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EUROPEAN GREEN CAPITAL: L'APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

Novara - Riceviamo e pubblichiamo da: arch. Mario Miglio - Vice Presidente Legambiente Sezione di Novara Circolo "Il Pioppo" Ovest Ticino e Novarese, arch. Donatella Depaoli - Presidente "Italia Nostra" Sezione di Novara, dott. Giorgio Albertinale - Medicina Democratica Sezione di Novara, Gianpaolo Andrissi - Presidente CARP Novara, dott. Marco Calgaro - Presidente ISDE Sezione di Novara,  prof. Roberto Leggero - Presidente Associazione La Torre Mattarella,  Dora Gribaldo - Presidente Comitato DNT (Difesa Nostro Territorio), Roberto De Rosa - Presidente Associazione Vivi Novara ODV, ing. Carlo Giovanni Ferro - Vice Presidente "I Fontanili di Pernate" e Luca Cecchetti - Rappresentante Fridays for Future Novara: "Le associazioni ambientaliste firmatarie del presente comunicato stampa intendono riportare alla opinione pubblica le loro osservazioni in merito alla notizia pubblicata sul quotidiano La Stampa il 22 giugno 2023. L’articolo, riporta come Novara sia finalista nel processo di selezione per la nomina a European Green Capital. A suffragare tale visione vi è anche un virgolettato del sindaco che riporta “Al di là del risultato finale, siamo molto soddisfatti di essere tra le dieci finaliste a livello europeo, cosa che ci incoraggia a continuare il nostro lavoro sui temi dell’ambiente e della sostenibilità impegnandoci in obiettivi ambiziosi per un ulteriore miglioramento”. Andando a visionare il sito web ufficiale Environment della Commissione Europea nascono dubbi sul fatto che si tratti effettivamente delle città finaliste. L’elenco pubblicato il giorno 26 maggio sembrerebbe essere quello delle città candidate2 a concorrere per tale premio, ovvero dell’accettazione della candidatura. La procedura, per altro, contempla una analisi tecnica da parte di un gruppo di esperti sul contenuto delle 7 schede tematiche presentate dalle città, con conclusione prevista entro fine giugno, a cui segue, da parte della Commissione, la scelta e l’annuncio della lista dei finalisti, nel mese di luglio. Le finaliste (nelle precedenti due edizioni, ristrette a una coppia) sono quindi chiamate a presentare la strategia di comunicazione e il piano d'azione mediante il quale intendono attuare la loro strategia e coinvolgere cittadini e portatori d’interesse nella realizzazione delle loro ambizioni verdi. Il percorso risulta essere tale anche visionando il comunicato stampa della CE – Rappresentanza in Italia relativo alla scorsa edizione: la Commissione annuncia nel mese di luglio le due finaliste del premio, Cagliari e Valencia (Spagna) alle quali è appunto chiesto di produrre la citata documentazione per poi decretare il vincitore del premio. Anche nel 2023 le finaliste erano due (Tallin vincitrice su Cagliari), a fronte di 16 città in competizione. Le dichiarazioni su Novara finalista, per altro, si discostano da quelle delle altre due candidate italiane che non usano tale termine. Se scorriamo il comunicato stampa del comune di Brescia del 7 giugno leggiamo infatti: “La città di Brescia presenterà la propria candidatura alla prossima edizione di European Green Capital Award 2025 (EGCA)”. O ancora, leggendo quello della città di Cagliari del 1 giugno: “Cagliari è tra le dieci città candidate per l’edizione 2025 del prestigioso premio European Green Capital Award, iniziativa proposta dalla Commissione Europea”, formulazione per altro che si ritrova nella nota di ANSA Sardegna. Le associazioni ambientaliste novaresi non sono state coinvolte (così come invece auspicava il bando della Commissione UE) attraverso l’organismo preposto, vale a dire la Consulta per l’Ambiente da tempo giacente non convocata. Avrebbero sicuramente aiutato la giunta con una valida traduzione dalla lingua di Albione (avete mai visto lost in translation?) evitando di far assomigliare Novara a quei corridori dilettanti che si sentono già consumati maratoneti appena comprato il primo paio di scarpe da ginnastica". 

