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Novara - Una duplice riunione della Cabina di regia sulle Rsa, convocata dalla Provincia in modalità videoconferenza, si è tenuta nel pomeriggio del 2 dicembre. La prima parte della riunione, presieduta dal presidente Federico Binatti e dal vicepresidente Michela Leoni, ha riguardato le strutture della città di Novara, mentre la seconda parte ha visto l’analisi della situazione delle rsa nel territorio provinciale: obiettivo comune il monitoraggio della situazione in merito alle misure di contenimento del Covid-19. All’incontro hanno come sempre partecipato i rappresentanti della Prefettura, della Regione Piemonte, delle Aziende sanitarie locali del territorio, dei Comuni interessati, delle varie strutture del Novarese, dell’Ordine dei medici, di Confindustria, dei Consorzi Cisa, Ciss, Cisas, del Comune di Arona, di Anci Piemonte e dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
"Per quanto riguarda le strutture di Novara – riferiscono il presidente e il vicepresidente - su otto strutture residenziali per anziani, cinque sono, in diversa misura, interessate dal Covid: la situazione, secondo quanto è stato spiegato dai rappresentanti dell’Asl Novara, risulta essere comunque sotto controllo da parte delle autorità sanitarie. Per quanto riguarda la negativizzazione degli operatori è stato inoltre chiarito che la disciplina è dettata dalla normativa vigente, secondo la quale, dopo il ventunesimo giorno dalla prima positivizzazione, il ciclo della malattia risulta concluso e quindi il paziente asintomatico non è più fonte di contagio. Diversa è la situazione della possibilità di rientro degli operatori nelle Rsa dopo il ventunesimo giorno dal contagio, che deve essere valutata dal medico competente. Molti operatori, dopo il ventunesimo giorno vengono adibiti per attività protette non a contatto di altri soggetti, onde agevolare l'operatività delle strutture e la garanzia occupazionale. L’Asl ha sottoposto la problematica al Dipartimento Regionale per le Malattie infettive per ottenere maggiori chiarimenti. Siamo inoltre stati informati dell’apertura, dal 1° dicembre, di un albergo Covid a Castelletto Ticino su bando della Asl: la struttura ospita persone autosufficienti che non possano effettuare al quarantena in casa e che vengono inviate alla struttura dal medico di base o dal medico ospedaliero, con la mediazione del Distretto. L’Asl garantisce i pasti, una pulizia approfondita settimanale, un monitoriaggio telefonico quotidiano e i dispositivi per tenere autonomamente un diario di temperatura e ossigenazione".
Tra le segnalazioni maggiormente condivise dai partecipanti "quella, sottoposta in particolar modo dai rappresentanti sindacali, riguardante la rivalutazione delle situazioni interne rispetto alle maggiori esigenze di minutaggio operatore-ospite, la valutazione dei pazienti Covid positivi che entrano in Rsa rispetto alla fascia assistenziale da attribuire, la carenza di personale infermieristico specializzato, con apprezzamento per l'apertura di un bando al personale extra Ue, e la situazione finanziaria delle strutture. La Cabina di regia ha inoltre condiviso la nota inviata dalle cooperative alla Regione, con la quale è stata chiesta la revisione dei criteri contenuti nella Dgr 45/2020, non più adeguata all'attuale contesto pandemico".
Nelle strutture della provincia, "dove si manifestano le maggiori difficoltà", il presidente e il vicepresidente spiegano che "a detta dell’Asl Novara la situazione è “a macchia di leopardo”, ma complessivamente sotto controllo. Nell'area Nord, su diciotto strutture solo cinque segnalano situazioni impegnative, mentre più problematica risulta essere la situazione dell'area Sud, in particolare per quanto riguarda le strutture di Trecate e Galliate, che presentano situazioni complessivamente gravi ma comunque in miglioramento".
Di fatto le stesse problematiche delle strutture della città "si vivono anche in provincia: sono state espresse preoccupazioni – proseguono il presidente e il vicepresidente – per l’aggravarsi della situazione economica per via della diminuzione degli ospiti, dell'insufficienza dei ristori, del peggioramento complessivo della situazione di bilancio delle strutture meno forti, ovvero quelle che non sono strutture socio-sanitarie, ma socio-assitenziali, che devono fare ricorso al personale esterno per le somministrazione delle terapie. L'estrema accortezza con la quale gli enti gestori hanno affrontato la pandemia non ha trovato contraltare in un adeguato sostegno economico delle misure adottate, soprattutto a confronto con gli interventi messi in campo dalle regioni limitrofe. Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato i problemi già evidenziati, negli scorsi mesi, riguardanti la rivalutazione delle situazioni interne rispetto alle maggiori esigenze di minutaggio operatore-ospite, la valutazione dei pazienti Covid positivi che entrano nelle strutture rispetto alla fascia assistenziale da attribuire, la carenza di alberghi Covid e la mancata individuazione di Rsa Covid, esprimendo il timore che queste problematiche possano rendere irreversibili situazioni di mancata tutela degli anziani, di mancata tutela dei livelli occupazionali e di mancata tutela della salute degli operatori. Da parte dell’Asl ha ribadito di essersi attivata per fare tutto quanto era possibile per garantire la tutela delle situazioni di propria competenza: sugli alberghi Covid viene ripetuto che, delle quattro strutture che hanno presentato la loro manifestazione di interesse all'offerta pubblica, solo una ha poi presentato l'offerta economica. E’ stato inoltre precisato che non sono state fatte rivalutazioni dei pazienti già ospitati presso le strutture al momento della positivizzazione, a meno di un aggravamento complessivo della situazione di salute. Rispetto alla Rsa Covid, l’Asl ha precisato che sono state intraprese molte interlocuzioni con diverse strutture, ma non è stato possibile concludere l'attivazione con nessuna di loro, anche per l'oggettiva esigenza della presenza di determinate caratteristiche, adeguate ad ospitare pazienti non autosufficienti, che al momento possono essere risolte solo attraverso l'ospedalizzazione a Veruno o a “I Cedri” di Fara Novarese. Infine è rimarcata l'esigenza di garantire l'unitarietà territoriale dei servizi sociali e sanitari, che in questo momento particolarmente grave devono agire congiuntamente. La Provincia - concludono il presidiente e il vicepresidente – trasmetterà in queste ore la relazione dei verbali delle due riunioni alla Regione Piemonte".