Novara - «Non posso che esprimere piena soddisfazione rispetto al documento approvato durante il Coordinamento provinciale del Partito Democratico». Proprio su stimolo ed iniziativa del Consigliere Regionale, Domenico Rossi, infatti, l’assemblea ha approvato, lunedì 26 gennaio, all’unanimità un documento di indirizzo in opposizione al progetto presentato da Eni per la realizzazione del pozzo esplorativo per la ricerca di idrocarburi a Carpignano Sesia, che approderà anche in assemblea regionale del Pd. «Un atto politico ufficiale – spiega Rossi – in linea con le posizioni fino ad ora tenute dal Partito Democratico, utile a rafforzare qualsivoglia futura azione politica ed amministrativa». L’Ordine del Giorno, redatto da un gruppo di lavoro composto oltre che dal consigliere Rossi anche da Giuseppe Cremona, Fabrizio Barini, Cesare Villa, Teresia Volpi Spagnolini, Giancarlo Tornaco, Arisride Prudenza e Grazia Bernasconi, si inserisce in un percorso in cui i Democratici novaresi si sono fatti portatori di interessi del territorio dialogando con Governo e Parlamento, così come con l’Anci. «Già dal mese di ottobre – aggiunge Rossi – con una delegazione di amministratori locali e cittadini, il Sottosegretario Franca Biondelli, la Senatrice Elena Ferrara e il coordinatore degli Ecodem novarese, Fabrizio Barini, abbiamo incontrato a Roma, l’Onorevole Chiara Braga, relatrice dello Sblocca Italia». Un’attività che proseguirà nelle prossime settimane. «Il documento approvato dal coordinamento del Pd novarese – prosegue il consigliere democratico – troverà riscontro in un documento che sottoporrò all’assemblea di Palazzo Lascaris».
«Preso atto del progetto e del contesto in cui dovrebbe essere realizzato così come della vocazione agroalimentare e turistica dell’area – conclude Rossi – risulta evidente come il progetto di perforazione, oltre ad incontrare l’opposizione delle amministrazioni locali e della gran parte dei cittadini metta a rischio le attività presenti e le eccellenze prodotte». In alternativa il documento indica la prospettiva delle oil free zone, così come prevista nel Collegato ambientale in discussione in Parlamento, come più coerente e ricca di opportunità per l’area presa in considerazione da Eni. «Al di là delle valutazioni di natura tecnica il Pd novarese – conclude Rossi - ha voluto dare un indirizzo politico chiaro. Resta ora da sciogliere il nodo interpretativo sulla qualità del parere della Regione Piemonte, se di natura consultiva o se vincolante rispetto all’autorizzazione che è in capo al Ministero».