Novara - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Como, ha dato esecuzione, già dalle prime ore della mattina del 13 giugno scorso, a 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere, a 23 perquisizioni di abitazioni e sedi societarie, ed al sequestro di numerosi beni immobili, sia residenziali che industriali, autovetture e conti correnti per un valore di circa 18 milioni di euro, nei confronti di 27 persone indagate nell’ambito di una complessa attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica lariana, P.M. Dott. Giuseppe ROSE, per la repressione delle frodi fiscali. Secondo quanto affermato nei provvedimenti emessi dal G.I.P. Dott.ssa Nicoletta Cremona, le indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso di ricostruire un complesso meccanismo fraudolento messo in atto negli anni 2009/2010 da un’azienda comasca operante nel settore dei metalli ferrosi, realizzato attraverso l'emissione e l’annotazione, da parte di società riconducibili agli indagati, di centinaia di autofatture false intestate a soggetti privati (nella maggior parte dei casi persone decedute o semplici pensionati assolutamente inconsapevoli), attestanti scambi commerciali di migliaia di tonnellate di scarti di ferro, lamiere ed ottone mai avvenuti. Questo artificio permetteva ai reali fornitori (società commerciali realmente esistenti coinvolte nella frode) di cedere il materiale “in nero”, cioè in totale evasione d’imposta, ad altre aziende interessate dalla frode fiscale. A rendere particolarmente insidioso il sistema fraudolento è stato il continuo e massiccio uso di denaro contante per pagare le cessioni “in nero”, circostanza che ha reso particolarmente arduo il compito di ricostruire con esattezza le reali operazioni commerciali poste in essere. Un altro importante fatto emerso dalle indagini è che i reali destinatari della merce venduta “in nero”, nella maggior parte dei casi erano privi delle autorizzazioni ai fini ambientali che la legge prevede in capo agli operatori del settore. Fino ad oggi, e salvo il successivo naturale sviluppo ai fini fiscali delle indagini penali, che comunque ancora proseguono, le cifre della frode sono rilevanti: individuati elementi di reddito sottratti a tassazione per 57 milioni di euro, e fatture false per un totale di 31 milioni di euro. Le società complessivamente coinvolte sono 20, tutte con sede nel nord del Paese, tra Lombardia, Piemonte (una in provincia di Novara) e Veneto. Il patrimonio sottoposto a sequestro si compone di 9 immobili residenziali (tra cui abitazioni di pregio a Courmayeur, Valtournenche, e Camogli), 2 stabilimenti industriali, 60 automezzi commerciali, 20 autoveicoli e 75 conti correnti bancari e postali, per un valore complessivo pari ad oltre 18 milioni di euro. Tra le autovetture sequestrate, fanno bella mostra di sé una Ferrari F430 ed una Lamborghini Gallardo, che il titolare della principale azienda coinvolta aveva presumibilmente acquistato con i proventi della frode. La Ferrari era stata negli ultimi giorni delle indagini intestata ad una società rumena, ma l’espediente non ne ha impedito il sequestro. I reati a vario titolo contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e l’emissione ed utilizzo di fatture false, oltre alla violazione della normativa ambientale.