Milano - La vicenda dell'ospedale da campo della Fiera di Milano e di Bergamo offre uno spaccato della situazione che alcuni ospedali della Lombardia stanno vivendo.Dopo 4 settimane di emergenza, gli ospedali delle zone più colpite della Lombardia - Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi- sono allo stremo delle forze sia in termini di personale, medico e infermieristico, che di posti letto interapia intensiva e la soluzione di allestire ospedali da campo nelle città non è praticabile.
«Non è pensabile che le aziende sanitarie possano trovare ulteriori forze da mettere a disposizione delle nuove strutture di emergenza che si stanno progettando – dichiara il dott. Stefano Magnone, segretario generale di ANAAO-ASSOMEDLombardia-. Servono medici, infermieri e personale sanitario per questi nuovi ospedali e certamente questi professionisti non possono provenire dagli ospedali lombardi. Abbiamo notizia di specializzandi che vorrebbero venire a lavorare in Lombardia da altre regioni ma ciò non è consentito dalla legge. In tempi di guerra non si ragiona come in tempi di pace: gli universitari dettano legge sulla vita di giovani medici che vorrebbero lavorare con noi e questo è inaccettabile»
Secondo il DecretoLegge 14/20, infatti, per gli specializzandi è prevista solo l'assunzione come liberi professionisti e solo con il placet del consiglio della scuola, quest'ultimo non dovuto se assunti con contratto atipico.
L’appello di ANAAO-ASSOMED Lombardia è forte e preciso: è necessario un intervento legislativo e ministeriale che sblocchi le assunzioni degli specializzandi, in modo che possano lavorare come dipendenti accanto ai medici lombardi.
«Ovviamente è necessario che gli specializzandi siano lasciati liberi di venire a lavorare dove l'emergenza richiede maggiormente la loro presenza. L’appello di tutti, Regione, aziende, medici e sindacato, va nella stessa direzione» conclude il dott. Magnone.