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Aiuto, sono vittima di violenza: cosa devo fare?

Novara - Un reato terribile, drammatico e che purtroppo è di estrema attualità: la violenza sulle donne. Ecco alcuni consigli da parte dello Sportello Donna Aied, gruppo di lavoro che a Novara da tempo si occupa di questa tremenda piaga. 

Cosa si deve fare quando si è vittima di violenza? 
Allo Sportello contro la violenza sulle donne dell’AIED Novara, tante volte ci siamo sentiti rivolgere questa domanda.
Proviamo a dare qualche “dritta” da seguire nell’immediatezza dell’accaduto.
Per prima cosa, certamente chiamare le Forze dell’ordine. 
Se si è in pericolo, è questa la prima cosa da fare. Carabinieri e Polizia infatti sono i soggetti primari cui rivolgersi in questi casi. Possono intervenire con prontezza ed hanno tutti i poteri, anche coercitivi, che la legge riconosce loro, appunto quali forze dell’ordine.
Poi è utilissimo rivolgersi ad un Centro antiviolenza alle donne. Qui si può trovare accoglienza, assistenza legale e psicologica da parte di operatori preparati e specializzati. 
Lo sportello gratuito contro la violenza sulle donne dell’AIED di Novara è aperto tutti i lunedì dalle 9 alle 12 e tutti i giovedì dalle 9 alle 12. Vi è inoltre una segreteria telefonica sul cellulare dedicato, n.3738224668, attiva tutti giorni, h 24, cioè a tutte le ore del giorno e della notte. I messaggi in segreteria verranno ascoltati dagli operatori dell’AIED, che potranno anche richiamare le persone interessate quanto prima. E’ quindi sempre opportuno lasciare nome e cognome. Al numero di cellulare si possono anche inviare sms e messaggi con whatsapp. E’ attiva altresì una mail: sportellodonnaaied@gmail.com.
Nei Centri antiviolenza le donne possono spiegare, con tutta calma, raccontando ciò che è accaduto nella certezza di trovare persone disponibili ad ascoltare e ad offrire gli opportuni consigli.
In proposito, presso AIED, oltre alle operatrici, sono attive psicologhe per fornire un’assistenza psicologica e avvocati.
Fondamentale poi è recarsi al Pronto Soccorso del più vicino ospedale. In primo luogo, per ricevere gli opportuni soccorsi e terapie. 
Ma si deve ricordare che recarsi al Pronto soccorso è molto importante pure ai fini della prova della violenza subita. Al servizio medico del nosocomio viene invero rilasciato al paziente un referto medico, in cui si dà atto della diagnosi, ossia della lesione riscontrata dai sanitari, degli accertamenti medici eseguiti e della terapia. Ovviamente, bisogna rispondere sinceramente al personale sanitario quando domanda cosa è accaduto, affinchè nel certificato medico venga riportato correttamente che si è state vittime di violenza.
Tutto ciò è di essenziale valenza ai fini della prova del reato.
Altro step imprescindibile infatti è la denuncia di quanto accaduto agli organi giudiziari competenti. Recandosi presso le forze dell’ordine (Carabinieri o Polizia) o avvalendosi del tramite di un legale, occorre denunciare quanto accaduto. L’esposizione dei fatti deve essere più precisa e completa possibile, raccontando tutto senza omettere nulla. Sarà poi cura degli organi di giustizia selezionare i fatti importanti da quelli eventualmente irrilevanti. Qui si dica tutto: fatti accaduti, testimoni presenti con nome e cognome, lesioni subite, ecc. 
Più completa e precisa sarà la denuncia e meno possibilità avrà, se ovviamente vi sono gli estremi di un reato, di essere archiviata perché non vi sono sufficienti elementi per sostenere l’accusa contro il responsabile. Invero, più è completa e precisa e più è non solo convincente, ma offre maggiori spunti agli organi giudiziari per lo svolgimento delle indagini difensive cui detti organi sono deputati. In questa prospettiva, il referto del Pronto soccorso assume notevole rilevanza perché dà evidente prova, nell’immediatezza dell’accaduto, delle lesioni riportate e della loro entità.
