Gallarate - Domenico Cutrì, un nome che a qualcuno fa venire in mente una delle pagine più terribili vissuta da Trecate negli ultimi anni. Il giovane legnanese (risiedeva ad Inveruno, ma era di origine calabrese) oggi ha 32 anni e sta scontando un ergastolo, in quanto giudicato dal Tribunale il mandante dell'omicidio di Lukacs Kobrzeniecki, il giovane operaio polacco freddato a 22 anni a Trecate nella notte fra il 15 e il 16 giugno di 8 anni fa in via Garibaldi. Secondo le prime informazioni intorno alle 15 un commando armato ha assaltato un furgone della polizia penitenziaria nei pressi del Tribunale di Gallarate (Varese) dove Cutrì doveva testimoniare per una questione legata a degli assegni emessi. Hanno preso un civile come ostaggio e c'è stata una sparatoria, in cui sono rimaste ferite due persone. Qualche ora più tardi, sempre nel corso del pomeriggio, il fratello di Cutrì è stato lasciato in fin di vita davanti all’ospedale di Magenta e subito dopo è morto per le ferite riportate nella sparatoria. Cutrì da un anno era in carcere a Saluzzo nel Cuneese. Mentre il furgone si apprestava a fermarsi al Tribunale pare si sia affiancata una Volkswagen Polo scura, dalla quale sono uscite delle persone armate; c'è stato quindi il conflitto a fuoco (una quindicina i colpi sparati) e due agenti della Polizia penitenziaria sono rimasti feriti anche se solo lievemente e subito dopo portati in ospedale, mentre la banda e Cutrì sono riusciti a far perdere le proprie tracce.
Cutrì da oltre un anno era in carcere, condannato con l’ergastolo perché giudicato il mandante dell’omicidio del giovane polacco Lukacz, assassinato in un agguato mentre tornava a casa in via Garibaldi, nel pieno centro storico di Trecate. Movente? La gelosia, in quanto il 22enne avrebbe fatto un apprezzamento alla sua ragazza.