Novara - «Non posso dire chi fosse Erika fino in fondo… Era un’adolescente come tante che ha imboccato alcuni percorsi da cui non è più stata capace di tirarsi fuori». È uno dei passaggi più delicati: gli omicidi di Novi Ligure compiuti da una ragazza di 16 anni insieme al fidanzato Omar. Don Domenico Ricca, cappellano del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, è stato il tutore di Erika. Una storia tra altre storie, che don Mecô racconterà venerdì 11 dicembre all’oratorio San Martino (via Agogna 8/a, Novara). Lo farà parlando di un libro di recente pubblicazione: ‘Il cortile dietro le sbarre: il mio oratorio al Ferrante Aporti’. Il volume è frutto d’una lunga intervista, realizzata dalla giornalista Marina Lomunno che, con don Mecô, sarà presentata al pubblico da Stefano Di Battista, ex direttore di Novara Oggi, chiamato a condurre la serata. I ragazzi che, in più di 35 anni, don Mecô ha conosciuto e seguito, sono centinaia. Si legge nel retro di copertina: «Non posso dimenticare Mauro, proveniva dal Novarese. Uno dei primi inserimenti lavorativi che abbiamo sperimentato in un’officina. Ancora anni dopo, ogni volta che veniva a Torino, non mancava di farmi visita al Ferrante, mi ha fatto conoscere la sua sposa e il suo bimbo…». Per don Mecô non ci sono criminali, ma vite da raddrizzare e volti da ricordare. La sua vicenda è quella d’un prete che, nel 1979, varcò la soglia «con tanto tremore» e «in testa la battuta di mia mamma: “Ma proprio in carcere dovevi andare, proprio lì?”». Un prete che, a contatto col dolore e la disperazione dei carcerati, ha capito che anche a loro resta sempre in mano una carta che li può riconciliare con la speranza.