Novara - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Novara, coordinato dal Pubblico Ministero, dottor Giovanni Caspani, della Procura della Repubblica di Novara, ha concluso le indagini nei confronti di due promotori finanziari di Banca Fineco resisi responsabili della sottrazione di oltre 3 milioni di euro ad ignari correntisti che avevano affidato loro i propri risparmi.
La vicenda risale all’estate del 2012 quando, a seguito della scomparsa di uno dei due promotori (riparato in Brasile, come si appurerà successivamente), venivano presentate alcune denunce da parte di clienti che avevano riscontrato delle anomalie sui propri estratti conto. Infatti, a fronte di alcune rendicontazioni molto positive sulle gestioni patrimoniali fornite dai promotori finanziari, anche con margini di interesse a due cifre, emergevano in taluni casi dei saldi quasi azzerati.
Le indagini venivano avviate immediatamente e dopo aver acquisito tutta la documentazione bancaria dei clienti e dei promotori custodita presso la Banca Fineco dal 2004 al 2012, iniziava una capillare analisi e ricostruzione dei flussi finanziari, durata più di un anno, su molteplici rapporti di conto corrente e deposito titoli, che si estendeva anche ad altri istituti di credito.
In sostanza, si appurava che i due operatori sottraevano ai clienti che avevano in gestione cospicue somme di denaro per utilizzi personali ovvero per coprire gli ammanchi in questo modo generati attraverso ulteriori indebite operazioni finanziarie condotte all’insaputa di altri correntisti, creando così un imponente “effetto domino”.
Il metodo era semplice: dopo aver indebitamente sottratto il denaro agli ignari correntisti (i maggiori clienti derubati erano anziani), mediante prelievi e/o operazioni di bonifico non autorizzate, attraverso l’utilizzo abusivo dei codici di accesso telematico o l’apposizione di firme false sugli assegni, i soldi finivano su conti correnti di persone compiacenti, spesso familiari, e da qui o venivano impiegati per scopi personali oppure servivano per coprire i buchi prodotti in altri conti. Per ottenere o rinnovare, a seconda dei casi, la fiducia riposta in loro dai correntisti, i promotori fornivano periodicamente falsi report attestanti notevoli plusvalenze, consentendo così di reiterare per anni le condotte delittuose.
Le investigazioni hanno consentito di quantificare in oltre 1.200.000 euro le illecite disponibilità gestite dal primo e in oltre 650.000 euro quelle di cui ha beneficiato il secondo soggetto, somme servite per spese personali quali l’acquisto di immobili (anche per familiari) e di auto di grossa cilindrata.
Più di un milione di euro, infine, sono stati accreditati sui conti correnti di altri soggetti compiacenti e da qui frazionati su altri conti personali o di società poi fallite o liquidate nel corso degli anni.
Al termine delle indagini sono state denunciate complessivamente 13 persone: i promotori a vario titolo per i reati di falso e furto aggravato, truffa e concorso (ad un soggetto è stata contestata anche la bancarotta fraudolenta), mentre i soggetti che hanno messo a disposizione i propri conti correnti su cui transitavano i flussi finanziari distratti sono stati deferiti per il reato di riciclaggio. Proprio nei confronti di questi ultimi, nelle scorse settimane sono stati eseguiti dei sequestri preventivi disposti dal Giudice per le Indagini Preliminari di Novara sui beni mobili ed immobili.
Nel corso dell’attività investigativa, su input dell’A.G., sono state anche transate diverse posizioni risarcitorie tra la Banca Fineco e i clienti truffati.