Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Lorella Ferrera, volontaria CCDU Novara (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus): "Il 3 giugno, presso la Sala degli Affreschi della Società Umanitaria a Milano, si è tenuto il convegno "Deficit d'attenzione, disturbi comportamentali – prevenzione o propaganda?". Il convegno, organizzato dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus (CCDU) col patrocinio della Sezione Italiana della Lega Internazionale per i Diritti dell'Uomo (LIDU), intendeva fare luce sul controverso tema dell'ADHD – il disturbo dei bambini vivaci e distratti – e l'annesso giro d'affari multimiliardario legato alla vendita dei farmaci. Si tratta di stimolanti anfetaminici caratterizzati, come ricordato dalla FDA (autorità farmacologica statunitense), da effetti collaterali preoccupanti: dipendenza fisica e psicologica, comportamento anormale, episodi psicotici, sintomi di psicosi e mania, allucinazioni, problemi cardiovascolari, decesso improvviso, ecc. Il convegnoè stato aperto dal Dr. Roberto Cestari, medico e presidente del CCDU, con i saluti e i ringraziamenti di rito. Il Dr. Cestari ha poi illustrato la differenza essenziale che intercorre tra psichiatria e le branche convenzionali della medicina, concludendo: "Il passaggio dalla mitologia alla scienza e la negazione del principio di autorità, vengono oggi messi in discussione per affermare e reinstaurare un nuovo controllo sociale.Oggi nuove presunte “malattie”, come l’ADHD, non vengono scoperte, ma decise - tramite votazione - e i nuovi profeti di tale rito raccolgono fedeli, consensi, sostegno e finanziamenti in un percorso proclamato come “aiuto ai più deboli”, ma indirizzato di fatto a cancellare ogni libertà individuale". Il Dr. Cestari ha poi passato la parola al Prof. Morris Ghezzi, Ordinario di Filosofia e Sociologia del Diritto all'Università degli Studi di Milano e presidente della sezione italiana di LIDU.Il Prof. Ghezzi ha analizzato il problema dal punto di vista del diritto, denunciando come illegittima, e sostanzialmente invasiva dei diritti umani, la trasformazione dello Stato da garante del diritto alla salute a poliziotto del dovere alla salute, che obbliga a screening preventivi a tappeto. "In assenza di una definizione scientifica e giuridica certa e credibile del concetto di malattia, in generale, e psichiatrica in particolare, appare manifestamente infondata la certezza assolutistica con la quale vengono eseguiti gli screening per ADHD e amministrati i relativi trattamenti". "Quando la conoscenza è limitata e dubbia – ha concluso Ghezzi - si deve operare con la massima prudenza!". Ha poi parlato il Dott. Marco Bertali, psichiatra triestino di formazione basagliana, dirigente nel Centro di Salute Mentale di Gorizia e referente della campagna sociale di farmacovigilanza "SOS Cervello". Il Dott. Bertali ha condiviso la sua esperienza ultradecennale nelle scuole giuliane e, ricordando come oggi ci siano in Italia 80 milabambini in cura con psicofarmaci – nel caso di ADHD i farmaci in questione sono i famigerati stimolanti anfetaminici - ha messo in guardia genitori e insegnanti: "Occorre stare molto attenti a non far cadere bambini e adolescenti nella trappola della diagnosi psichiatrica e della conseguente prescrizione farmacologica; sofferenze emozionali e alterazioni comportamentali giovanili dovrebbero essere invece comprese e trasformate grazie ad un doveroso supporto e riorientamento familiare e sociale, eventualmente prevedendo anche percorsi psicoterapeutici e cure di tipo olistico". Alberto Brugnettini, fisico e membro del CCDU, ha presentato una ricerca sui costi di quest'operazione di marketing chiamata ADHD – un business da 10 mila Euro/anno per ogni bambino etichettato ADHD. Questa cifra, rapportata alle stime ufficiali sull'incidenza di ADHD tra bambini e adolescenti, comporterebbe una spesa di oltre 2 miliardi di Euro/anno se tutti i potenziali ADHD venissero etichettati. Brugnettini ha però ricordato come "Al di là degli inevitabili desideri di profitto delle case farmaceutiche, questa gallina non potrebbe covare le sue uova d'oro senza il fondamentale appoggio della psichiatria istituzionale – i baroni delle associazioni psichiatriche nazionali, europee e mondiali. L'intera categoria psichiatrica – ha concluso Brugnettini - si guarda bene dal denunciare questo scandalo e, con questo atteggiamento accondiscendente,se ne rende implicitamente corresponsabile". Ha parlato infine Antonella Marzaroli, un'insegnante elementare: un intervento appassionato in difesa dei bambini, ingiustamente trattati come se loro fossero un problema, mentre il problema risiede in un sistema scolastico inadeguato. "Contrariamente all'opinione implicitamente diffusa dalla psichiatria – ha detto la Marzaroli – i bambini non sono cavie, ma esseri umani; e hanno il diritto di aspettarsi protezione, assistenza, amore e l'opportunità di sviluppare il loro pieno potenziale. Questo diritto viene loro negato dalle camicie di forza verbali e chimiche cui sono soggetti". Il CCDU chiede anche in Europa una normativa, simile a quella USA, che obblighi studiosi e ricercatori a rivelare i loro conflitti d'interesse con l'industria prima di poter pubblicare i loro studi su riviste mediche o presentarli nei congressi. In maniera simile, le stesse riviste dovrebbero essere obbligate a rivelare le loro fonti di finanziamento e, nel momento in cui pubblicano uno studio su un certo farmaco o dispositivo medico, dichiarare ogni coinvolgimento con il produttore".