Novara - Si chiamano “Emblematici Provinciali”, perché sono iniziative di particolare rilevanza per il territorio. Anche nel 2023, Fondazione Cariplo, in collaborazione con Fondazione Comunità Novarese, ha lanciato sul territorio il Bando “Emblematici Provinciali” di cui, oggi, siamo a svelare i progetti ritenuti meritevoli di contributo. Dei 622.000 euro destinati alla provincia di Novara, ne sono stati assegnati, a tre progetti, un totale di 351.750 euro.
Gli Emblematici Provinciali sono quelle iniziative considerate in grado di produrre un impatto significativo sulla qualità della vita della comunità e sulla promozione dello sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio di riferimento. Possono essere ammessi a contributo solo interventi in linea con il Documento Programmatico di Fondazione Cariplo e attinenti agli indirizzi delle sue Aree filantropiche e strategiche: Arte e Cultura, Servizi alla Persona, Ambiente e Ricerca Scientifica e Tecnologica.
In sintesi, il bando sostiene interventi che siano in grado di promuovere:
· lo sviluppo di comunità coese, solidali e sostenibili;
· il benessere sociale ed economico dei cittadini;
· la qualità ambientale del territorio;
· la realizzazione, la crescita e l’inclusione attiva dei giovani nella comunità.
“C’è una profonda coerenza – dice l’Ing Giovanni Azzone, Presidente di Fondazione Cariplo – tra gli obiettivi con cui, ogni anno, vengono messe a disposizione risorse per sostenere progetti emblematici sul territorio e le iniziative selezionate grazie alla collaborazione con Fondazione Comunità Novarese. Al centro dei progetti ci sono persone e famiglie che hanno bisogno e attorno alle quali la comunità locale si stringe per portare conforto e aiuto concreto. Di fronte ai problemi ci sono due strade: chiudere gli occhi, rassegnarsi e lasciare al proprio destino chi è in difficoltà oppure costruire, insieme, delle risposte dimostrando che la comunità è viva e non ignora chi è in difficoltà. Siamo consapevoli di non essere in grado di risolvere tutti i problemi ma segnali di attenzione verso i più fragili, come questi progetti, indicano una strada. Anche per questo si chiamano Emblematici”.
“I tre progetti premiati dal Bando Emblematici Provinciali 2023 – commenta il Prof. Davide Maggi, Presidente di Fondazione Comunità Novarese e membro del Consiglio di Amministrazione di Fondazione Cariplo – nascono per intervenire, con azioni puntuali e mirate, nell’ambito delle fragilità giovanili, dell’età avanzata e delle diverse abilità attraverso programmi che si propongono di generare impatti positivi nelle persone che abitano la nostra comunità. Cooperativa Elios intende attivare nuove comunità educanti che aiutino le adolescenti e gli adolescenti ad affrontare un momento di vita complesso; fondazione Apri le Braccia propone una metodologia innovativa per le persone con disabilità grave; Comunità di S. Egidio si concentra sul tema della solitudine delle persone anziane, in special modo in termini di assistenza domiciliare integrata. Le azioni che sottendono alle idee presentate e ritenute meritevoli potranno portare benefici nella qualità di vita delle persone coinvolte; grazie a questi progetti, infatti, potranno ricevere un sostegno dedicato a loro e progettato per essere innovativo e, soprattutto, duraturo”.
Tre, quindi, i progetti che sono stati ritenuti meritevoli di ricevere il contributo:
Ente: COOPERATIVA ELIOS - Novara - Progetto Un arcobaleno di salute - Contributo: 140.000 euro
La Cooperativa Sociale Elios, nata a Novara nel 1994, è attiva in ambito socio-assistenziale e sanitario per la prevenzione, rieducazione e risocializzazione di soggetti emarginati e a rischio (disabili, minori e pazienti psichiatrici, anziani) e per la gestione di servizi residenziali e semi-residenziali e in ambito sociale, per la promozione e gestione di servizi culturali, ricerche sociali, ambientali, economiche, l'organizzazione di conferenze e seminari di studio per la formazione di operatori sociali. In particolare, in tema di politiche sociali a favore di minori e famiglie, Elios collabora con i soggetti gestori dei servizi sociali, come Comune di Novara e Consorzi di Gestione dei Servizi Socio Assistenziali (CISAS di Castelletto Sopra Ticino, CISA Ovest Ticino di Romentino, CISS Borgomanero, CASA Gattinara e CISAS di Santhià).
