Dormelletto - Sushi più sostenibile nei ristoranti della catena Amy Sushi. La società di servizi digitali Alt. dei fratelli Andrea e Paolo Pucci e la catena di ristoranti Ami Sushi creata dall’imprenditore Feiwu Wen (nella foto, insieme ad Andrea Pucci), hanno recentemente scelto di intrecciare le loro strade. Un progetto in corso di svolgimento che mira, attraverso una serie di azioni concrete e virtuose che coinvolgono anche gli stessi consumatori, a rendere più sostenibile il sushi servito a tavola: pranzo, cena o take away che sia. Una svolta green per la catena a nove anni dalla sua fondazione che non si limita alla fornitura di materia prima certificata, ma che verifica anche l’impatto sull’ambiente di tutte le azioni che da lei dipendono. Quindici locali dislocati nel Nord Italia – Vco e Novarese compresi – e diverse aperture in programma anche in Europa, Ami Sushi è oggi la catena di proprietà più grande e importante che opera nella Penisola. “Lavorare con loro – esordisce il direttore strategico di Alt. Andrea Pucci – è per noi motivo di orgoglio e opportunità di crescita. Quando abbiamo incontrato per la prima volta il Ceo di Ami Sushi – spiega Pucci – subito ha dimostrato di voler accogliere le nostre idee e la volontà di fare ancora di più, a dimostrazione che anche in Italia ristoratori e consumatori sono sempre più consapevoli dell’importanza della tutela dell’ambiente e delle condizioni di lavoro di chi assicura il cibo sulle nostre tavole. Pur avendo un approccio al business diverso da quello occidentale – rimarca Pucci – Wen ha detto sì al ragionamento fatto insieme e in questo modo è partita un’avventura che ci auguriamo tutti durerà a lungo”. Dagli uffici di Dormelletto lo staff di Alt. si occuperà di tutte le attività marketing della catena, ma anche e soprattutto di risvolti concreti, quali ad esempio la sostituzione delle tovaglie di stoffa dai tavoli per trasmettere un messaggio di completa sostenibilità, il supporto ai metodi di ordinazione completamente digitali e lo sviluppo di packaging sempre più sostenibili per chi si porta il cibo a casa. Ma sono solo alcuni degli esempi di un’azione a più ampio raggio che non tralascia, peraltro, gli aspetti legati al linguaggio. Così Pucci: “E’ necessario spostare l’attenzione dal “Se non lo mangi, lo paghi” al “Se non lo mangi, sono costretto a buttarlo”, andando in questo modo a responsabilizzare il cliente sulle quantità ordinate”. Il limite di cinque piatti a testa ogni 10 minuti diventa parte di questo percorso: ordinando con più calma, oltre a un’esperienza più rilassata, si ha la possibilità di rendersi conto di quanto si può ancora mangiare, e di fermarsi prima di avanzare grosse quantità di cibo che andrebbero gettate. “Altri brand a livello mondiale della ristorazione hanno iniziato a promuovere azioni sostenibili, ampliando la loro visione e il loro impegno verso le tematiche ambientali, sociali ed economiche. Ormai da anni anche noi e i nostri partner, Amy Sushi compreso – conclude Pucci – perseguiamo con orgoglio questo percorso, certi di ottenere il gradimento di tutti e di fare, al contempo, più business”.