Borgomanero - «La violenza sulle donne non è qualcosa di cui si parla solo in tv. Fatti di questo tipo succedono anche qui, magari nella casa accanto alla nostra». È il passaggio centrale dell'intervento del presidente di Mamre Mario Metti che giovedì sera ha preso parte a un convegno ospitato dalla casa famiglia “Don Vincenzo Annichini” di Santo Stefano di Borgomanero. Fra gli ospiti, la psicoterapeuta bosniaca Sabiha Husic e il frate francescano di Visoko Ivan Nujic. «Fra il 1992 e il '97, nel periodo della guerra nella ex Jugoslavia - ha evidenziato - nell'ambito dell'iniziativa “Insieme siamo speranza”, sostenuta da un centinaio di persone delle province di Novara, Verbania e Vercelli, ci siamo recati 21 volte a Mostar non solo portando aiuti alimentari alle popolazioni, ma anche finanziando, con un contributo, la creazione di un consultorio».
Sempre Metti ha ricordato un episodio: «Una volta, all'uscita dal santuario di Boca, sono stato fermato da una donna che mi ha detto: “Spero di non essere la prossima vittima”. La conferma di quanto è grave questo problema». Ma s'è anche soffermato sulla casa di accoglienza “Piccolo Bartolomeo” da lui fondata e diretta: «Inizialmente era strutturata in modo diverso dall'attuale: quando è nata si basava esclusivamente sul volontariato, mentre adesso possiamo contare su quattro educatori professionali e due psicologi, oltre a una psicoterapeuta grazie a un progetto del Rotary di Borgomanero e Arona. È doveroso un grazie innanzitutto al presidente Carlo Frattini e al professor Giuliano Ladolfi. E un altro grazie lo voglio rivolgere al club “Alto Novarese”del Soroptimist, qui rappresentato dalla presidente Grazia Nuvolone, che sta generosamente sostenendo la costruzione della nuova comunità mamma-bambino “casa Irene”».