"Avrebbero poi fornito il loro supporto - prosegue la nota - per la rappresentazione delle condizioni ambientali della città e per una più articolata e innovativa strategia di sostenibilità urbana, pienamente coerente con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e i target della UE. Sebbene il nostro contributo non sia stato richiesto in fase di predisposizione della candidatura, ci permettiamo di fornire alla amministrazione comunale alcuni spunti di riflessione nel caso in cui, qualora selezionata davvero come finalista, dovrà predisporre un convincente piano di azione e piano di coinvolgimento di cittadini e portatori di interessi (si suppone da intendere tutti), tra i quali le associazioni ambientaliste rientrano a pieno titolo, tanto più se riconosciute dal Ministero dell’Ambiente. La nostra Amministrazione dovrebbe coraggiosamente rifiutare e fermare la pressante e invadente richiesta insediativa di pochi o pochissimi operatori per una logistica sempre su gomma, con grande consumo di suolo (preziosa risorsa primaria del nostro Paese, comunque indispensabile, con l’aria e l’acqua, alla vita dell’uomo), grande impatto ambientale e rilevanti danni economici e sociali, direttamente correlati e a tutti noti. Dimostrare, quindi, la volontà di conseguire in anticipo l’obiettivo europeo di azzeramento del consumo di suolo. Dovrebbe assumere i temi della formazione, dell’innovazione, del lavoro, della cultura e dell’ambiente come temi centrali nelle politiche di governo del territorio e di sviluppo della nostra comunità. Nell’Ambito di Integrazione Territoriale di Novara e d’intesa con le comunità del quadrante nord est del Piemonte, dovrebbe sostenere e sviluppare le attività della ricerca ed attuare una efficace politica di sviluppo industriale capace di garantire alle attuali e future generazioni livelli occupazionali stabili, duraturi e qualificati; di fermare la “fuga di cervelli”; di sconfiggere definitivamente disoccupazione, povertà e fame; di garantire parità di genere ed integrazione sociale. Dovrebbe realizzare e valorizzare l’ambiente agricolo con la costituzione, d’intesa con i comuni limitrofi, di un grande parco agricolo esteso a tutte le aree più produttive e ricche di biodiversità, di classe I, II e III. Dovrebbero adoperarsi per recepire il Piano Paesaggistico Regionale che consente di tutelare e valorizzare ampie porzioni del nostro territorio. Dovrebbe completare il progetto periferie e il piano dei servizi che dovrebbe avere come riferimento la “città dei 15 minuti” e che assicurerebbe a tutti i quartieri una buona autonomia funzionale ed una propria identità, con un modello insediativo culturalmente più avanzato: con il recupero della pedonalità, la realizzazione di spazi collettivi ed associativi, la tutela e lo sviluppo di attrezzature commerciali ed artigianali integrate, la qualificata presenza di aree verdi attrezzate. Dovrebbe finalmente risolvere il nodo ferroviario della città, con l’interramento della linea storica Mi-To, la eliminazione di tutti i cavalca ferrovia e del sottopasso di Corso Risorgimento; attuare il MOVICENTRO, per la logistica delle persone e le relazioni della città con il territorio; chiarito, a favore delle merci, il ruolo dell’AV-AC; ecc. Dovrebbe attuare il progetto di forestazione urbana, realizzare la green belt, garantendo più verde, realizzando più parchi dentro la nostra città, piantando più alberi a partire dalle zone a più alta densità abitativa e nelle aree “sensibili” (le scuole ed i centri culturali, i centri di ricerca, i servizi sociosanitari, ecc.). Dovrebbe adoperarsi a stendere il nuovo PRG, che garantirebbe gli standard di legge di 12,5 mq per abitante di aree a parco, per il gioco e lo sport e di 15 mq per abitante per parchi pubblici urbani e comprensoriali, con un incremento, rispetto al punto di partenza, ahimè insufficiente di oggi". 

"Potrebbe poi abbandonare le energie fossili - conclude il documento - incentivare gli investimenti green manifestando un concreto impegno nella lotta ai cambiamenti climatici e alle emissioni di gas serra ma anche all’adattamento al cambiamento climatico, magari passando dal superato PAES al PAESC, in linea con la nuova strategia del Patto dei Sindaci e soprattutto con il nuovo e più ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti. Potrebbero così raggiungere tutti gli obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030. Iniziare è semplice, basta partire da una reale condivisione con i cittadini e ascoltare le loro proposte".