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Comitato per Pernate: Una città che affonda...

Pernate - Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato per Pernate: "Una città che affonda Che Novara non stia crescendo è ormai sotto gli occhi di tutti! Se alcune città della sua stessa dimensione hanno saputo collocarsi e darsi una vocazione specifica, di valore o di prestigio, sembra invece che questo capoluogo si stia impegnando per mancare ogni appuntamento, e scegliere inesorabilmente la strada sbagliata. La prova di questa tendenza, e non bastano i Babbi Natale acrobati collocati sulla torre civica a smentirla, è la classifica pubblicata sul Sole 24 Ore dello scorso 12 dicembre. Gli indicatori della qualità della vita sono negativi e fotografano una città che nella nebbia sembra essersi persa. La città di Novara retrocede di sei posizioni nella sezione Affari e Lavoro. Stupisce il fatto che quello dei “nuovi posti di lavoro” sia stato un cavallo di battaglia della presente amministrazione comunale, la stessa che governa la città dal 2016. La stessa leadership che sostiene da un ventennio di risolvere la disoccupazione destinando il territorio allo sviluppo dei centri commerciali e delle infrastrutture logistiche. Perde nella Cultura perché non sa valorizzare ciò che ha, come l’Università del Piemonte Orientale e le sue facoltà economiche e scientifiche. Cultura non significa solo restaurare le mura di un castello per recuperare degli spazi comuni, ma anche portare avanti un programma teatrale e museale degno della seconda città del Piemonte. Tuttavia è su Ambiente e Servizi che si consuma una vera ecatombe. Perde ben diciotto posizioni. Un territorio che dimentica l’ambiente per insignirsi del titolo di prima città per consumo di suolo in Piemonte (e sesta in Italia) non dovrebbe meravigliarsi di essere 97° su 107 per Clima. A Novara la temperatura media è aumentata di 2,44 °C rispetto all’anno 1958. Ciò nonostante si continua a erodere suolo agricolo e a cementificare aree ad alto valore agronomico, ignorando che tale scempio contribuisce alla creazione di vere e proprie heat islands che danneggiano in prima battuta chi questo ambiente lo vive. Il traffico su gomma conseguente alla viabilità dei centri della grande distribuzione e logistici, contribuisce all’incremento dell’inquinamento ed aumenta la pericolosità sulle nostre strade, da anni dimenticate dagli interventi di manutenzione ordinaria. Una città fossilizzata nel mito del tragitto ferroviario Lisbona-Kiev (quanto mai anacronistico), che sogna infrastrutture faraoniche, ma che non è in grado di governare la gestione ordinaria. Una città che non riesce a conservare i suoi ponti e i suoi cavalcavia, e che non ha nemmeno un piano sensato di mobilità sostenibile. Una città come Novara merita di meglio. Merita di fermarsi e di ripartire dai suoi punti di forza. Merita una grande manutenzione delle sue arterie viarie e dei suoi ponti. Merita una valorizzazione nel Piano Regolatore del suo vero asset: la chimica verde, come non ci stancheremo di ripetere! E merita che si fermi prima di tutto il consumo di suolo. Perché non è un futuro sostenibile quello che stiamo passando alle prossime generazioni. Distruggendo il nostro ambiente non per ciò che crea valore, ma per ciò che gli altri non vogliono. Perché la Verità sulla logistica novarese, non raccordata a livello viabilistico e infrastrutturale, non intelligente, non ecologica, non sostenibile, è che a Novara un metro cubo di terreno agricolo costa meno rispetto alla vicina Lombardia e nel novarese le normative edificatorie sono meno stringenti. Novara merita di meglio e di più, per il suo futuro. E questo parte da un cambiamento di rotta che si deve attuare ora, prima che sia inarrestabile la sua trasformazione a periferia degradata satellite di una metropoli".

La lettera aperta è stata firmata da Claudio Ferro, Carlo Ferro, Angelo Sesana, Paolo Manenti, Oscar Bernardinello, Renzo Pizzo e Massimo Zappa.