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Guardia di Finanza: controlli sulle prestazioni sociali agevolate

Novara - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Novara ha effettuato controlli in materia di contrasto agli illeciti commessi in danno della spesa pubblica nazionale. In particolare, i militari hanno esaminato le posizioni di nr.19 beneficiari di assegni sociali erogati dall’I.N.P.S., rilevando come nr.8 sono risultate irregolari, per importi indebitamente elargiti pari ad euro 44.438,00. Le sanzioni comminate per tali violazioni sono state pari a 51.000 euro ed una persona è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. In sintesi tale sussidio, di circa 450 euro mensili, viene erogato a favore dei cittadini, anche extracomunitari, che si trovano in condizioni economiche disagiate (cioè che non percepiscono redditi superiori a una determinata soglia fissata, per l’anno 2015, in 5.830,76 euro).

Incrociando i dati disponibili presso vari Enti Pubblici, i finanzieri della Sezione Tutela Spesa Pubblica hanno accertato che diversi beneficiari, tutti cittadini extracomunitari, percepivano indebitamente l’assegno sociale in quanto trascorrevano lunghi periodi nei loro paesi di origine senza averne dato comunicazione all’Ente previdenziale che, in tal caso, avrebbe sospeso l’erogazione. Infatti, uno dei requisiti per beneficare del sussidio è che la permanenza all’estero del titolare, qualora si tratti di persone in possesso del permesso di soggiorno, non può essere di durata superiore a 30 giorni (periodo oltre il quale è appunto prevista la sospensione dell’assegno). Nel corso dei controlli è stata anche esaminata la posizione di una cittadina extracomunitaria titolare sia dell’indennità d’invalidità civile che di quella di accompagnamento, beneficiaria di un importo mensile di quasi 800 euro corrisposto dal locale Ufficio I.N.P.S. Tuttavia, è stato accertato che la donna trascorreva gran parte dell’anno nel Paese d’origine, superando il limite di allontanamento dal territorio nazionale previsto dall’ordinamento che, nel caso specifico, non poteva superare 180 giorni l’anno (a fronte di 521 giorni trascorsi all’estero dal 2013). Per la violazione commessa la signora, che dovrà restituire alle casse dell’I.N.P.S. oltre 26.000 euro, è stata anche denunciata alla Procura della Repubblica di Verbania per la violazione di cui all’art.316-ter del codice penale.