Novara - Nel pomeriggio di venerdì 6 giugno personale della Questura di Novara ha tratto in arresto un cittadino novarese, di 41 anni, reo di aver posto in essere l’ennesimo atto persecutorio nei confronti della ex moglie e dei familiari di lei. In particolare l’ex marito, mai arresosi alla separazione dalla compagna, anch’ella quarantunenne, da circa due anni ha rivolto alla donna minacce, invettive e pressioni di vario genere, tanto da indurre la donna a querelare più volte il soggetto. Nel pomeriggio di ieri, dopo averla perseguitata con circa 25 telefonate nel corso della giornata, l’ex marito si è presentato sotto casa della donna che, impaurita, si è rifiutata di vederlo. Vista l’insistenza dell’uomo, il padre di lei ha provato a convincerlo dal desistere dall’intento molesto, senza alcun esito se non quello di vedersi rivolte invettive e minacce. Prima che la situazione degenerasse, tuttavia, è intervenuta una pattuglia della Polizia di Stato che allertata su linea 113, ha rintracciato il soggetto poco distante dall’abitazione della donna e, dopo gli accertamenti del caso, ha proceduto all’arresto del medesimo traducendolo presso la locale Casa Circondariale. La donna, trovata in lacrime dagli agenti, ha dichiarato tra l’altro di aver perso circa 20 chilogrammi di peso a causa del particolare stato d’ansia generato dalla vicenda familiare. Proprio l’ansia e la tensione, manifestatesi in questo caso anche in evidenti conseguenze fisiche, sono tra gli effetti lesivi più gravi riferibili al reato di cui all’art. 612 bis c.p. odioso proprio per la condizione in cui la vittima viene ridotta: a tutti gli effetti una preda, a fronte di persecutorie azioni che sempre più spesso si fermano solo dinanzi all’intervento delle Forze dell’Ordine.