Novara - Uno spazio destinato a diventare cuore pulsante di Anffas onlus di Novara che comprenderà la nuova sede dell’Associazione e una Comunità Alloggio destinata a undici persone con disabilità. Questo è il progetto racchiuso nella ristrutturazione di Casa Fregonara, residenza storica novarese sita in corso Risorgimento 193 a Novara, donata nel 2019 all’associazione dagli eredi Fregonara e oggi al via nel suo processo di nuova vita.
Anffas onlus di Novara gestisce due servizi di tipo riabilitativo/assistenziale collocati nell’area Bonfantini dove si trova l’attuale sede (corso Risorgimento 403): il Centro Diurno “La Luna” e la RAF (Residenza Assistenziale Flessibile) “L’orizzonte” ai quali si affianca, dal 2019, il Gruppo appartamento “Il grappolo” nel centro urbano (in questo momento, in quanto non attivo, dedicato all’ospitalità dei cittadini ucraini). Casa Fregonara rappresenta l’anello di congiunzione tra le strutture residenziali esistenti dedicate agli adulti.
La realizzazione del nuovo servizio è stata autorizzata dalla Regione Piemonte in quanto corrispondente al fabbisogno dei posti letto per persone disabili relativo alla Provincia di Novara. Forte è il bisogno di potenziamento dell’attuale dotazione strutturale, così come la ridistribuzione dei posti, per riorganizzare la filiera ad oggi esistente con un nuovo tassello del sistema di offerta residenziale: questo comporta la possibilità di fornire risposte sempre più individualizzate sulla base delle età e dei necessari sostegni alle autonomie previste nei progetti di vita.
I cantieri per la ristrutturazione dello stabile sono stati aperti da qualche settimana e l’intervento prevede la ristrutturazione dell’edificio principale che sarà destinato alla comunità alloggio con la creazione di undici posti letto e spazi destinati alle attività collettive, insieme alla parziale ricostruzione del secondo edificio che, invece, sarà destinato ad accogliere la nuova sede dell’associazione con la creazione di uffici e una sala riunioni.
Nell’edificio principale, il primo piano comprenderà una sala soggiorno/pranzo, una palestra, locali per il personale e di servizio (cucina, dispensa, lavanderia e depositi). Al piano primo, invece, è prevista la zona notte nella quale si ricaveranno 5 camere singole e 3 camere doppie, per un totale di 11 posti letto, con i rispettivi servizi e l’ascensore.
Modello di funzionamento
I fruitori del servizio saranno persone adulte con disabilità intellettiva per cui sono possibili e/o necessari prevalentemente interventi educativi per lavorare su abilità residue. La struttura offrirà progetti di vita in equilibrio tra i necessari livelli di protezione che consentono di percepire la casa come luogo sicuro e la partecipazione alla realtà della città; si propone infatti di garantire ai propri ospiti i diritti fondamentali di benessere, autonomia, vita di relazione ed esercizio delle libertà, a partire dalle potenzialità e dalle caratteristiche individuali di ognuno. La collocazione della casa in una zona ben servita è un fattore fondamentale per realizzare progetti inclusivi, iniziative dirette a coinvolgere altri servizi, il territorio con le sue associazioni, la comunità locale, il volontariato.
Consolidamento gestionale
L’inserimento delle persone sarà subordinato alla valutazione della commissione UMVD (Unità Multidisciplinare Valutazione Disabilità) e/o alla definizione degli accordi amministrativi con gli enti invianti e/o tutori. In tali accordi saranno definiti: la durata dell’inserimento, le modalità di ammissione e dimissione, la natura dei servizi offerti, la determinazione della retta e le modalità di pagamento. In organico sono previsti educatori professionali, operatori socio-sanitari e tecnici specialisti sulla base della normativa socio-sanitaria di riferimento e dei progetti di ciascun ospite.
Casa Fregonara sarà, quindi, non solo un luogo di cura e assistenza, ma anche e soprattutto un luogo di vita possibile che offra progetti educativi individualizzati e integrati con la comunità.