Nel solco di queste esperienze, il progetto proposto intende favorire un potenziamento delle comunità educanti dell'area nord della provincia di Novara (Borgomanero e altri 28 Comuni: Agrate Conturbia, Arona, Barengo, Boca, Bogogno, Bolzano Novarese, Briga Novarese, Cavaglietto, Cavaglio D’Agogna, Cavallirio, Cressa, Cureggio, Dormelletto, Fontaneto D’Agogna, Gargallo, Gattico-Veruno, Ghemme, Gozzano, Invorio, Maggiora, Mezzomerico, Momo, Oleggio, Pogno, Sizzano, Soriso, Suno, Vaprio d’Agogna), garantendo il diritto al benessere psico-fisico della popolazione adolescente (10 - 17 anni) che vi risiede (7.538 unità, 1.147 delle quali in carico al Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Sanitaria Locale ASL NO). Si tratta di un'iniziativa che origina dalla constatazione di alcune criticità: a) la rilevazione, soprattutto post pandemia, dell'aumento dei casi di malessere psicologico tra i minori e di accesso ai servizi per la salute mentale (+25% secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità), con liste di attesa per le prime visite che giungono, oggi, a toccare i 12 mesi; b) la scarsità di risorse disponibili, che non consentono una presa in carico adeguata delle situazioni diagnosticate e non permettono risposte efficaci; c) la necessità, sempre più frequente, di ricorrere a Comunità Terapeutiche, anche quando potrebbe essere sufficiente una presa in carico semi-residenziale o territoriale potenziata; d) una rete di attori non sempre dotata di competenze e incapace di interagire con altre risorse locali.
Di qui, una proposta progettuale che intende conseguire tre obiettivi:
a) l'apertura di un nuovo del nuovo Centro Diurno “Arcobaleno” per 20 minori segnalati dal Servizio di Neuropsichiatria Infantile, che possa rispondere a situazioni complesse;
b) la realizzazione di azioni che contribuiscano a consolidare le comunità educanti attive sul territorio, consentendo loro di intercettare preventivamente il disagio;
c) l'attivazione di percorsi di informazione, approfondimento e confronto per le famiglie e un servizio di help desk, per consulenze psicologiche e pedagogiche.
Ente: FONDAZIONE APRI LE BRACCIA - Galliate - Progetto: SNOEZELEN - La Stanza delle emozioni - Contributo: 95.000 euro
Fondazione Apri le Braccia gestisce un centro diurno e residenziale che, ad oggi, ospita 35 persone con disabilità psico-fisiche di età compresa tra i 16 e i 62 anni, operando attraverso un accreditamento presso Asl e Comuni.
Il progetto Snoezelen è una novità per il territorio novarese e si rivolge principalmente alle persone con disabilità molto grave, che non sono in grado di compiere movimenti finalizzati, comunicare, muoversi, nutrirsi autonomamente.
La Stanza SNOEZELEN è un ambiente artificiale, progettato per la stimolazione multisensoriale, allestita con arredi che spingono le persone all’esplorazione e all’interazione. Ogni elemento ha la funzione di stimolare uno dei cinque sensi, affinché gli utenti prendano coscienza della realtà che li circonda, senza sentirsi minacciati.
L’ambiente Snoezelen verrà realizzato all’interno di una stanza di circa 35 mq al piano terra della sede di Fondazione Apri le Braccia con un approccio che si rivolge a diverse tipologie di utenti: persone con disabilità fisica e cognitiva, disturbi del comportamento, disturbi da stress post-traumatico, persone colpite da ictus o trauma cranico. Snoezelen utilizza stimoli luminosi, uditivi, olfattivi e tattili con l’obiettivo di indurre benessere, riducendo fenomeni di ansia o paura che possono condurre a stato di agitazione e aggressività.
La stanza sarà allestita con:
· fibre ottiche, luci colorate diffuse o tubi a bolle, utili per stimolare il movimento oculare e la percezione del colore;
· musica, strumenti, video, radio e lettori cd per attirare l’attenzione attraverso l’udito;
· palline, spugne e pannelli in varie texture per favorire la confidenza con superfici, dimensioni e forme;
· aromi, essenze, frutta e fiori freschi per creare un’atmosfera rilassante e armoniosa, che agisca sull’olfatto.
La stanza avrà due certificazioni:
1) certificazione MSE (Multisensory Environments) per l’idoneità dell’ambiente ai bisogni dell’utenza e agli obiettivi;
2) certificazione CAM (Criteri Ambientali Minimi) sulla tipologia di materiali utilizzati.
Oltre alla formazione obbligatoria di almeno due operatori, il progetto include la formazione di venti professionisti scelti tra i collaboratori della Fondazione e degli enti con cui la stessa collabora.
Per accedere alla stanza, sarà necessaria la valutazione dell’equipe sul singolo utente e la predisposizione di un piano sulle caratteristiche del fruitore. Il piano terapeutico prevede 2 - 4 sedute settimanali della durata dai 25 ai 60 minuti.
La Fondazione ha stimato l'accesso iniziale di 70 utenti circa che potranno usufruire degli spazi in maniera gratuita. Da gennaio 2026 il servizio verrà aperto in regime privato a tutto il territorio (il servizio continuerà ad essere gratuito per gli utenti di Fondazione, ASL No e CISA Ovest Ticino).
Ente: COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO onlus - Novara - Progetto: Mai più soli - Contributo: 116.750 euro
Secondo le stime ISTAT del 2019, circa il 90% della popolazione anziana “non autosufficiente” vive in casa propria e, nell'84,4% dei casi, si affida alla famiglia per ricevere l'assistenza necessaria. Si tratta di una scelta di tipo culturale, a sostenere la quale intervengono anche considerazioni di tipo finanziario ma che dipende anche da carenze dei servizi di supporto pubblico: l’Assistenza Domiciliare Integrata copre in Italia, in media, il 6% degli ultra 65enni, ma, in Piemonte, questa frazione si abbassa al 3,6%, collocando la regione al 15° posto fra le 21 regioni italiane, e al 17° posto per numero di ore dedicate a ciascun caso (9 ore a fronte di una media nazionale di 16).
Un simile sistema di assistenza domiciliare palesa tutte le proprie fragilità quando i problemi che lo caratterizzano si incrociano con quelli collegati al processo di dimissioni protette dalle strutture sanitarie/assistenziali presso cui gli anziani possono venire ricoverati. Tale processo risente di una cronica mancanza di risorse e della frequente assenza di programmazione; cose che comportano, spesso, la mancata attivazione di servizi sociosanitari che agevolino un ritorno in sicurezza presso il domicilio e, a seconda dei casi, determinano un prolungamento inappropriato del ricovero o un ricovero non necessario presso strutture di Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria e Residenze Sanitarie Assistenziali.
Dai dati raccolti dal programma “Viva gli anziani”, che a Novara monitora circa 1400 anziani ultraottantenni, emerge come, tra il 2019 e il 2021, il ricorso al ricovero in RSA avesse una frequenza doppia rispetto alla scelta della dimissione a domicilio con l’attivazione di ADI.
Nel 2022, però, a fronte di un aumento del 30% dei pazienti che hanno necessitato di dimissioni protette, si è assistito a una ulteriore riduzione del ricorso alla domiciliarità, che è risultato più che dimezzato (dal 27% al 12%), e a un aumento del 16% (dal 72% all’88%) di quello a CAVS o a case di cura convenzionate. Altrettanto indicativo, poi, è il dato che rileva come il 75% dei ricoveri in RSA abbia riguardato persone che vivevano sole e che, in un terzo dei casi, presentavano buone condizioni generali di salute.
Se ne può perciò dedurre come, in un numero significativo di casi, a spingere a preferire un ricovero in struttura rispetto all'attivazione di una dimissione a domicilio intervengano considerazioni più di tipo sociale che sanitario.
L'iniziativa proposta intende invertire le tendenze rilevate, offrendo un sostegno a quanti preferirebbero privilegiare una risposta domiciliare ai bisogni assistenziali.
Ci si propone, infine, di istituire una equipe di "emergenza", che si appoggi a uno sportello di rapido accesso e che, su delega dell'anziano, supporti il caregiver fragile o, in sua assenza, ne surroghi il ruolo, per accompagnare il percorso di dimissione domiciliare, favorire l’attuazione del piano di dimissione, attivare le risorse territoriali o integrarle con proprie risorse temporanee, che colmino i vuoti organizzativi delle strutture deputate.
Si tratta di una soluzione sperimentale che, nei due anni di durata del progetto, testerà questo nuovo servizio di supporto e accompagnamento su un primo gruppo di 100 anziani ultrasettantacinquenni con grado di fragilità moderato-lieve che vivono nei quartieri in cui è attivo il servizio "Viva gli anziani" (Sant'Agabio, Sant'Andrea, Villaggio Dalmazia, San Rocco), rispetto ai quali si dispone già di una significativa banca dati e a favore dei quali sono già attivi servizi di ascolto e monitoraggio della rete sociale che ne consentono una presa in carico precoce, già durante il ricovero, o entro 48 ore dalla segnalazione. In prospettiva, non si esclude la possibilità di ampliare il servizio anche agli altri quartieri della città.