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Novara - Si spegne la luce, finalmente ci si può rilassare un po', la notte è fatta anche per dormire; dopo notti insonni con le sirene delle ambulanze che squarciavano in ogni momento il nostro pensiero, la nostra fantasia e soprattutto aumentavano la paura per un male che incolpevolmente ci ha colpiti, che incolpevolmente, come il peggior criminale, ci ha aggrediti pretendendo da noi tutto: la vita, il coraggio e soprattutto ci ha fatto riscoprire, in diverse occasioni, più nemici che amici. In un periodo dove serve tutto tranne l'odio, ricorderemo tutto questo perché capace di tirar fuori da ognuno di noi sia il bene che, purtroppo, anche il male.
Novara non è mai stata la peggiore delle città anche se, ultimamente, ci stava provando a raggiungere questo obiettivo; non so se questo momento varrà per ricostruire una città migliore, per darci la direzione giusta, per farci capire che in ogni caso tutto quello che eravamo non reggeva più. Davamo importanza alla totale inutilità delle cose; vedere una, due, dieci, cinquanta persone con la vita attaccata a un tubo fa paura; fa paura perché, questa volta, tutti quanti abbiamo perso un parente, un amico, un conoscente, non fa stare meglio sentirsi dire che era "solo" un anziano, oppure sentirsi dire che aveva altre malattie anche perché, senza questo maledetto virus, tante persone sarebbero ancora qui. Mio padre è morto un anno fa, forse è una fortuna, aveva altre patologie; sono certo che questa malattia l'avrebbe portato via e sarebbe stato pesante sentirmi dire da un eroe che "è morto perché era vecchio e malato". Tante cose devono cambiare e tante sicuramente cambieranno, in meglio si spera. In queste notti di luna piena, la più grande dell'anno (dicono), la curva dei contagi sta calando di molto, così la chiamano esperti e giornalisti: sarà lo stare a casa, saranno le distanze, sarà il fatto di aver chiuso quasi tutto ma sembra funzionare. Lavorando in ospedale (non sono un eroe, sono solo un addetto delle cucine) ho visto l'incredibile: ribaltare completamente reparti, lavori straordinari che avrebbero richiesto mesi di burocrazia ammazza Italia, assunzioni straordinarie e urgenti, una serietà e una partecipazione senza limiti da parte di tutti i dipendenti. Al contrario tanti governatori si sporcano la bocca decantando l'eccellenza dei loro distretti sanitari; sono gli stessi che ti obbligano ad aspettare 10 mesi per una visita medica per poi avere il coraggio di chiedere contributi agli stessi che pagano la sanità da una vita.
È passato più di un mese dall'inizio della peggior crisi italiana del dopoguerra, ne usciremo con le ossa rotte e non dimenticheremo facilmente; l'unica cosa che ci aiuterà sarà il non ripetere gli stessi errori, anche se nutro parecchi dubbi in tal senso, siamo italiani, noi sbagliamo perché siamo umani, forse troppo.
Adesso spengo la luce, forse riuscirò a dormire...
Maurizio Ciniello