Novara - Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, a evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge principalmente alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell'equilibrio. Una malattia cronica, dal forte impatto sulla qualità della vita della persona che ne è affetta, che sperimenta la perdita progressiva dell’autonomia, fino alla totale disabilità e, nel 40% dei casi, la maturazione di disturbi depressivi. Altrettanto forte è l’impatto sui caregivers, per la gravosità di un impegno di assistenza continuativa che prosciuga le energie e riduce gli spazi di vita, conducendo anche a forme di disagio psicologico. Per questo, l’Associazione Parkinson Insubria – Novara – ODV rappresenta un sostegno fondamentale per i malati e per le loro famiglie, cui offre servizi mirati a migliorare la qualità della vita, come laboratori di ginnastica adattata, con programmi di lavoro strutturati sulle peculiarità della persona malata di Parkinson; fisioterapia a domicilio, in favore di quanti abbiano difficoltà a deambulare e supporto psicologico a beneficio dei malati e dei loro caregivers.
Grazie al contributo di 19.500 euro stanziato dal Fondo Persone Fragili, costituito in Fondazione Comunità Novarese, durante il periodo compreso da settembre 2024 fino a giugno 2025, l’Associazione sarà in grado di ampliare il ventaglio di questi servizi, aggiungendo percorsi di idrokinesiterapia ossia laboratori di riabilitazione in acqua, in grado di favorire movimenti più dolci e ovattati e di massimizzare la capacità di controllo dei tremori e degli altri effetti della malattia e gruppi di incontro di matrice Rogersiana, gestiti da uno psicologo-psicoterapeuta “facilitatore”, che si propongono di contenere il rischio di isolamento sociale e di facilitare il superamento del disagio psicologico che può accompagnare il vissuto del malato e del caregiver.
“Il contributo della Fondazione Comunità Novarese - commenta il presidente di Ass. Parkinson Insubria ODV, Ing. Tommaso Vitarelli - è fondamentale per far sì che i nostri soci possano usufruire di servizi fondamentali. L’obiettivo della proposta presentata a FCN ma, in generale, di tutte le attività del Consiglio è quello di riuscire a colmare quel gap temporale che, oggi, esiste tra il momento della necessità e quello in cui i servizi offerti dalla sanità pubblica possono essere realmente erogati. Basti pensare che il tempo di attesa, oggi, che un malato di Parkinson deve aspettarsi per poter usufruire delle dieci sedute all’anno di riabilitazione e fisioterapia che gli spettano, è di circa 14 mesi. Per una persona malata, un periodo di tempo così lungo di inattività è impossibile da sopportare poiché rischia di compromettere in modo serio la situazione. Il nostro obiettivo è, quindi, quello di affiancare un nostro piano terapeutico di attività da svolgere nell’anno che aiutino a non disperdere i risultati che, ciascun malato, acquisisce con fatica”.
“Sono malata di Parkinson da quindici anni – aggiunge Katia Bessi, Tesoriera dell’Associazione Parkinson – e, fin da subito, la malattia si è manifestata in modo accelerato. Nel 2014, a seguito di un intervento, sono riuscita a tornare a camminare ma l’ipotesi di stare ferma e di non poter seguire le attività che sono rese possibili dal sostegno della Fondazione, comporterebbe problemi pesanti per me così come per tutte le persone che necessitano di attività specifiche e seguite da professionisti”.