Novara - Nel pomeriggio del 23 novembre i poliziotti della Questura di Novara hanno proceduto all’arresto di Kachbouri Moujahed, nato in Tunisia il 06.04.1974, colto in flagranza del reato di cui all’art. 73 del D.P.R. 309/1990, nonché deferito in stato di libertà ai sensi dell’Art. 496 del C.P. In particolare, alle ore 13:40 dello stesso giorno, durante il servizio di volante finalizzato alla repressione e contrasto al traffico di sostanze stupefacenti, il precitato Kachbouri , già noto alla Questura, veniva visto in atteggiamento sospetto in questo Corso XXIII Marzo. Lo stesso, infatti, al passaggio della pattuglia della Polizia, cambiava repentinamente la propria direzione di marcia, col chiaro intento di sottrarsi ad eventuali controlli, il tutto sotto l’occhio discreto dei poliziotti. Prontamente fermato, il Kachbouri cercava invano di liberarsi della droga in suo possesso, provando maldestramente a gettare un portamonete contente 13 panetti di hashish lungo la strada luogo del controllo. Detto gesto non passava inosservato ai poliziotti della volante che da tempo tenevano sotto controllo il soggetto sospettato per l’attività di spaccio nella zona di piazza Garibaldi. Si procedeva, quindi, all’immediata perquisizione dell’abitazione del soggetto dove venivano rinvenuti altri panetti di hashish, anche questi confezionati in porzioni regolari chiaramente destinate alla cessione, per un totale di 110 gr. Nella disponibilità del Kachbouri venivano altresì rinvenute 10 dosi di cocaina, per un totale di 6,5 gr, nonché 700 euro in banconote da 20 e 50 euro, occultate sotto il tavolo della propria cucina. Nel momento del primo controllo il Kachbouri aveva addirittura dichiarato di non essere residente in città, sostenendo di vivere a Legnano, senza sapere che i poliziotti da tempo ne osservavano i movimenti proprio al fine di individuarne la dimora. Ed infatti, rinvenuto indosso al medesimo un mazzo di chiavi, le pattuglie intervenute si recavano presso lo stabile dove si sospettava vivesse l’uomo, dinanzi al quale, a riprova della bontà dell’intuizione, veniva rinvenuta la bicicletta usata dal medesimo nelle sue “passeggiate di lavoro” nella zona della stazione. Entrati in casa, oltre alla droga sequestrata, i poliziotti trovavano una ragazza marocchina, rivelatasi estranea ai fatti, che tuttavia confermava la disponibilità dell’abitazione in capo al Kachbouri.
L’arresto del tunisino costituisce un importante risultato nell’attività di contrasto al microspaccio di stupefacenti, tenuto conto dei sospetti pendenti sul medesimo e la scaltrezza con la quale questi si è mosso sino ad oggi. Ed invero, il Kachbouri aveva da tempo destato sospetto per l’abbigliamento costoso e la presenza nelle principali aree di spaccio della città, dove questi, sornione, effettuava quotidiani passaggi in sella alla sua bicicletta, presumibilmente cercando punti di contatto con eventuali acquirenti. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente, il tunisino è stato associato alla locale Casa Circondariale in stato d’arresto con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio.