino del centro di Novara sembra segnato. Comincia una progressiva azione di riduzione dei finanziamenti fino a giungere al suo culmine nei giorni attuali. Eni dichiara di voler spezzare l’ossatura dell’Istituto trasferendo prima un piccolo gruppo di ricercatori a Milano, e poi assegnandone altri 40 alla società controllata Versalis, da anni in pessime acque. Non è chiaro quale sia il destino dei rimanenti ricercatori. In pratica, nonostante i successi raggiunti, si sta attuando per l’ennesima volta la distruzione di una bella realtà della ricerca italiana. Questa operazione avviene in silenzio, mascherata da dichiarazioni ottimiste rilasciate da ENI ai giornali nazionali, in merito alle future assunzioni di giovani laureati e all’impegno nei settori dell’innovazione e della Ricerca".
Una delegazione degli Ecologisti Democratici di Novara parteciperà in veste ufficiale a due importanti incontri pubblici che si terranno lunedì 3 dicembre a Novara: alle 10.30 presso la Sala del Consiglio provinciale di Novara in via Matteotti, 1 è fissato un incontro pubblico dedicato al progetto: “Permesso di ricerca di idrocarburi solidi e gassosi “Carisio” – Pozzo esplorativo denominato Carpignano Sesia 1” promosso da Eni al quale sono invitati tutti i cittadini, le istituzioni, le associazioni interessate al progetto; dalle 10 alle 13 presso l’aula Magna della Facoltà di Farmacia dell’Università del Piemonte Orientale – L.go Donegani – 2 – Novara si terrà un'assemblea aperta dei lavoratori del Centro Ricerche Eni Donegani.
«L’Ambiente, l’energia e la green economy sul territorio novarese sono il filo conduttore che lega i due incontri di lunedì toccando da vicino temi di cui la nostra associazione è portatrice. Con la nostra presenza testimonieremo la vicinanza e l’impegno degli Ecodem affinché le due vicende di risolvano positivamente per comitati del territorio e le rappresentanze sindacali». Questo il commento di Fabrizio Barini coordinatore provinciale degli Ecodem di Novara.