Oleggio - Più attenzione al settore risicolo. La Senatrice Elena Ferrara raccoglie la preoccupazione delle associazioni di categoria rispetto alle possibili decisioni del Ministero delle risorse Agricole in merito ai pagamenti diretti degli aiuti accoppiati, ovvero legati a rese e superfici coltivate. «In considerazione dell'importanza fondamentale sul nostro territorio della produzione del riso, a maggior ragione se rapportata alla competitività del mercato internazionale, propongo che la percentuale complessiva destinata agli aiuti accoppiati si alzi oltre il 10%, quanto più possibile vicino al massimale del 13% previsto dalla normativa europea». I negoziati tra Regioni e Ministero per le Politiche agricole nell'ottica della Pac 2020 preoccupano tutto il comparto, che dal 2015 rischia pesanti condizionamenti da Bruxelles nell'ambito della politica agricola comune.
Dal Novarese, una delle zone più rinomate della produzione risicola nostrana, giunge infatti un appello rivolto alle istituzioni, a partire dai rappresentanti locali in parlamento. Elena Ferrara ha partecipato per un anno ai lavori della Commissione preposta di Palazzo Madama, prima di passare in Commissione Istruzione. «Ho rappresentato la mia terra come luogo di eccellenza e sono sempre in contatto con i produttori, gli allevatori e tutta la straordinaria filiera dell'agroalimentare». Una risorsa per il Made in Italy, per l'identità territoriale e lo sviluppo locale. «Sul settore stanno puntanto molti giovani, anche avviando imprese, con tutto ciò che questo comporta. Una trend positivo - ammonisce la senatrice novarese - che non può essere penalizzato da ulteriori ostacoli burocratici e normativi».
Secondo l'Ente nazionale Risi le misure della nuova Pac rischiano di escludere circa 40mila ettari di risaia dai contributi. I costi produttivi rispetto alla coltivazione degli altri cereali sarebbero proibitivi. «Sollecito tutti a riflettere - conclude Ferrara - su quanto una sensibile riduzione dei contributi in questo momento storico mettere a dura prova aziende e lavoratori».