Novara - Riguardo allo stato d’agitazione presso la Casa Circondariale di via Sforzesca a Novara scrivono il segretario territoriale CISL-FNS Armando De Nunzio e il segretario provinciale Si.N.A.P.Pe Daniele Squillace. Nella lettera inviata, tra gli altri, al sindaco di Novara Ballarè, al prefetto Castaldo, al vice ministro Costa e all’on. Nastri, si legge: “Ci permettiamo di importunarvi nella nostra qualifica di Segretari provinciali delle Organizzazioni Sindacali denominate Si.N.A.P.Pe e CISL – FNS, fra le maggiormente rappresentative del personale di Polizia Penitenziaria, le quali hanno proclamato con la nota allegata, ed unitamente ad altre OO.SS. che permettono di giungere al 70% del personale rappresentato, lo stato d'agitazione presso e contro la Casa Circondariale di Novara. Nel nostro proclama non ci siamo permessi di minacciare azioni clamorose, ci siamo limitati ad un atteggiamento saggio e responsabile, atteggiamento che ancora oggi abbiamo intenzione di mantenere, nel nostro proclama abbiamo dichiarato chiaramente di voler tempestare l'Amministrazione di osservazioni, finché non sarebbe intervenuto un riavvicinamento da parte della direzione/dirigente ad oggi sentito decisamente lontano. Il nostro intento è chiaramente desumibile nella conclusione del documento di comunicazione dello stato d'agitazione. Ad oggi, non solo il dirigente continua a mantenere un atteggiamento di sfida che crediamo non possa portare lontano, ma anzi riteniamo possa essere provocatorio da parte di quel dirigente la trasmissione ad altre segreterie di comunicazioni, accennando fra l'altro ad un allarmismo della popolazione cittadina ed ove si afferma un interessamento della DIGOS. Non abbiamo intenzione di creare inutili allarmismi, anzi, la Polizia Penitenziaria vuole dimostrare la grande professionalità che la contraddistingue ed è già stata messa in gravissimo imbarazzo a causa delle notizie che giungono continue dall'evasione di quel soggetto ammesso al lavoro all'esterno e che potrebbe essersi reso autore di un omicidio (e ricordiamo che la responsabilità dell'ammissione al lavoro all'esterno di un soggetto con 6 anni di reclusione di residuo pena, ai sensi dell'art.21 O.P., non è di competenza della Polizia Penitenziaria e tuttavia la cittadinanza sa che il soggetto è evaso dalla Casa Circondariale), e quindi stiamo procedendo secondo i criteri della più riconosciuta democrazia e pertanto chiediamo di disturbare il Loro preziosissimo tempo con una gentile udienza ove e quando Loro saranno disponibili a concederci ascolto per conoscere le nostre rivendicazioni e motivazioni”.