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Manifestazione risicoltori: la solidarietà di Ferrara, Rossi e Avanza

Novara - «Seppur lontana, per seguire in Aula al Senato il delicato iter delle riforme istituzionali, le vostre istanze mi vedono direttamente coinvolta come rappresentante di un territorio che  nel riso identifica e riconosce una delle sue produzioni più rilevanti e di grande tradizione». Un anno di esperienza in Commissione Agricoltura al Senato ha consentito alla Senatrice di approfondire le esigenze e le potenzialità di questo importante comparto. «Molte sono state le occasioni di confronto, non ultimo il tavolo tecnico svoltosi ad Oleggio con le Associazioni di Categoria, da cui sono emerse diverse problematiche». Spiega Elena Ferrara. «Proprio la difesa del prodotto italiano sui mercati internazionali - prosegue - appare come un elemento chiave. Le politiche europee non possono prescindere da una maggiore tutela per i prodotti di qualità dei nostri territori, che anche dalla risaia traggono la loro tipicità. Per questa ragione il percorso di sensibilizzazione della Commissione Europea per l'introduzione di una clausola di salvaguardia rispetto all'importazione di riso all'interno dei confini comunitari va fortemente sostenuto a tutti i livelli. Analogamente - aggiunge la Senatrice - ritengo che l'obbligo di indicazione di origine sulle etichette poste sulle confezioni sia un elemento altrettanto importante, così come la formazione di un consumatore consapevole. Quest'ultimo passaggio risulta centrale: il consumatore deve poter scegliere il prodotto coltivato nelle risaie italiane. A questo proposito si è espresso oggi il Ministro Maurizio Martina presentando le priorità della presidenza Italiana al Consiglio Agricolo europeo.  Etichettatura e tracciabilità garantiscono, infatti, il bene pubblico essenziale rappresentato da un'informazione corretta e trasparente». 

«Sono al fianco degli agricoltori piemontesi nel chiedere il ripristino di un corretto ed equo rapporto di mercato contro la concorrenza sleale delle importazioni di riso da Cambogia e Myanmar. Per questo stamattina ho voluto partecipare all’incontro organizzato da Cia e Confagricoltura e confermare il mio impegno in Regione affinché vengano superate le criticità che possono mettere in difficoltà i nostri agricoltori colpiti da questa concorrenza scorretta sui prezzi. Come ribadito dal presidente Chiamparino durante il suo discorso di insediamento in Regione, ritengo che l’agroalimentare sia uno dei punti di forza per rilanciare la nostra economia e il nostro territorio. Non possiamo pensare di creare lavoro come si faceva in passato: oggi occorre valorizzare le nostre eccellenze. E la risicoltura piemontese è sicuramente una di queste. Mi impegnerò personalmente per quanto riguarda gli ambiti di intervento regionale. E solleciterò gli europarlamentari del Pd affinché a livello comunitario si comprenda appieno l’importanza che questa tematica ha non solo per il Piemonte ma per l’immagine e il prestigio che il cibo italiano ha nel mondo». Domenico Rossi, consigliere regionale Pd, ha preso parte alla manifestazione indetta da Cia e Confagricoltura a Novara per sollecitare la Commissione europea ad introdurre la clausola di salvaguardia contro le importazioni di riso a costo zero dai Paesi Meno Avanzati. Non solo attenzione alle importazioni, ma un’attenta azione di informazione ai consumatori. «Ritengo poi fondamentale – aggiunge il consigliere regionale Pd – puntare sull’etichettatura obbligatoria dei prodotti: solo così i consumatori potranno essere informati sull’origine di quello che comprano e mangiano, consapevoli che una loro scelta può andare a sostenere chi opera con correttezza, rispettando precise norme sanitarie e i diritti dei lavoratori. Un consumo critico che dia slancio ad un’economia sana e rispettosa dell’ambiente e delle sue peculiarità. Cibo di qualità, eccellenze territoriali e rispetto per l’ambiente: Expo vuol dire essere la vetrina della nostra eccellenza agroalimentare da esportare in tutto il mondo. La battaglia dei risicoltori s’inserisce appieno in quest’ottica di sviluppo sostenibile».

A seguito della protesta dei risicoltori piemontesi e lombardi contro l’apertura delle importazioni  dall'Estremo Oriente senza dazi doganali, scelta che ha comportato un crollo del prezzo del riso,  mettendo in crisi la risicoltura italiana, Marco Mario Avanza, Presidente del Parco del Ticino e Lago Maggiore dichiara: "Esprimo tutta la solidarietà dell’Ente Parco Ticino e Lago Maggiore per la giusta protesta dei risicoltori piemontesi che chiedono interventi urgenti in difesa di un settore strategico per l’agricoltura italiana. La difesa del made in Italy è fondamentale per la tutela di un prodotto di alta qualità che non può reggere la concorrenza del riso cambogiano e asiatico in genere. Mantenere la presenza delle risaie è inoltre utile per la conservazione dell’ecosistema e la tutela della biodiversità soprattutto in un’area protetta come il Parco del Ticino, riconosciuta anche dall’Unesco come Riserva della Biosfera nell’ambito del Programma MAB. Auspichiamo  un tempestivo intervento delle autorità competenti per mettere in atto tutte le misure necessarie alla difesa del riso italiano; in particolare ritengo necessario che tutta la filiera del prodotto (coltivazione, lavorazione e confezionamento) sia realizzata in Italia”. Avanza prosegue dicendo: “Il mantenimento della coltivazione del riso all’interno dell’area parco, che stiamo valorizzando con la creazione del marchio MAB Ticino Valley, è stato infatti uno degli obiettivi su cui l’Ente ha lavorato al fine  di favorire la convivenza tra i moderni sistemi di coltivazione del riso e la biodiversità locale, formata da tante specie di animali e varietà di piante, in alcuni casi molto rare, che il territorio del Parco del Ticino ospita ancora. Ricordo in particolare la presenza della specie autoctona, Pelobate Fosco nell’area di Cameri (NO), che trova proprio nella risaia il luogo di riproduzione. Dopo che, con tanti altri Enti abbiamo lavorato per la difesa della biodiversità  nelle nostre pianure,  che ospitano  ancora tante specie di animali come aironi, anfibi, piccoli mammiferi, libellule e farfalle, che da secoli trovano nelle risaie e nei boschi della Valle del Ticino un luogo ideale per riprodursi, migrare e rifugiarsi, sarebbe undanno incalcolabile, anche per l’ambiente, la crisi di un settore produttivo come quello del riso”.