Oleggio - «Nessuno vuole mettere le mani sull'Erbaluce, ma semplicemente indicare il vitigno di provenienza sull'etichetta dei nostri vini». Lorella Zoppis, presidente del Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte, chiarisce i termini del tema centrale emerso dal tour dedicato al vino della Senatrice Elena Ferrara nel Piemonte Orientale. Una questione complessa, al centro degli incontri tenuti in apertura di settimana tra le province di Novara e Vercelli a chiusura della panoramica piemontese del settore vitivinicolo. «Un momento di confronto e condivisione – spiega la Senatrice – in cui ho raccolto istanze e valutazioni che intendo portare all'attenzione della Commissione Agricoltura e del Ministero». Una disponibilità rivolta agli stessi produttori, con la presidente Zoppis della cantina Antoniolo di Gattinara, Rovellotti e Francoli di Ghemme; agli imbottigliatori, come i fratelli Zanetta di Sizzano e agli enologi, rappresentati da Mauro Colombo; tutti accomunati dalla richiesta di semplificazione burocratica, promozione e attenzione alle esigenze del settore. «Razionalizzare gli organi di controllo - commenta Ferrara - e snellire le procedure sono fra gli obiettivi del Parlamento, ma servono interventi rapidi e soluzioni concrete; ad esempio sul pagamento delle uve entro trenta giorni dalla consegna». Un vincolo che rischia mettere in difficoltà l'intero comparto. Gli operatori del settore chiedono da un lato più sostegno alla promozione, anche in vista dell'appuntamento con Expo 2015, e dall'altro una difesa delle produzioni di qualità. Tema evidenziato dalla viniviticoltura di pregio, come quella dell'azienda Travaglini, votata da quattro generazioni esclusivamente alla produzione di Gattinara Docg, ma anche da realtà d'eccellenza come Ponti, terza azienda per produzione di aceto nel mondo. «La qualità della lavorazione e del prodotto deve essere percepita - precisa la Senatrice - perché rappresenta il biglietto da visita del territorio».
Riguardo all'Erbaluce e all'attuale divieto di precisare il vitigno di provenienza da parte delle aziende dell'Est Piemonte «porterò presto la questione sui tavoli degli organi preposti, ad ogni livello istituzionale», si impegna Ferrara. Dal 2010, infatti, gli operatori locali non possono specificare la qualità della vite sull'etichetta a causa di un disciplinare, quello dell'Erbaluce di Caluso Docg, che limita l'utilizzo ad un'area ristretta al solo Canavese. «I disciplinari non sono uno strumento per blindare i vitigni, che rappresentano un patrimonio di tutti, bensì la chiave per valorizzare la produzione ed il territorio». E' lo stesso Paolo Rovellotti, produttore e presidente della Camera di Commercio di Novara, a sollevare la questione. Un impegno largamente condiviso dall'azione del Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte, disponibile ad un incontro a Roma. «E' ora di affrontare la questione fino in fondo - conclude la Presidente Lorella Zoppis - e condividere un percorso che porti ad una soluzione soddisfacente per tutti».