Miasino - Tra pochi giorni la Carovana internazionale antimafia farà tappa nel Novarese, più precisamente al Castello di Miasino, bene confiscato di cui si è scritto e parlato molto nei tempi recenti. Sette Paesi europei, quattro mesi di viaggio, decine di tappe, 3.000 km percorsi e molti altri in programma: ecco qualche numero sulla Carovana promossa da Arci, Libera, Avviso Pubblico, Cigl, Cisl e Uil. Il titolo di questa edizione è "Le periferie al centro". Una società che vuole davvero sconfiggere le mafie deve preoccuparsi anzitutto di essere inclusiva, a partire da tutti coloro che vivono lontani dal centro. I luoghi periferici sono il tessuto più vulnerabile all’infiltrazione mafiosa, alla sua violenza e sopraffazione. Le mafie sono un agente di marginalità: sguazzano nel degrado e nei quartieri disagiati e di questo decadimento sono le principali responsabili.
Dall'11 al 13 settembre toccherà al Piemonte, con le visite a Cascina Graziella, bene confiscato di Moncalvo (Asti), a Courgnè, presso la villa confiscata al boss Bruno Iaria, e al "nostro" Castello di Miasino.
Sarà un'occasione per fare il punto sul percorso di riutilizzo sociale del bene, sgomberato a febbraio e di cui la Regione ha deciso di farsi carico e per tenere i riflettori accesi sul tema dei beni confiscati e sulla necessità di garantire un vero riutilizzo. Il Castello è una risorsa sociale ed economica di grande importanza per il nostro territorio, occorre un progetto sostenibile in grado di rendere produttivo il bene e di sancire la vittoria delle istituzioni e di tutta la collettività.
Intanto, sabato 12 alle ore 11 i cancelli del castello saranno aperti per un incontro tra la delegazione della Carovana e i rappresentanti delle istituzioni locali, a cui la stampa è invitata a partecipare.