Novara - La Struttura di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara (diretta dal dott. Maurizio Viri) ha sviluppato il progetto di un Centro specializzato rivolto ai bambini di età 0-3 anni con disturbi dello spettro autistico, dove avviare un “primo intervento”, in continuità con il percorso diagnostico. «I primi sintomi vengono riconosciuti generalmente intorno ai 24 mesi, ma possono essere osservati anche prima dei 12 - spiega il dott. Viri - Di fondamentale importanza risulta la formulazione di una diagnosi precoce. Ciò permette di programmare un intervento tempestivo il cui scopo primario è quello di minimizzare i sintomi dell’autismo, sviluppare competenze che consentano di acquisire il maggior livello di autonomia possibile, così da incidere significativamente sulla qualità della vita di quel bambino e della sua famiglia, e ridurre lo stress genitoriale. Lo spettro dell’autismo richiede un percorso valutativo diagnostico complesso: accanto agli esami strumentali, che solo un servizio ospedaliero riesce a garantire, consta di un percorso psicodiagnostico sul doppio versante sintomatico e funzionale. La specificità e la multi-professionalità dell’equipe consentono una osservazione globale dello sviluppo del bambino».
Uno degli elementi essenziali dell’iter diagnostico è la possibilità di osservare il comportamento del bambino all’interno di un setting di gioco strutturato con la presenza del genitore. Una stanza attrezzata in modo idoneo diviene un ambiente adatto ad osservare il suo comportamento. E’ previsto, quindi, di affiancare, al lavoro diretto condotto da uno psicoterapeuta con mamma o papà e bambino, il supporto di tre “sportelli” informativi e formativi.
Il primo è volto a fornire le indicazioni necessarie in termini di leggi e ausili, nonché una mappatura aggiornata delle risorse territoriali. Il secondo è dedicato al rapporto con la scuola e la comunità, che, in un’epoca così precoce, sono rappresentate dal nido, dallo spazio gioco e dai vari laboratori comunali.
Il terzo è costituito da una ludoteca con materiali e giocattoli sensoriali “dedicati” da utilizzare anche a domicilio perché anche i genitori possano sviluppare e potenziare a casa le competenze sulle quali si lavora in ospedale.
Grazie alla sensibilità di un gruppo di persone, coinvolte da Salvatore Giannini, e all’Associazione “Il pianeta dei clown” ed alla loro pronta risposta, è stato possibile dotare la stanza di osservazione di un sistema chiuso di videoregistrazione, con telecamere e archivio.
A questa operazione ha contribuito con la messa in opera l’Associazione Italiana Prepper.
Il gruppo di militari dell’Aereonautica e la stessa Associazione Prepper si sono adoperati per reperire ed acquistare materiale specifico di “giochi sensoriali”, adatti alla valutazione del profilo sensoriale dei bambini. In ultimo, la "Calotta ufficiale del 1° Reparto Manutenzione Velivoli di Cameri" si è resa disponibile ad acquistare il materiale per dipingere le pareti con raffigurazioni adatte ai bambini e rendere il Centro più accogliente.
La stanza attrezzata, con la possibilità di video registrare la sessione di gioco, consente, in un secondo momento, di cogliere ed analizzare anche i minimi dettagli, difficoltà e potenzialità, del profilo di interazione di quel bambino. Tutto ciò è indispensabile quando si lavora con bambini di 12-24 mesi che si trovano fuori dall’ambiente naturale e familiare.
«Gli obiettivi di questo primo intervento sono molteplici: accompagnare i genitori nell’accettazione di una diagnosi di difficile elaborazione; svolgere un ruolo di “coaching” nei confronti dei genitori durante la seduta di gioco con il loro bambino e offrire un “parent training” a latere – continua il dott. Viri - Tale intervento prevede la partecipazione dei genitori con un ruolo “attivo”, e si rifà alle metodologie di intervento più accreditate riferite a questa delicata fascia d’età».
La Regione Piemonte ha riconosciuto dal 2009 la Neuropsichiatria Infantile dell’Aou come Centro di eccellenza per la diagnosi dei disturbi dello spettro autistico per l’età evolutiva: ogni anno accedono al servizio 130/140 bambini con sospetto disturbo, in diagnosi e in consulenza.
Afferma Pasquale Lavino, presidente dell’Associazione italiana Prepper: «I prepper sono delle persone che studiano e si preparano preventivamente a far fronte a delle emergenze improvvise che possono alterare la quotidianità di una famiglia, ma sicuramente non sono preparati a far fronte a situazioni come quelle che i medici del reparto di neuropsichiatria infantile affrontano quotidianamente, con empatia e dedizione donando ai bambini “SPECIALI” la possibilità di avere un futuro migliore insieme alle loro famiglie.
Tra i membri dell'associazione sono presenti anche medici e operatori sanitari che abbracciano lo stile di vita prepper, per tanto siamo molto propensi a dare supporto alle istituzioni e alle autorità mettendo a disposizione un backgroud culturale frutto delle esperienze di tante persone che compongono l'Associazione Italiana Prepper. Quanto fatto per l'ospedale è anche un modo per dimostrare che il nostro stile di vita può essere utile a tutti e soprattutto alle istituzioni.
Noi non potremmo mai eguagliare il lavoro svolto dai medici ma abbiamo cercato, collaborando con altre associazioni e persone animate dal medesimo scopo, di rendere quanto meno più agile e agevole il loro compito, già di per sé eccelso».
Sostiene Salvatore Pattada, presidente de “Il Pianeta dei Clown” (alla conferenza stampa era presente Daniela Vadalà): «La nostra associazione è operativa dal 2006 e in questi anni ha sempre cercato di portare nei luoghi della malattia e della sofferenza un messaggio di speranza e positività con i suoi colorati clown. Le nostre donazioni sono frutto della generosità di tutte le persone che abbiamo incontrato nel nostro percorso e che credono vivamente in noi e nel beneficio di un sorriso. Per noi è fondamentale supportare progetti dove la salute dei pazienti, in questo caso dei bambini affetti da autismo, venga messa in primo piano insieme al benessere degli operatori sanitari. Riteniamo inoltre che, soprattutto in questi ultimi due anni dove il Covid ci sta tenendo lontano dalle corsie degli ospedali dove operiamo, sia doveroso contribuire al loro sostegno e far sentire loro che ci siamo e che torneremo presto con rinnovata energia e positività».
«Ancora una volta – dichiarano il direttore generale dell’Aou, il dott. Gianfranco Zulian e il prof. Renzo Boldorini, in rappresentanza della Scuola di Medicina dell’Upo – gruppi e associazioni di volontariato affiancano il nostro ospedale in una iniziativa di particolare rilevanza. Il nostro ringraziamento va a tutti quanti hanno a cuore il benessere dei nostri piccoli ricoverati».