E’ importante infine seguire i consigli dei Centri antiviolenza e dei servizi sociali che daranno, in relazione ad ogni caso specifico, i migliori consigli.
Sportello Donna AIEDAiuto… sono vittima di violenza… cosa devo fare?
Cosa si deve fare quando si è vittima di violenza? 
Allo Sportello contro la violenza sulle donne dell’AIED Novara, tante volte ci siamo sentiti rivolgere questa domanda.
Proviamo a dare qualche “dritta” da seguire nell’immediatezza dell’accaduto.
Per prima cosa, certamente chiamare le Forze dell’ordine. 
Se si è in pericolo, è questa la prima cosa da fare. Carabinieri e Polizia infatti sono i soggetti primari cui rivolgersi in questi casi. Possono intervenire con prontezza ed hanno tutti i poteri, anche coercitivi, che la legge riconosce loro, appunto quali forze dell’ordine.
Poi è utilissimo rivolgersi ad un Centro antiviolenza alle donne. Qui si può trovare accoglienza, assistenza legale e psicologica da parte di operatori preparati e specializzati. 
Lo sportello gratuito contro la violenza sulle donne dell’AIED di Novara è aperto tutti i lunedì dalle 9 alle 12 e tutti i giovedì dalle 9 alle 12. Vi è inoltre una segreteria telefonica sul cellulare dedicato, n.3738224668, attiva tutti giorni, h 24, cioè a tutte le ore del giorno e della notte. I messaggi in segreteria verranno ascoltati dagli operatori dell’AIED, che potranno anche richiamare le persone interessate quanto prima. E’ quindi sempre opportuno lasciare nome e cognome. Al numero di cellulare si possono anche inviare sms e messaggi con whatsapp. E’ attiva altresì una mail: sportellodonnaaied@gmail.com.
Nei Centri antiviolenza le donne possono spiegare, con tutta calma, raccontando ciò che è accaduto nella certezza di trovare persone disponibili ad ascoltare e ad offrire gli opportuni consigli.
In proposito, presso AIED, oltre alle operatrici, sono attive psicologhe per fornire un’assistenza psicologica e avvocati.
Fondamentale poi è recarsi al Pronto Soccorso del più vicino ospedale. In primo luogo, per ricevere gli opportuni soccorsi e terapie. 
Ma si deve ricordare che recarsi al Pronto soccorso è molto importante pure ai fini della prova della violenza subita. Al servizio medico del nosocomio viene invero rilasciato al paziente un referto medico, in cui si dà atto della diagnosi, ossia della lesione riscontrata dai sanitari, degli accertamenti medici eseguiti e della terapia. Ovviamente, bisogna rispondere sinceramente al personale sanitario quando domanda cosa è accaduto, affinchè nel certificato medico venga riportato correttamente che si è state vittime di violenza.
Tutto ciò è di essenziale valenza ai fini della prova del reato.
Altro step imprescindibile infatti è la denuncia di quanto accaduto agli organi giudiziari competenti. Recandosi presso le forze dell’ordine (Carabinieri o Polizia) o avvalendosi del tramite di un legale, occorre denunciare quanto accaduto. L’esposizione dei fatti deve essere più precisa e completa possibile, raccontando tutto senza omettere nulla. Sarà poi cura degli organi di giustizia selezionare i fatti importanti da quelli eventualmente irrilevanti. Qui si dica tutto: fatti accaduti, testimoni presenti con nome e cognome, lesioni subite, ecc. 
Più completa e precisa sarà la denuncia e meno possibilità avrà, se ovviamente vi sono gli estremi di un reato, di essere archiviata perché non vi sono sufficienti elementi per sostenere l’accusa contro il responsabile. Invero, più è completa e precisa e più è non solo convincente, ma offre maggiori spunti agli organi giudiziari per lo svolgimento delle indagini difensive cui detti organi sono deputati. In questa prospettiva, il referto del Pronto soccorso assume notevole rilevanza perché dà evidente prova, nell’immediatezza dell’accaduto, delle lesioni riportate e della loro entità.
E’ importante infine seguire i consigli dei Centri antiviolenza e dei servizi sociali che daranno, in relazione ad ogni caso specifico, i migliori consigli.