Novara - Aveva già patteggiato con la Giustizia penale 1 anno e 8 mesi di reclusione per reati fiscali, ma i guai di C.C., 58enne imprenditore operante nel settore della fabbricazione di strutture metalliche, non erano ancora terminati. Le Fiamme Gialle della Sezione Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Tributaria di Novara hanno, infatti, intrapreso nei confronti del contribuente anche una verifica fiscale, che ha determinato il recupero di costi annotati indebitamente (in quanto scaturiti da fatture riconducibili ad operazioni economiche inesistenti) per oltre 2 milioni e mezzo di euro, con segnalazione all’Ufficio delle Entrate di una maggiore imposta sul valore aggiunto pari ad oltre 500.000 euro.
I controlli erano iniziati nel 2009, allorché i Finanzieri di Novara, indagando su alcune operazioni valutarie segnalate come sospette dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, avevano individuato cospicui movimenti di contanti sul conto corrente dell’imprenditore - pari a decine e decine di migliaia di euro e ricorrenti con cadenza mensile - asseritamente destinati al pagamento di due suoi fornitori, uno ubicato nel pavese, l’altro in Novara.
A fattor comune, tuttavia, due evidenti anomalie: la prima, il fatto che entrambi i citati fornitori fossero sistematicamente “evasori totali”; la seconda, che i movimenti finanziari risultassero di gran lunga inferiori agli importi indicati sulle fatture emesse dagli stessi.
Nessun dubbio, quindi, per le Fiamme Gialle: quelle fatture erano da considerarsi false! Da qui la segnalazione alla Magistratura per la fattispecie criminosa fiscale di “dichiarazione fraudolenta”e la conseguente condanna, patteggiata dall’imprenditore nell’ottobre del 2011, oltre a contestazioni di carattere amministrativo per violazioni alla normativa sull’utilizzo del contante. A chiudere il cerchio, ora, il controllo tributario, con l’individuazione della materia imponibile sottratta alla tassazione e la proposta, operata dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria all’Autorità Magistratuale, di sequestro di disponibilità economiche dell’imprenditore, finalizzato alla successiva confisca.