Arona - "Apprendiamo con molto dolore e amarezza - spiegano Mary Longano, Virginia D'Angelo e Ilaria Cornalba (Pd) - quanto accaduto alle due ragazze di Arona, condannate e insultate solo per aver manifestato il loro orientamento sessuale. Martina ed Erika sono una coppia, duramente condannate per il solo fatto di aver postato sui social un loro momento d’intimità racchiuso in una foto, questo è bastato per essere insultate e ripetutamente offese con dure frasi contenenti minacce di morte e di offese. Anche in questo periodo difficile che ognuno di noi si trova a vivere causato dalla pandemia del Covid-19, queste due ragazze sono state bersaglio di odio e violenza sui social dove in maniera assurda sono state additate di diffondere il Coronavirus. Tutto ciò è assurdo ma ancor più inammissibile è che questa omofobia, purtroppo, non circola sui social con varie forme di cyber-bullismo, la cui legge tra l’altro nasce proprio dal nostro territorio grazie all’impegno della promotrice Elena Ferrara, ma traspare in qualsiasi atteggiamento quotidiano, in cui spesso bastano degli sguardi per trasmettere i pregiudizi di tante persone. Purtroppo il lockdown causa Covid -19 non è riuscito a fermare questi atti di violenza e di istigazione all’odio, che sono inaccettabili per un Paese civile e culturalmente evoluto come il nostro, nel quale non possiamo più acconsentire che l’orientamento sessuale delle persone possa essere un pretesto per alimentare l’odio e che non ci siano ancora gli strumenti per contrastare l’omofobia. Lo scorso 27 febbraio l’On. Alessandro Zan aveva annunciato che il 31 marzo la proposta di Legge contro l’omotransfobia sarebbe dovuta arrivare nelle aule del Parlamento ma, purtroppo a causa del virus, tutto si è fermato, ma non possiamo permettere che si perda ancora tempo per portare avanti una proposta di tale importanza. Il Partito Democratico deve essere promotore di tale iniziativa e non smettere mai di dar voce al tema del contrasto alla violenza di natura omotransfobica, sia essa fisica che verbale; infatti la proposta di Legge chiederebbe di inserire l’orientamento sessuale e l’identità di genere all’interno dell’attuale impianto giuridico, allo scopo di estendere la normativa già esistente alla protezione della popolazione Lgbt, per cui il reato di istigazione alla violenza e alla discriminazione sarebbe punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni a chi istiga a commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici nazionali o religiosi o fondati sull’orientamento sessuale e identità di genere. Il Partito Democratico chiede che venga presa in seria considerazione la possibilità dell’inserimento nelle scuole della materia specifica di “educazione al rispetto”: tale disciplina è essenziale al fine della prevenzione degli atti verbali e fisici di violenze e odio nella società e in qualsiasi ambito".
Dall'associazione radicale Adelaide Aglietta affermano con una nota: "Martina e la sua compagna Erika subiscono da mesi un attacco sui social con insulti violenti, minacce e accuse ridicole come quella che, in quanto lesbiche, siano colpevoli della pandemia. In seguito a questo deprecabile evento il Presidente di Radicali Italiani Igor Boni ha rilasciato la seguente dichiarazione: Gli insulti sui social sono ormai una regola, divengono particolarmente gravi quando colpiscono in nome del proprio orientamento sessuale, del colore della pelle, del proprio credo religioso o delle proprie origini territoriali. La violenza delle parole è terribile perché lascia segni profondi anche se invisibili. Questo fenomeno non è nuovo e non può essere rimosso o derubricato in nessun modo, perché additare i supposti 'diversi' a colpevoli di tutto è il metodo tipico di xenofobi e populisti della peggior specie. Purtroppo questi episodi non sono rari e denotano un clima di odio in una parte della popolazione che non si argina semplicemente solidarizzando con le vittime ma con atti politici che producano parità di diritti e doveri per tutti, alla faccia di chi insulta e minaccia. Dopo decenni di lotte siamo riusciti ad ottenere le Unioni civili, oggi, come accaduto nella maggior parte dei Paesi europei, si deve fare un ulteriore passo avanti per conquistare il matrimonio egualitario anche per le persone dello stesso sesso".