Miasino - Sono in molti ad avere espresso soddisfazione per lo sgombero del Castello di Miasino. Queste le parole del sottosegretario al Welfare, on. Franca Biondelli (Pd): "Lo sgombero del Castello di Miasino è una vittoria della legalità sulla prepotenza delle mafie. Ora le istituzioni si impegnino a difendere e valorizzare un bene finalmente tornato nella disponibilità dei cittadini. Mi auguro che un’azione altrettanto incisiva e definitiva venga presa anche su un altro bene confiscato: la Torretta di Borgomanero. Edificio che giace inutilizzato e che invece dovrebbe essere anch’esso restituito ai cittadini. Nel dicembre del 2013 insieme al senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd presso la commissione antimafia e il coordinatore degli Ecologisti Democratici Fabrizio Barini avevamo chiesto un intervento del prefetto sull’agenzia dei beni confiscati. Crediamo che i tempi siano maturi per affrontare e risolvere anche questo problema".
Dall'associazione Libera spiegano: "Una buona notizia. Si tratta di un provvedimento di assoluta importanza perché pone fine alla permanenza abusiva dei familiari del boss Galasso e della società a loro legata, la Castello di Miasino srl. A due settimane dal laboratorio partecipativo “Un castello di idee”, organizzato dal coordinamento provinciale di Libera a Novara e volto a rendere protagoniste le numerose realtà territoriali del processo di progettazione e riutilizzo sociale dell’immobile, si rende quindi palese la necessità di lavorare nel più efficiente dei modi per garantire che l’iter di riutilizzo sociale del Castello si compia nel più breve tempo possibile. In una nota Libera interviene sullo sgombero del bene confiscato noto come Castello di Miasino, confiscato in via definitiva alla famiglia del boss di camorra Pasquale Galasso. Al di là della messa in sicurezza dell’immobile e della vigilanza che le Istituzioni garantiranno, occorre che tutti i soggetti coinvolti si attivino per risolvere i nodi ancora da sciogliere. In particolare – prosegue nella nota Libera - è fondamentale che in tempi brevi la Regione Piemonte ufficializzi all’Agenzia nazionale la manifestazione d'interesse ad acquisire il bene nel suo patrimonio indisponibile, procedendo successivamente all'assegnazione tramite bando pubblico. Le particolari condizioni del bene, le sue caratteristiche architettoniche e la presenza all’interno di un’impresa attiva fino ad oggi, rendono impensabile immaginare che l’immobile possa restare inutilizzato per un lungo lasso di tempo. È necessario che il Castello di Miasino diventi da oggi priorità regionale e nazionale per tutti quei soggetti - sia istituzionali sia del partenariato economico e sociale - che credono come il miglior modo per testimoniare un impegno diretto ed efficace contro le organizzazioni criminali sia quello di trasformare presidi di malaffare e violenza in occasioni di riscatto civile, sociale e di sviluppo economico".
Roberto Leggero, presidente dell'associazione La Torre-Mattarella: "L'Associazione La Torre-Mattarella apprende con soddisfazione che le forze dell'ordine - su impulso del direttore dell'Agenzia per i beni sequestrati, Umberto Postiglione - stanno procedendo allo sgombero del Castello di Miasino, confiscato definitivamente dal 2009, ma ancora occupato e gestito da una società riconducibile a familiari dell'ex titolare del castello, Galasso, uno dei capi storici della camorra. Ora che la strada è stata aperta grazie alla Regione, è necessario arrivare presto al riutilizzo degli altri beni confiscati che si trovano a Borgomanero,a Castelletto Ticino e a Novara. Infatti, se il castello di Miasino era troppo oneroso per poter essere gestito da un piccolo comune, la dimensione degli altri beni confiscati e quelle dei comuni nei quali si trovano, consentono anche alle amministrazioni locali di fare la loro parte".