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Novara - Fisascat Cisl Piemonte Orientale, scesa in campo contro il controverso appalto per lavori di pulizia e sanificazione nelle aziende sanitarie del Piemonte Orientale, dopo aver indetto uno sciopero degli addetti alle pulizie e sanificazione ospedaliere di Biella, Novara, Verbania e Vercelli, con presidio sotto la sede della Giunta regionale a Torino il 26 aprile u.s., e aver depositato in data 30 aprile u.s. un esposto presso la Procura della Repubblica di Torino, accoglie con soddisfazione la sentenza emessa venerdì 7 maggio dal Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso di quattro società partecipanti alle gare di appalto. "La scelta di presentare un esposto presso la Procura di Torino - affermano in una nota - che aveva già aperto un fascicolo sull’appalto in questione, affidando le indagini al PM Giovanni Caspani, era stata dettata dalla volontà di fare chiarezza sull’aggiudicazione della gara di appalto, suddivisa in 5 lotti, bandita dalla Società di Committenza Regionale (SCR) per tutto il territorio piemontese e della Valle d’Aosta, ad esclusione delle province di Alessandria e Asti. L’aggiudicazione delle gara era stata fortemente contestata dalle aziende escluse, le quali avevano presentato numerosi ricorsi al Tar, il quale però aveva deciso di non sospendere i risultati della gara rimandando un suo pronunciamento al mese di novembre. A questa decisione era stato opposto un ricorso al Consiglio di Stato che nella giornata di ieri si è pronunciato sospendendo la procedura di gara e rinviando il tutto al TAR con l’invito ad anticipare l’udienza di merito. “Per quanto ci riguarda, vogliamo massima trasparenza sul lotto 5 e la sentenza del Consiglio di Stato và proprio nella direzione della trasparenza da noi richiesta” – spiega il segretario generale di Fisascat Cisl Piemonte Orientale, Luca Trinchitella – che riguarda la pulizia e la sanificazione nelle aziende ospedaliere delle provincie di Biella – Novara – Verbania – Vercelli, aggiudicato alla società Markas Srl con un ribasso a base d’asta del 30,12 % e che coinvolge circa 650 lavoratori del Quadrante su un totale di circa 3000 a livello regionale. Avevamo chiesto un incontro urgente a SCR chiedendo di convocare Markas per avere delucidazioni e rassicurazioni – aggiunge Luca Trinchitella – ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Chiedevamo in particolare di fare chiarezza sugli elenchi riguardanti le figure professionali operanti nell’appalto della provincia del VCO (27 con contratto Cooperative Sociali, invece delle 93 che operano con il Contratto Multiservizi/Pulizia), che SCR aveva indicato nel bando di gara, ma mai nessuna risposta è arrivata. Quanto oggi si evidenzia nella sentenza del Consiglio di stato (in particolare al punto 2) dove si fa esplicito riferimento a possibili significative alterazioni del regolare svolgimento della procedura ad evidenza pubblica in esame, non lascia spazio a fraintendimenti. Poiché SCR è una società della Regione Piemonte, il 26 aprile u.s. – prosegue Trinchitella - abbiamo voluto manifestare sotto la sede del Consiglio Regionale, per invitare la Regione a verificare quanto avvenuto in sede di gara ed adoperarsi perche SCR preso atto degli errori commessi, revochi in autotutela l’aggiudicazione della gara inerente il lotto 5, perché riteniamo rientri nei suoi compiti, garantire tutele e diritti a tutti i lavoratori interessati, ma anche servizi adeguati e di qualità ai cittadini e agli operatori sanitari, specie in questa fase di pandemia”. Sanificare non vuol dire pulire; questo lo slogan utilizzato nel presidio che si era svolto sotto gli uffici del Consiglio Regionale, per evidenziare che risparmiare sulle pulizie ospedaliere, vuol dire risparmiare sulle attività di sanificazione, che rappresentano un terzo delle attività svolte negli appalti delle pulizie ospedaliere. Già nel lontano 2014, la FISASCAT aveva infatti lanciato l’allarme sul problema delle sanificazioni, dando risalto ad uno studio dell’università di Milano e Bergamo, che evidenziava come in Italia, a fronte della riduzione di spesa delle pulizie ospedaliere, corrispondeva un aumento delle infezioni contratte negli ospedali, che già prima della pandemia erano causa di oltre 7.000 morti all’anno".
Mattia Rago della Fisascat Cisl Piemonte Orientale così commenta: "La sentenza del consiglio di stato è molto chiara non lascia spazio ad altre interpretazioni sospendendo la procedura di gara e rinviando il tutto al TAR con l’invito ad anticipare l’udienza di merito".
Queste le parole di Domenico Rossi, consigliere regionale Pd: "Ora che anche il Consiglio di Stato è intervenuto mi aspetto una reazione repentina anche da parte della Regione. Il Presidente, insieme agli assessori alla Sanità e al Lavoro, può intervenire e valutare di rivedere completamente la gara. La questione riguarda la salute dei cittadini e i diritti dei lavoratori e non può essere delegata solo alla magistratura. La Giunta purtroppo tace e ancora non ha risposto a una mia interrogazione del 24 marzo scorso su questo tema. Atteggiamento che mi ha spinto a chiedere un’informativa urgente ai presidenti delle commissioni legalità, lavoro e sanità proprio nei giorni scorsi. Ma dopo la sentenza del Consiglio di Stato credo sia doveroso che la Giunta intervenga durante il Consiglio Regionale di martedì. Parliamo di una gara di livello regionale, dal valore di centinaia di milioni di euro, da cui dipendono anche la salute dei piemontesi e il lavoro di migliaia di persone. Le istituzioni regionali si sono già espresse su questi temi con un protocollo d’intesa sottoscritto dalla Giunta regionale con le organizzazioni sindacali nel maggio del 2016 e con una delibera del Consiglio regionale nell’ottobre 2017. E’ stato detto con chiarezza che le clausole sociali per la tutela dei lavoratori dovevano diventare un obiettivo per i direttori di enti strumentali e partecipate della Regione nel predisporre gli appalti. Queste linee di indirizzo vanno rispettate. Non è, infatti, accettabile che lavoratori e lavoratrici impegnati nei nostri appalti guadagnino salari al di sotto della soglia di povertà e di dignità. La pandemia ha reso ancora più necessario un cambio di rotta per queste gare che non possono essere orientate solo al contenimento dei costi, ma devono preservare salute e diritti".