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Casa Benefica e Fondazione Carolina lanciano il progetto NOTO il TONO Giusto

Novara - Una primavera dedicata ai ragazzi. Un progetto per invertire la rotta di un futuro che non riesce a fare pace con le nuove generazioni. Fuori dai palazzi; dalla Cop26 al G20; fuori dalla politica, come dimostrato dall’assenteismo delle ultime amministrative, figlio di un silenzio incomprensibile sulle politiche giovanili durante i mesi di campagna elettorale. Lockdown e DAD hanno segnato una stagione certamente giù di tono per i teenager che, con alterne fortune, hanno cercato conforto e risposte nel web. “NOTO il TONO giusto” è proprio il nome del progetto presentato nel comune di Alpignano (Torino), all’interno degli spazi di via Sommeiller gestiti da Casa Benefica. Un percorso educativo rivolto agli studenti di Novara e Torino curato da Fondazione Carolina - la Onlus dedicata alla prima vittima in Italia di cyberbullismo, impegnata per il benessere dei minori online - in collaborazione con l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Casa Benefica, e con il sostegno di Regione Piemonte. Un faro puntato sul rapporto con il mondo digitale della fascia d’età 11 - 17 anni, destinataria di percorsi di educazione e responsabilizzazione digitale da realizzarsi lungo tutto l’anno scolastico. Tra i contesti beneficiari anche i centri educativi per minori, gestiti da Casa Benefica a Torino e nel suo hinterland. 

“Dal Piemonte provengono poco meno del 10 per cento delle segnalazioni pervenute a Fondazione Carolina durante la fase più critica della pandemia. Si tratta di 60 casi circa, che hanno attivato la nostra equipe di esperti (REscue TEam) a fronte di challenge estreme, dipendenze da web, sexting, cyberbullismo tra pari e verso docenti". Un quadro preoccupante, quello fornito dal Segretario generale di Fondazione Carolina, Ivano Zoppi, al quale si uniscono le chiamate ricevute a fronte delle emulazioni legate alla visione della serie “Squid Game” da parte di bambini e pre-adolescenti, nonostante la visione limitate ai minori di 14 anni.

“Il cyberbullismo e tutte le devianze legate all’uso distorti di web, app e social network - continua Ivano Zoppi - non è un problema tecnologico, ma educativo”. Una presa di coscienza nata sul campo e che, all’aumentare dei rischi per gli utenti più giovani, non vede corrispondere un maggiore impegno da parte delle famiglie e delle istituzioni.

In questa logica, “NOTO il TONO giusto” si distingue per la capacità di fare sistema tra i territori e la comunità educante, condividendo buone prassi, esperienze e comparando metodologie e risultati.

“Come Casa Benefica - commenta la Direttrice, Rossana Di Brita - riconosciamo in “NOTO il TONO Giusto” e nella mission di Fondazione Carolina una significativa affinità con il mandato educativo di questa Azienda Pubblica. La prevenzione del disagio giovanile, la promozione del benessere delle donne e delle famiglie rappresentano lo scopo principale di Casa Benefica. L’adeguare costantemente l’azione educativa ai nuovi bisogni della popolazione è dal 1889 il modo di operare di questa ex Ipab”.

Proprio gli educatori, cuore pulsante di Casa Benefica, registrano una tendenza inarrestabile: la migrazione delle relazioni sociali dalla dimensione fisica a quella digitale. “Un territorio che ha la necessità di essere conosciuto meglio e mappato (anche attraverso una formazione costante) perché troppo spesso spazio di relazioni ‘tossiche’, di cattivi esempi, di dileggio generalizzato, frutto di una tempesta di emozioni negative che, non elaborate, investono l’altro, poiché nell’ambiente virtuale il senso di responsabilità appare svuotato”, prosegue Rossana Di Brita. “La Comunità educante” deve accompagnare le famiglie, e soprattutto i più piccoli, ad una crescente consapevolezza e ad un maggiore senso di responsabilità nell’abitare il virtuale. Dobbiamo quindi abituarci all’idea di operare anche in quella dimensione - precisa la Direttrice di Casa Benefica - per esserci, per essere riconosciuti come punti di riferimento, per favorire relazioni sane e portare esempi positivi.

Un’azione integrata e profonda, costellata di laboratori e testimonianze, a partite da quella di Paolo Picchio, il papà di Carolina, che da anni porta il messaggio della figlia a decine di migliaia di ragazze e ragazzi. Gli stessi che, grazie ai materiali didattici e all’approccio educativo di Fondazione Carolina, sapranno sviluppare le giuste competenze per distinguere le possibilità dai pericoli online. “Per costruire un dialogo forte con le nuove generazioni - conclude Picchio - i genitori devono diventare i primi follower dei propri figli e accompagnarli nell’esperienza digitale sana e positiva. Solo così il futuro farà meno paura”.