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DALL’ASSOCIAZIONE IL TIMONE UN QUADRO PER IL MAGGIORE

Novara - L'associazione Il Timone, nata nel maggio del 2015 a Novara, nell’ambito del progetto “Gesto, segno e sogno” ha donato all’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara, un quadro realizzato durante i laboratori organizzati nella sede di via Giovanni da Verrazzano 13. Tutte le opere frutto del lavoro degli utenti vengono esposte ogni due anni in una mostra aperta ai cittadini novaresi, solitamente alla Sala Accademia del Broletto di Novara. Le opere sono frutto di un lavoro condiviso tra più persone. Quest'anno, a seguito di un confronto con l'assessore della cultura di Novara, è nata l'idea di donarne parte agli enti della città, tra cui appunto l’Aou di Novara. 

Alla consegna erano presenti il direttore generale dell’Aou, il dott. Stefano Scarpetta; il presidente de “Il Timone”, Roberto Drago; il segretario dell’associazione, Ugo Negri; l’assessore comunale alle politiche culturali Luca Piantanida. Nel ringraziare l’associazione per il dono, Scarpetta ha dichiarato che «il quadro verrà installato nel nuovo pronto soccorso, quando i lavori saranno ultimati»

Roberto Drago (da pochi mesi presidente de “Il Timone” al posto di Giuliano Koten) ha ricordato «il grande impegno dei volontari e il lavoro straordinario che stanno svolgendo. Questo quadro (“Dentro il rosso”) è il primo dei dieci che doneremo alle istituzioni cittadine».

Ugo Negri ha spiegato come «i quadri vengono realizzati dai ragazzi in una sorte di collettivo artistico, indirizzati da un’artista, Laura Lebra, che poi li lascia liberi di inventare senza più intervenire».

«Novara ha la fortuna di avere un’associazione come “Il Timone” – ha concluso Luca Piantanida – Li conosco da tempo e ho sempre apprezzato il loro impegno, non solo per i ragazzi ma anche per i loro familiari».

Gesto, Segno e Sogno

Il progetto, si rivolge agli utenti dell'Associazione Il Timone sotto forma di laboratorio pomeridiano dove poter trovare uno spazio curato e stimolante per sperimentare il fare arte non in termini didattici ma come veicolo per attivare un benessere fisico e psicologico.

Il linguaggio non verbale ma segnico-espressivo è un canale di comunicazione che non ha vincoli se non, forse, la 'trappola' mentale degli stereotipi che spesso bloccano la creatività delle persone; per questo motivo verranno proposte tecniche e strumenti via via differenti nonché materie spesso inusuali, per stimolare di volta in volta l'azione, il coinvolgimento, la curiosità e lo stupore che ne

consegue.

Il laboratorio diventa per i partecipanti un piacevole appuntamento fisso della settimana sia per utenti in età adulta che quelli in età evolutiva che, con l'andare del tempo, viene vissuto con sempre più consapevolezza ed investimento personale. Lavori vissuti più intimamente si alterneranno ad attività che favoriscano la relazione e la collaborazione tra i componenti del gruppo, la nascita spontanea di dinamiche di cooperazione, stimolate dalla tecnica messa in atto nonché dalla relazione con la materia artistica stessa.

Gli obiettivi sono:

- fornire un setting privilegiato entro cui attivare modalità di comunicazione altre attraverso il linguaggio corporeo e quello segni coespressivo proprio dell'arte;

- condurre ogni persona all' espressione personale di sé e della propria sfera emotiva attraverso la stimolazione sensoriale, l'azione guidata del proprio corpo nello spazio, la gestualità fine, il segno e il colore;

- a partire dalle competenze e abilità personali, accompagnare gradualmente ognuno alla scoperta della materia artistica, permettendo, per quanto possibile, la sperimentazione di differenti

variabili tecniche; l'acquisizione di nuove competenze e il padroneggiare con sempre maggior sicurezza una tecnica, possono avere importanti ripercussioni sull'autostima del singolo;

- dal sé al me e te: offrire occasioni per fare insieme, attivando delle dinamiche di relazione e collaborazione all'interno del gruppo; l'ascolto dell'altro diventa fondamentale per lavorare insieme e arrivare ad un obiettivo comune;

- supportare e guidare il grande gruppo alla creazione di un' opera condivisa che porta in sé la possibilità per ogni partecipante di riconoscersi nella porzione che ha personalmente eseguito, ma anche di sentirsi co-autore dell'opera nella sua globalità;

- accogliere le diversità, le eventuali difficoltà e le "difese" che alcuni partecipanti mettono in atto per poter veicolarle in approcci propositivi.