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Convegno Cose da grandi

A Novara si parla di abitare collaborativo come occasione di crescita e autonomia 
per le persone con disabilità e di innovazione sociale sul territorio

Novara - L’abitare collaborativo rappresenta un passaggio importante e delicato per la persona con disabilità nella conquista della propria autonomia, ma riguarda anche l’intera collettività. L’abitare collaborativo può promuovere soluzioni innovative sul territorio, purché ci sia un cambio di cultura su questo tema, da parte di tutti. Ma come trasformare il diritto di vivere in autonomia di una persona con disabilità in realtà? Come può la comunità aiutare la persona disabile nella conquista dell’autonomia? Ci sono soluzioni innovative sull’abitare collaborativo in Italia e all’estero? Sono queste le domande a cui il convegno “Cose da grandi. L’abitare collaborativo per l’autonomia della persona con disabilità e l’innovazione sociale” risponderà, venerdì 29 ottobre 2021 dalle 9.30 presso lo Spazio Nova, Novara. Obiettivo del convegno è infatti riflettere e attivare il territorio sul tema dell’abitare collaborativo, adottando la duplice prospettiva della persona con disabilità e delle organizzazioni a supporto. 

L’evento è organizzato dalla Cooperativa Sociale L’Aquilone di Romentino, in collaborazione con CST Centro Servizi per il Territorio, Novara – VCO, AGBD Associazione Genitori Bambini Down Ets di Arona, ADS Polisportiva San Giacomo (Baskin San Giacomo) di Novara, Associazione dei genitori STH Onlus di Galliate, CEG Comunità Educativa Giovanile di Pernate ed Elios Società Cooperativa Sociale di Novara. In programma sono previsti interventi di esperti, associazioni e studiosi di livello locale e nazionale, includendo anche prassi di innovazione sociale estere (Ucraina e Olanda). Tutti insieme aiuteranno il pubblico a capire il binomio “abitare collaborativo-disabilità” secondo tre prospettive:

  • l’abitare collaborativo come pratica di comunità;
  • l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità per la loro autonomia e integrazione sociale;
  • l’innovazione sociale sul territorio attraverso il confronto con esempi pratici locali, nazionali e internazionali.

Per permettere al pubblico di entrare nei vari aspetti di questo complesso tema, il convegno adotterà la metafora del viaggio (journey), coinvolgendo e dando voce alle parti coinvolte in un percorso a 4 tappe: 1) la teoria (di cosa parliamo) attraverso un intervento accademico; 2) le prassi e le sfide (aspetti tecnico-operativi: associazioni, PA, aziende a confronto su regole, vincoli, gap/opportunità) attraverso una tavola rotonda degli attori del territorio; 3) le storie (la quotidianità, le emozioni: famiglie e disabili) attraverso i protagonisti, le persone con disabilità; 4) il confronto con il pubblico in un momento di dibattito aperto.

“Il convegno nasce con l’intento di informare e sensibilizzare il territorio, ovvero gli operatori del terzo settore, gli amministratori, le aziende e la popolazione, sull’importanza e l’attualità dell’abitare collaborativo e della disabilità. Un secondo intento è quello di porre le basi per la costituzione di una comunità di pratica, di confronto e coprogettazione sul tema dell’abitare collaborativo come strumento di autonomia per le persone con disabilità e di innovazione sociale”, spiega Augusto Ferrari, Presidente della Società Cooperativa L’Aquilone di Romentino – soggetto capofila del convegno. “Di conseguenza, i lavori proseguiranno anche dopo la chiusura dell’evento, in modo da costruire insieme le basi per un futuro migliore sia per le persone disabili che per l’intera collettività; questo significherà coinvolgere sempre più soggetti pubblici e privati”.

“L’abitare collaborativo è un’opportunità che può essere colta, se inserita in una rete di supporto e di territorio adeguata, sia che il disabile abbia ancora in vita i propri genitori e familiari, sia in caso di perdita degli stessi”, afferma Tineke Everaarts, Presidente di AGBD Associazione Genitori Bambini Down di Arona. “Due aspetti che spesso vengono sottovalutati sono il fatto che la persona possa avere anche disabilità intellettive, quindi non solo fisiche, e che l’uscire di casa possa avvenire quando i genitori sono ancora in vita, il cosiddetto durante noi. Su questi due aspetti c’è ancora molto da fare anche dal punto di vista legislativo. Nonostante le molte difficoltà che abbiamo dovuto affrontare, la nostra Casa Primavera rappresenta uno dei primi esempi virtuosi di percorso verso l’adultità per ragazzi con potenziale di funzionamento diversificato e con disabilità fisiche e intellettive”.

“Fare rete e collaborare sono due azioni necessarie nella società odierna, specie nell’ambito della solidarietà, perché si parla di bene comune, di cogliere al meglio il bisogno e di dare risposte efficaci” segnala Daniele Giaime, Presidente di CST Centro Servizi del Territorio Novara-VCO. “Mettersi in rete non è un processo semplice: servono intermediari che fungano da facilitatori nel percorrere questo cammino. Il CST ha assunto proprio questo ruolo, accompagnando associazioni in un percorso di confronto e riflessione, un cammino di crescita che ha prodotto quel valore aggiunto dato proprio dalla rete. Con il coordinamento di due tavoli, “Anziani” e “Disabilità”, e i risultati da essi raggiunti, portiamo un esempio di buone pratiche sul territorio”.

“L’abitare collaborativo in Italia è ancora una proposta residuale nel settore delle politiche abitative, ma ha sicuramente delle interessantissime potenzialità per una serie di ragioni, alcune già note e altre che la pandemia di covid-19 sta portando alla luce”, conclude Silvia Mugnano, Professore Associato presso l’Università di Milano-Bicocca, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale. “In Italia, soprattutto al Nord, si sono sviluppate negli ultimi 20 anni alcune interessanti esperienze che fanno intravedere lo svilupparsi di “un modello italiano” che sta entrando in relazione con i sistemi di welfare locale esistenti. Durante la fase pandemica, molti di questi progetti di innovazione sociale abitativa hanno anche dimostrato una capacità adattiva e generativa proponendo risposte rapide e puntuali e diventando una risorsa per molti territori.”

Il convegno si rivolge ad un pubblico variegato: enti pubblici (Comuni e pubblica amministrazione), enti del terzo settore (volontariato, gestori di strutture, servizi socio sanitari, servizi socio educativi), persone con disabilità, famiglie e studiosi sul tema. Per una maggiore inclusività e nel rispetto delle norme anti covid-19, al convegno è possibile partecipare gratuitamente previa iscrizione in due modalità: in presenza con posti prenotabili e da remoto richiedendo il link di accesso alla diretta streaming su Facebook e YouTube.

L’evento ha ricevuto il patrocinio di ASL Novara e del Comune di Novara.

Tutte le modalità di iscrizione sul sito del CST www.ciesseti.eu 

Per informazioni: info.abitarecollaborativo@gmail.com 

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