Novara - L’11 novembre è la giornata nazionale delle cure palliative in cui viene celebrato il gesto semplice con cui 1.700 anni fa circa, San Martino di Tours, giovane soldato, incontrando sulla sua strada un mendicante seminudo sfinito dalla stanchezza e dal freddo, decise di tagliare a metà il suo mantello per offrirglielo come ristoro. La tradizione narra che in quel momento, improvvisamente, il tempo cambiò e l’aria si fece incredibilmente mite: da qui l’estate di San Martino. Da quel gesto risale l’origine delle cure palliative: il termine palliativo deriva infatti dal latino pallium, ovvero mantello, il mantello di San Martino che offre accudimento e conforto. Le cure palliative non rappresentano un qualcosa di inutile, come l’etimologia originaria del termine “palliativo” può far pensare, ma un cura totale della persona affetta da una patologia per la quale non ci sono terapie finalizzate alla guarigione.
"Esistono malattie inguaribili ma non esistono pazienti incurabili. Partendo da questo principio, il modello assistenziale delle Cure Palliative mette al centro della cura la persona malata con la sua famiglia, rispondendo a quei bisogni fisici, spirituali, psicologici e sociali che si presentano e si delineano nella fase terminale di malattia. Le cure palliative non sono un “non fare”, ma “fare” ciò che è appropriato, proporzionale e utile in quel momento per il paziente, al fine di offrire la miglior qualità di vita possibile, ridurre la sofferenza inutile, la disperazione e il senso di abbandono caratteristici delle malattie inguaribili e garantire un fine vita dignitoso afferma Sandra Grazioli, Responsabile Cure Palliative/Hospice/Terapia del Dolore dell’Asl Novara - Le cure palliative coinvolgono diverse figure professionali ognuna con il proprio ruolo e competenze: medici, infermieri, operatori socio sanitari, assistenti sociali, psicologo e volontari. Lavorare in un servizio di Cure Palliative significa confrontarsi ogni giorno con storie di vite sconvolte dalla malattia, con la terminalità e con la sofferenza. Vuole dire anche occuparsi della cura dei malati inguaribili con aspettative di vita limitate, concentrando l’attenzione sulla gestione dei sintomi del paziente, sulla condivisione delle aspettative e degli obiettivi dell’assistenza con il malato e i suoi familiari, mediante un costante lavoro di équipe e pianificazione delle cure e sul supporto alle famiglie delle persone con malattie inguaribili – prosegue Grazioli – Mai come in questi due ultimi anni i valori cardine delle cure palliative si sono fatti sentire prepotentemente con una sorta di riscoperta del modello del “prendersi cura” della persona malata. L’emergenza sanitaria legata alla pandemia da covid19 infatti ha accentuato alcuni temi quali: la garanzia della tutela della dignità nella morte e della non sofferenza, la terminalità, la condivisione dei percorsi e delle scelte assistenziali, la proporzionalità delle cure, la solitudine, il supporto alle famiglie e la gestione del lutto, ma anche la solitudine, il senso di abbandono ed i limiti della medicina. Non è stato semplice per un servizio come quello di cure palliative, nel quale la vicinanza e la presenza fanno parte integrante della cura, dover fare i conti con le norme di tutela che hanno limitato il contatto con pazienti e famiglie. La pandemia ci ha insegnato l’importanza di uniformare l’intervento palliativo sul territorio con nuove risorse, protocolli e condivisione dei percorsi assistenziali oltre che potenziare la rete e la continuità ospedale-territorio. E’ stata istituita inoltre la Scuola di Specializzazione in Cure Palliative ( Legge n.77 del 17 Luglio 2020 , all’art. 5); segno questo della volontà di portare all’interno delle università e della società la cultura medica ed assistenziale del prendersi cura".
Giornate come quella di San Martino non devono essere solo una sorta di ricorrenza annuale fine a se stessa, ma deve servire per diffondere e sensibilizzare ai principi delle cure palliative come espressione completa di quella umanizzazione delle cure che i pazienti e le famiglie richiedono e hanno bisogno.