Novara - È Armando Genazzani dell’Università del Piemonte Orientale "A. Avogadro" di Novara, tra i vincitori del bando di concorso 2019 promosso dalla Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. Il Prof.re Genazzani del Dipartimento di Scienze del Farmaco è stimato dai colleghi e dagli studenti per la sua mastodontica cultura nonchè preparazione: non a caso il dottor Genazzani ha vinto diversi premi (Glaxo, Premi e borza Peter Baker, borsa e grant David Philipps, della Royal Society, Galeno) e – nonostante la giovane età – ha conseguito differenti dottorati in Farmacologia (Cambridge, Oxford) con i più alti riconoscimenti internazionali per contributi scientifici.
Il progetto si propone di valutare i meccanismi d’azione che sottendono alla comparsa di questo effetto collaterale durante la terapia oncologica, di valutare se vi è una predisposizione genetica e nuovi farmaci in grado di contrastare la neuropatia.
Il gruppo di ricerca, partendo dall’ipotesi che cellule attive metabolicamente richiedono elevate quantità di NAD e di ATP, valuta il ruolo di questo enzima nella tumorigenesi e nell’infiammazione Partendo inoltre dalle osservazioni recenti del coinvolgimento delle cellule astrocitarie nella malattia di Alzheimer, valuta la possibilità che queste cellule possano avere un coinvolgimento patogenetico nelle malattie neurodegenerative con l’ambizione di sviluppare strategie terapeutiche legate a questi meccanismi.
Inoltre si cerca di identificare molecole con attività terapeutiche per alcune malattie rare legate a difetti gain-of-function di canali del calcio.
Una scoperta, questa, che ha completamente rivoluzionato le teorie preesistenti sulla specializzazione cellulare da parte di uno scienziato estremamente creativo, di una persona aperta e comunicativa, una personalità importante non solo per l’ insegnamento, ma anche per l’Italia come piattaforma di ricerca.
Il nostro Paese ha i cervelli, ha le potenzialità e Genazzani ha lanciato, per l’ennesima volta, il messaggio di come si possa esser orgogliosi di un insegnante umile, padre di famiglia, di un ragazzo della “porta a fianco” premiato per la sua dedizione all’attività scientifica svolta e per la rilevanza internazionale del suo apporto alla ricerca.
Francesca Riga