Oleggio - "Ciascun Presidente della Repubblica - commenta la sen. Elena Ferrara (Pd) - è stato, nel tempo, la rappresentazione stessa del Paese, la figura posta a custodia dei valori fondanti del nostro Stato e della sua Costituzione. Giorgio Napolitano ha rivestito questo ruolo con dedizione, senso del dovere e delle istituzioni. Ricordo nel 2006 la sua nomina, al quarto spoglio dopo giorni di intense trattative, di frizioni e scontri. Un Senatore a vita, un ex comunista, lui storico esponente migliorista del Pci, per la prima volta al Quirinale. Il Presidente ha retto il timone in uno dei momenti più tempestosi della storia repubblicana: la crisi economica che ha segnato fortemente la nostra società e la crisi politica che ha mutato profondamente lo scenario della rappresentanza democratica e dell'assetto istituzionale. Un momento di grande trasformazione in cui proprio Napolitano ha rappresentato il punto di riferimento. La capacità di dialogo, la dignità ed il coraggio nell'affrontare dure prove e strumentalizzazioni, talvolta spregevoli, da parte di alcuni esponenti politici. Il suo impegno per la pace, i giovani, le donne, la giustizia e le riforme necessarie per il rilancio del Paese hanno segnato il suo mandato. Un percorso unico, data la durata, caratterizzato da un'autorevolezza non comune e il riconoscimento trasversale come punto di riferimento anche sul piano internazionale: convinto europeista, nel maggio 2010, viene accolto da “campione della democrazia” dal Congresso degli Stati Uniti. Nel 2013, con grande senso di responsabilità e dello Stato ha accettato di restare al Quirinale per risolvere l'impasse per la votazione del suo successore. Il suo discorso di fronte alle Camere riunite risuona ancora oggi e dovrebbe richiamare tutti i partiti, ciascun politico ed amministratore, a lavorare unicamente per il bene comune, in una logica di confronto che non dovrebbe mai valicare il limite del rispetto e della tolleranza. Giorgio Napolitano ancora una volta aveva scommesso sull'Italia e sugli italiani, premiando l'arte e la ricerca anche con la nomina dei Senatori a vita dello scorso anno (Cattaneo, Abbado, Piano e Rubbia). Certamente il suo esempio lascia a ciascun rappresentante una preziosa eredità di valori da custodire e un percorso da completare. Per questo lo aspetto in aula al Senato per condividere con lui questo impegno; Napolitano lascia il Quirinale ma non smette di essere una figura di riferimento, una testimonianza di servizio alla comunità e alle istituzioni cui attingere anche nell'imminente percorso di nomina del suo successore".
Decisamente di diverso avviso il cittadino Davide Crippa, deputato del MoVimento 5 Stelle: "Una storia già scritta e ampiamente prevedibile perché già dal discorso del secondo insediamento di “Re Giorgio” si poteva immaginare come sarebbe finita. Lo stesso Napolitano dichiarò che avrebbe accettato (suo malgrado) nuovamente la prima carica dello Stato fino all’approvazione di una nuova legge elettorale e delle riforme che potessero permettere all’Italia di ripartire, o se avesse constatato che queste misure non fossero presenti nell’agenda di questa larghissima intesa. Siamo in questo secondo caso. Di fatto Napolitano dall’inizio di questa legislatura non è stato altro che il garante di questa stralunata larga intesa tra Renzi e Berlusconi, e successivamente il sostenitore del famigerato “Patto del Nazareno”, di cui ben pochi conoscono al momento i reali termini. Un secondo mandato nato già frettolosamente, considerando che Napolitano è stato eletto alla 6^ votazione, di fatto nemmeno tentando a provare una vera intesa su un nome che non solo potesse essere condiviso dai più, ma che potesse realmente rappresentare il cambiamento necessario di rotta che il nostro paese prima o poi dovrà intraprendere se vorrà uscire dall’incertezza della crisi economica e della degradazione morale nella quale siamo immersi. Ricordiamo ai cittadini Novaresi che Oscar Luigi Scalfaro, mio concittadino scomparso quasi 3 anni fa, fu eletto dopo ben 16 volte mentre per la conferma di Napolitano sono bastati 4 scrutini. Solo 4 scrutini per riconfermare un personaggio che già al suo primo mandato si era caratterizzato per la pressochè totale impassibilità rispetto ad ogni porcata che finisse sulla sua scrivania, dal Lodo Alfano, al Salva ILVA fino ad arrivare allo scudo fiscale tremontiano. Insomma, con le dimissioni di Napolitano si chiude un’altra brutta pagina della storia italiana, ma forse prima della nomina del suo successore è meglio non esultare. Al peggio non c’è mai fine…"