Novara - Ammontano ad oltre 28.000 euro le retribuzioni percepite in 3 anni da un infermiere grazie al cd. “doppio lavoro”.
L’uomo, A.G., 37enne originario di Napoli e residente a Novara, evidentemente non pago della retribuzione percepita con l’impiego presso l’Ospedale Maggiore della Carità, ha espletato anche prestazioni libero-professionali presso uno Studio infermieristico privato ubicato nella provincia di Milano, senza aver mai chiesto, però, alcuna autorizzazione all’Azienda Ospedaliera novarese.
E’ quanto hanno accertato i Finanzieri della Sezione Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Tributaria di Novara, che hanno esperito indagini in stretta sinergia con il Nucleo Speciale Pubblica Amministrazione della Guardia di Finanza, con sede in Roma (individuato quale Reparto del Corpo di primo riferimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica per i controlli della specie), al fine di consentire all’Amministrazione di appartenenza del dipendente infedele il recupero delle somme corrisposte.
La legge, peraltro, prevede che vengano recuperate non soltanto le somme ingiustamente percepite dai lavoratori, ma anche gli introiti delle sanzioni comminate ai soggetti committenti, per lo più privati, che si avvalgono irregolarmente delle prestazioni dei pubblici dipendenti.
L’infermiere - che si è giustificato affermando di non essere a conoscenza degli obblighi di comunicazione previsti dalla legge - dovrà ora corrispondere all’Ospedale Maggiore i 28.417 euro percepiti con il “doppio lavoro”, mentre lo Studio Infermieristico privato è stato sanzionato, in via amministrativa, con importi che, ove non corrisposti in forma ridotta entro 60 giorni, supereranno i 113.000 euro.
“Secondo la vigente normativa - commenta il Comandante Provinciale delle Fiamme Gialle, Col. t. SFP Angelo Russo - idipendenti pubblici non possono svolgere incarichi retribuiti che non siano stati conferiti o previamente autorizzati dall'amministrazione di appartenenza. L'autorizzazione per l'esercizio di attività extra vengono rilasciate dai rispettivi organi competenti secondo criteri oggettivi e predeterminati, che tengano conto della specifica professionalità, tali da escludere casi di incompatibilità, sia di diritto che di fatto, nell'interesse del buon andamento della pubblica amministrazione. La priorità operativa della Guardia di Finanza - conclude l’alto Ufficiale - è infatti la tutela del bilancio nazionale, che è assicurata anche da una decisa azione contro ogni tipo di spreco ed ogni forma di frode nella gestione della spesa pubblica. Non solo contrasto all'evasione fiscale dunque, ma anche recupero delle risorse distolte fraudolentemente dalle finalità pubbliche cui sono destinate”.