Novara - Tra venerdì 20 e sabato 21 luglio per tre italiani residenti nella nostra provincia si sono aperte le porte del carcere per definire il proprio conto in sospeso con la Giustizia. La Squadra Mobile di Novara, infatti, ha dato esecuzione a provvedimenti definitivi emessi dai giudici novaresi a carico di altrettante persone che devono scontare diversi anni di reclusione. In particolare, D.A., 30enne originario della Calabria, nel febbraio del 2010 all’altezza del casello di Novara est era stato fermato da personale di questo Ufficio, per un controllo, mentre era a bordo della sua autovettura in compagnia di un amico. L’atteggiamento assunto dai due aveva subito fornito conferme al sospetto, generato da pregressa attività info-investigativa, che potessero nascondere qualcosa di illecito. La successiva perquisizione della vettura aveva infatti consentito di rinvenire la considerevole quantità di circa 400 grammi di cocaina, che i due soggetti, poi arrestati, avevano appena acquistato nel milanese per destinarla allo spaccio a Novara. D.A. dovrà scontare in carcere ben 6 anni e 4 mesi.
Tre anni e 4 mesi a testa, invece, dovranno scontare due coniugi di Gozzano: C.M. di 40 anni, originario della Svizzera, e S.F., 35enne, proveniente dalla Sardegna. I due sono stati condannati per aver fornito supporto logistico ad una batteria di rapinatori sardi che tra il luglio e l’ottobre del 2009 ha effettuato diverse rapine a mano armata a istituti bancari di Arona e Borgomanero. Alla individuazione dei colpevoli, che agivano sempre travisati con parrucche per rendere difficoltoso il riconoscimento, si era giunti grazie ad una proficua collaborazione con le Squadre Mobili della Sardegna, dove erano stati commessi fatti analoghi con simile modus operandi tra aprile e giugno dello stesso anno. Una attenta ricostruzione delle frequentazioni e dei movimenti di due principali sospettati aveva consentito di ricostruire la fisionomia dell’intera organizzazione, che contava una decina di componenti. Ai correi è stato contestato anche il furto di diverse autovetture usate poi per fuggire dai luoghi delle rapine; queste ultime avevano fruttato la somma in contanti di circa 60.000 euro.