Momo - Servivano giubbotti “Moncler” o “Peuterey”? Si cercavano scarpe “Hogan”? Urgevano maglioncini “Fred Perry” o ”Ralph Lauren”? Il tutto ad un prezzo abbordabile, stante la nota fase congiunturale non favorevole? Nessun problema: bastava rivolgersi a V. G., 47enne di Oleggio (No), il quale era in grado di soddisfare le esigenze di capi “griffati” quasi al pari delle più blasonate boutique dei centri metropolitani. Peccato però che fosse tutto rigorosamente falso. E’ quanto hanno accertato i Finanzieri della Sezione Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Tributaria di Novara che, nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, erano da tempo sulle tracce di quel singolare fornitore di capi di abbigliamento. La centrale dello smercio dei prodotti contraffatti è stata infine individuata in Momo (No), all’interno di un garage nella disponibilità dell’uomo, denunziato alla Procura di Novara in relazione alle fattispecie criminose di contraffazione e ricettazione. Sono in totale 288 i capi di abbigliamento ed accessori - distinti tra giubbotti, piumini, maglioncini, bomber, soprabiti e scarpe delle case produttrici note soprattutto ai più giovani - posti sotto sequestro, oltre a 174 etichette recanti il marchio “Moncler”, pronte per l’eventuale contraffazione di ulteriori capi. Il detentore dei materiali non è stato ovviamente in grado di esibire documentazione commerciale (fattura, bolletta doganale etc.) attestante la legittima provenienza della merce, né ha inteso fornire indicazione alcuna, se non estremamente generica, in merito al luogo di approvvigionamento della merce o alle generalità del fornitore.
“La globalizzazione - commenta il comandante provinciale delle Fiamme Gialle, Col. t.SFP Angelo Russo - ha portato al moltiplicarsi della contraffazione delle merci. La minaccia non riguarda solo le imprese ma anche i consumatori per l’offerta di merci insicure o nocive. La contraffazione produce grandi utili servendosi di una rete distributiva composta da soggetti debolissimi. L’obiettivo del Corpo è quello di esercitare il controllo del territorio mirando alla ricostruzione della filiera del falso, al fine di colpire le organizzazioni a monte che gestiscono i centri di produzione, i canali d’importazione e di stoccaggio nonché quelli di distribuzione delle merci fino alla fase finale della vendita al pubblico, che viene effettuata non solo nel commercio sulle vie cittadine, ma anche attraverso l’e-commerce illegale e la rete dei negozi regolari, ove la merce contraffatta viene talvolta offerta in modo fraudolento alla clientela accanto a quella originale. L’approccio operativo alla problematica, peraltro, non riguarda soltanto la repressione del reato di contraffazione in senso stretto, ma anche il contrasto a tutti quegli illeciti correlati a questo fenomeno, quali l’evasione fiscale e contributiva, il riciclaggio degli ingenti proventi che se ne ricavano, lo sfruttamento del lavoro nero e irregolare, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e le violazioni in materia di sicurezza dei prodotti e di salute dei consumatori”.