Cominciare a vivere in una nuova residenza è un’esperienza carica di avvenimenti: la nuova vita, gli altri ospiti, il mondo esterno, le attività, la scoperta di una dimensione di tempo libero molto più varia e composita rispetto al passato. Fondamentale è la fiducia che si instaura tra chi vive nelle residenze e gli operatori che vi lavorano.
In questo modo, oltre a rispondere a un’esigenza abitativa, si garantisce l’attenzione ai bisogni di dignità, relazione, affettività, autonomia ed emancipazione insiti in ogni persona. In linea con la Convenzione ONU, si lavora in un’ottica di costruzione del progetto di vita della persona rendendola partecipe nelle scelte che la riguardano.
Il collegamento alla rete come garanzia di inclusione
La Comunità alloggio sarà in rete con le attività di tempo libero e di socializzazione svolte sul territorio, in particolare con il gruppo di volontari dedicato formato e sostenuto da tempo dalla stessa Anffas Novara. (Gruppi OASI E GECO).
L’importanza della funzione aggregativa, della costruzione di reti di prossimità e di rapporti di vicinanza informale si è mostrata, nel tempo, un fattore determinante per fornire quel senso di identità e di appartenenza indispensabili per una vita non priva di significato.
La casa ha senso se è luogo da cui si genera ed alimenta la socialità, se fa parte di un quartiere, di una comunità. Il rafforzamento delle capacità individuali, anche quindi per le persone con disabilità, diventa possibilità di cittadinanza e di inclusione nel territorio.
Anffas Novara ha già in parte sperimentato negli ultimi anni la progettazione, da parte di educatori professionali, di laboratori, serate, feste e gite socializzanti, anche in collaborazione con altre agenzie del territorio, andando a consolidare una rete di rapporti in funzione di questo obiettivo specifico. La fine dei lavori di ristrutturazione è prevista per giugno 2023.
“Quando sono diventata Presidente – commenta la Presidente di Anffas onlus di Novara, Sabina Bovio - alla domanda su quale fossero la mia visione e la mia prospettiva per il futuro, ho risposto appunto il cambiamento. Sento il bisogno di dare senso alle parole, di riempire di significato le azioni, di proporre cultura realmente inclusiva e rispondere ai bisogni reali e contingenti delle famiglie. Casa Fregonara racchiude, in un luogo fisico, tutto questo. La Casa è l’occasione per rispondere ad una necessità imminente delle famiglie più giovani che riguarda esigenze nuove per la nostra associazione. Dobbiamo spostare lo sguardo sui più giovani e incrementare spazi di offerta laboratoriali. Casa Fregonara è un luogo di mattoni ma, soprattutto, rappresenta lo sforzo di fare Rete con il territorio e per il territorio. Per le famiglie avere spazi diversificati significa rispondere ai bisogni che si manifestano nelle varie fasi di crescita delle persone con disabilità. Anffas Novara sta lavorando proprio per questo, per offrire uno spettro di servizi sempre più attento a tutti; inserito nella Rete costruita con gli enti e le altre associazioni”.
“La nostra filiera di servizi residenziali – spiega la Direttrice di Anffas onlus di Novara, Laura Lazzarotto - si basa sulla progettazione e sulla gestione di interventi a misura delle persone che ci vivono, per questo motivo si sviluppano su target differenti e sono seguite da diverse professionalità. Le nostre équipe riconoscono il percorso verso l’adultità delle persone disabili, per consentire di vivere in maniera adeguata i loro processi di crescita: per questo la progettazione dei percorsi di autonomie abitativa va oltre alle necessità che nascono nell’emergenza: vorremmo che fossero un’opportunità per la persona disabile e, insieme, una risposta che possa contenere i bisogni di tutti i componenti del nucleo familiare. Nel giro di pochi anni la capacità di cura dei caregiver andrà diminuendo e dovremo essere in grado di realizzare offerte abitative, accompagnate da servizi di supporto al nucleo e alla rete di opportunità del territorio, basate su un mix di interventi innovativi e finanziariamente sostenibili. La sfida del futuro è senz’altro per noi questa.”