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CASO NOLA: L’ORDINE A FIANCO DEI MEDICI SOTTO ACCUSA

Il prof. Gian Carlo Avanzi

Novara - «I recenti fatti avvenuti al Pronto soccorso dell’ospedale di Nola, al di là di quanto verrà appurato dalle indagini in corso, mettono a nudo una realtà con la quale noi medici dobbiamo confrontarci ogni giorno. Una realtà fatta di sacrifici da parte di tutti gli operatori del settore sanitario a fronte di tagli e di scelte che stanno provocando il dissesto del nostro sistema sanitario»: così interviene il dott. Federico D’Andrea, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Novara.

Un Ordine «che è vicino a quei medici del Pronto soccorso di Nola messi alla gogna solo perché hanno cercato di compiere il loro dovere pur in condizioni di estremo disagio e che non hanno abbandonato i pazienti al loro destino. E sono stati accusati proprio da quel sistema che ha provocato le condizioni perché in quel Pronto soccorso mancassero perfino le barelle, non solo i posti letto. In questo senso abbiamo apprezzato le recenti dichiarazioni del Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, che ha definito “eroi” quei medici del Pronto soccorso. Ma nonostante tutto quegli operatori hanno saputo compiere il proprio dovere, assumendosi pesantissime responsabilità al posto di chi ora li critica».

«Senza dimenticare – aggiunge D’Andrea – che se si fossero astenuti dall’intervenire, pur in contesti assolutamente inadeguati, avrebbero potuto essere perseguiti penalmente. E’ ora di smetterla di scaricare sugli operatori sanitari in prima linea responsabilità che sono di altri».

Commenta il prof. Gian Carlo Avanzi (nella foto), direttore della Struttura complessa Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza dell’azienda ospedaliero-universitaria di Novara: «I fatti avvenuti a Nola, oltre alle riflessioni del presidente dell’Ordine dei Medici che condividiamo, ci danno l’opportunità di poter mettere a nudo una situazione di grave disagio, in questi giorni, infatti, i Pronto Soccorso degli ospedali italiani,compreso il nostro di Novara, sono in estrema, gravissima sofferenza. L’epidemia influenzale di quest’inverno si sta dimostrando particolarmente aggressiva e i casi gravi di pazienti con patologie legate alle complicanze della febbre si presentano in numero copioso, soprattutto fra la popolazione anziana. Questa situazione di emergenza si sovrappone alla cronica difficoltà dei Pronto Soccorso, che anche in altre stagioni dell’anno vivono con drammaticità l'enorme richiesta di prestazioni di pazienti che non riescono a trovare soluzione sul territorio. Le strutture dell’emergenza ospedaliera, strette fra la carenza di posti letto per i ricoveri nei reparti e la disomogenea e  insufficiente rete dei servizi sul territorio, rischiano di crollare sotto il peso delle richieste di assistenza da parte della popolazione nonostante la professionalità, l’abnegazione ed il sacrificio di medici ed infermieri operanti nei Pronto Soccorso. È necessario un intervento urgente, normativo e strutturale per rinforzare diversi servizi sanitari: il territorio, per una risposta alternativa al Pronto Soccorso alle richieste dei casi meno urgenti; il Dipartimento di Emergenza dell'ospedale, che deve essere finalizzato non solamente alla gestione dei ricoveri ma deve essere luogo dove, grazie alle annesse terapie sub-intensive ed intensive, vengono prese incarico le emergenze ele reali urgenze; l’ospedale, con un’offerta di posti letto che deve essere superiore a quella attuale ed infine la rete territoriale per le cure post acuzie che sappia accogliere e proseguire le cure dei pazienti dimessi dai reparti, consentendo così un più fluido ed efficiente processo di dimissione dall'ospedale».