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Una tipografia tutta nuova dentro... al carcere di via Sforzesca

Novara - Inaugurazione mercoledì 28 novembre, alla presenza del prefetto Castaldo e del sindaco Ballarè, della rinnovata tipografia posta all'interno del carcere di via Sforzesca. Lo stesso primo cittadino di Novara ha definito l'iniziativa "Un momento molto significativo. Sono state rinnovate le apparecchiature per provare a dare una consistenza aziendale a questa attività . Il tutto con la collaborazione della cooperativa Terra Promessa".

Ma cerchiamo di capire chi sono e cosa fanno dentro alla tipografia del carcere novarese: "La storia del laboratorio tipografico presente all’interno della Casa Circondariale di Novara risale nel tempo. Già all’inizio degli anni ’90 l’allora direzione dell’istituto promuove l’allestimento di una lavorazione in ambito tipografico. Il territorio di Novara, anche e soprattutto grazie alla presenza di grandi imprese in questo settore offre opportunità e riferimenti importanti. L’idea di investire in questo settore fa parte di un disegno di sicura coerenza con le caratteristiche del contesto territoriale. Nel corso degli anni le formule gestionali delle officine tipografiche presenti all’interno hanno vissuto delle trasformazioni significative. Dapprima la gestione diretta da parte del Ministero, quindi la partecipazione dell’esterno, da ultimo la Fondazione Casa di Carità presente con le attività di formazione professionale finanziate dalla Provincia di Novara. Proprio dalla Fondazione Casa di Carità e dalla direzione dell’istituto nel corso del 2011 parte l’azione tesa alla realizzazione di un progetto di rilancio complessivo delle officine che vede nella Cooperativa sociale La terra Promessa il partner più adatto alla concretizzazione di questo piano di rilancio. Nel corso del 2012 il laboratorio cambia volto anche e soprattutto grazie ai mezzi messi a disposizione della Compagnia di San Paolo e dalla Cassa delle Ammende. L’acquisto di una nuova macchina per il centro stampa digitale, la revisione dei macchinari per la confezione del prodotto, la sostituzione dei sistemi informativi, e l’allacciamento al web hanno contribuito alla definizione i nuovi strumenti a disposizione della tipografia la cui gestione, dal settembre 2012 fa riferimento specifico alla Cooperativa sociale La Terra Promessa di Novara. Attualmente la tipografia impiega due persone ospitate all’interno dell’istituto. La Casa Circondariale di Novara nasce come istituto di pena di massima sicurezza, inaugurato sul finire degli anni ’70 è stato uno degli istituti utilizzati per la custodia della criminalità politica figlia della stagione calda a cavallo tra gli anni 70’ e ’80. L’istituto dalle dimensioni contenute è capace di circa 150 detenuti, tra cui una sezione specifica a cui è riservato il regime detentivo previsto dall’art. 41 bis ord. penit. ovvero il cosiddetto “carcere duro”. Per quanto di ridotte dimensioni l’istituto, nato con una vocazione fortemente securitaria, ha mantenuto nel tempo questo suo ethos, faticando nel corso del tempo a costruire sinergie con il territorio che, per parte sua, non ha mai dimostrato una particolare apertura e considerazione alla comunità che vive al di là delle sbarre.  La sintesi tra questa dimensione simbolico/culturale di carcere duro e securitario, e la scarsa propensione allo scambio con il territorio hanno fatto sì che l’istituto sia vissuto per anni come un’isola priva di collegamenti con la terra ferma. L’ultimo periodo ha registrato una importante novità con l’avvento alla direzione di una direttrice di nuova generazione che ha deciso di puntare sulla ricostruzione di canali di comunicazione con l’esterno, cercando di  promuovere una nuova identità per la struttura detentiva. 'Quelli di via Sforzesca' - si legge nella nota di presentazione sul sito www.quellidiviasforzesca.org - nasce dalla collaborazione, dalla sinergia e dalla voglia di fare sistema di tre realtà differenti: la direzione della Casa Circondariale, la Cooperativa sociale La terra Promessa, La Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri. Punto di sintesi di queste organizzazioni è rappresentato dalla volontà di concorrere, per la loro parte, al miglioramento delle condizioni di vita delle persone che abitano gli spazi della Casa Circondariale di Novara alimentando lo sviluppo di forme di lavoro interne all’istituto di pena. Il lavoro rappresenta storicamente uno degli ambiti cruciali attorno a cui ruota la possibilità di tendere ad una penalità meno costosa e impattante sulla collettività. Purtroppo la difficile fase storica che stiamo attraversando, oltre che la non sempre agevole adattabilità delle strutture penali, fanno sì che al di fuori del lavoro alle dipendenze del Ministero della Giustizia le persone coinvolte dalla pena godano di poche opportunità concrete. Lavorare in galera vuol dire molto, vuol dire non disumanizzarsi nel vortice vizioso rappresentato dall’ozio senza fine, vuol dire impegnare il proprio tempo in qualcosa di sensato, vuol dire non perdere di vista il contatto con la vita vera, quella che accade fuori dalle mura. L’obiettivo di tutti i promotori è rendere la tipografia un servizio sempre più parte integrante della comunità  territoriale, scoprendo/riscoprendo un ruolo nuovo per la penalità, un ruolo di protagonismo non pietistico, giocato sulla qualità di quello che si propone, sui tempi, sulla serietà".