Novara - Riceviamo e pubblichiamo dalla sen. Elena Ferrara (Pd): "Dalla soluzione della questione Saharawi dipende anche il mantenimento della pace nel territorio Nordafricano. La situazione sempre più critica rischia di accendere nuovi focolai di fondamentalismo, mentre il popolo Saharawi da anni aspetta di esprimersi democraticamente attraverso un referendum. Questa la sintesi della recente missione del l'intergruppo parlamentare di solidarietà con il popolo Saharawi nei campi profughi nel deserto algerino, guidata dal Senatore Stefano Vaccari, svoltasi dal 29 novembre al 2 dicembre. Continua, infatti, l'impegno dei parlamentari italiani per il processo di autodeterminazione del popolo Saharawi. In occasione del 66° anniversario della Dichiarazione dei diritti umani, siglata a Parigi il 10 dicembre 1948, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama i componenti dell'intergruppo hanno tracciato il bilancio della missione cui ho preso parte che presenterà un dossier alla Commissione Diritti Umani. Il mio impegno parte da lontano da quando, nelle vesti di Sindaco di Oleggio, ho organizzato ogni anno un evento di accoglienza per i bambini del popolo Saharawi. Le condizioni dei profughi sono in costante peggioramento, per il protrarsi della loro condizione in un ambiente del tutto inospitale e per la riduzione delle risorse rese disponibili dagli aiuti internazionali. Un viaggio in ascolto di un popolo fiero che da oltre trent'anni rivendica i propri diritti. «Partecipare alla missione ha significato toccare con mano le difficoltà che sono costretti ad affrontare quotidianamente: nel deserto algerino oltre 200 mila persone vivono nei campi profughi organizzati democraticamente in wilaya (regioni), separate dai loro territori da un muro lungo oltre 2.700 chilometri, costruito dal Marocco negli anni '80 durante gli scontri bellici e piantonato da 160 mila militari marocchini. Una condizione vissuta con grande dignità per una comunità che pone al centro della propria organizzazione sociale i diritti civili, la parità di genere, la salute, l'istruzione. Una rivendicazione ferma, quotidiana e non violenta che incontra forti resistenze nel cammino verso l'autodeterminazione. Forte inoltre la preoccupazione rispetto alle condizioni di vita di chi vive nei territori occupati al di là del muro: nel Sahara occidentale si registrano forti violazioni dei diritti umani nei confronti di questo popolo da parte del Governo Marocchino. Abbiamo raccolto l'appello del presidente della Repubblica Saharawi Mohamed Abdelaziz, a svolgere un'azione di rilancio dei negoziati per il riconoscimento dell'autodeterminazione del suo popolo. In questa occasione il Presidente Sen. Stefano Vaccari ha dichiarato che come Intergruppo parlamentare abbiamo informato il Governo, il Ministero degli affari esteri, i Presidenti delle Camere, i nostri Parlamentari Europei, perché si attivi una rete, in grado di coinvolgere anche l'Onu, per riprendere le negoziazioni, anche nell'interesse del mantenimento della pace nell'Africa settentrionale".
Su questo argomento è intervenuto anche il segretario provinciale della Lega Nord, Luca Bona: "Ho letto con attenzione la lettera della Senatrice Ferrara del PD ,riguardante il popolo del Saharawi e il diritto internazionale di autodeterminazione dei popoli. Ho conosciuto personalmente le vicende di questo popolo grazie all'encomiabile lavoro del compianto Dott. Vittorio Zenith che per anni ha organizzato il soggiorno di un mese nel novarese e nel VCO per i bimbi di questo popolo. Proprio in occasione di una di queste visite ho avuto la possibilità di accogliere questi giovani ambasciatori in Provincia, ricordo che nello scambio dei doni avevamo regalato loro uno zainetto che conteneva alcuni prodotti novaresi, mentre i ragazzi mi regalarono un indumento tipico della loro terra. Nei saluti, ringraziandoli, dissi loro che ci stavano insegnando una lezione importantissima: quella dell'amore e dell'orgoglio verso la propria terra e dell'impegno a chiedere il rispetto del diritto naturale ( sancito dall'ONU ) all'autodeterminazione dei Popoli, via pacifica per risolvere molte questioni internazionale anche economiche, avversato dagli Stati e dai grandi interessi finanziari che non vogliono perdere il loro potere a vantaggio dei Popoli che chiedono libertà. Leggendo la lettera dell'esponente novarese del PD, non posso fare a meno di ricordare 'atteggiamento del suo partito (PD) verso il diritto di autodeterminazione: ha impugnato la legge del Veneto che convoca il referendum per l'indipendenza, si è espresso contro quello in Catalogna e in Scozia, per non parlare di una prossima richiesta di indipendenza delle regioni padano alpine (la Catalogna vuole l'indipendenza per un residuo fiscale - differenza tra quanto si versa allo Stato e quanto lo Stato lascia o restituisce in beni e servizi - di 14 miliardi, le regioni padano alpine superano i 100 miliardi). Il diritto all'autodeterminazione non è un principio ad assetto variabile di cui riempirsi la bocca di tanto in tanto, soprattutto perché magari riguarda zone poco sensibili economicamente per il governo di Roma. Se la senatrice Ferrara crede veramente in questo principio, cominci a sostenere lo stesso diritto per i Veneti, i Lombardi e i Piemontesi. Proviamo a riprenderci il diritto di chiedere alla nostra gente cosa ne pensa di liberarsi definitivamente del peso dello Stato Italiano, delle sue tasse e delle sue ingiustizie. Sosteniamo anche per la nostra gente i diritti sacrosanti che reclamiamo per altri, anche così si restituisce dignità alla politica".