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Indagine sul capolarato: PS e GdF sequestrano 4 milioni di euro

Altri reati contestati nelle ulteriori indagini durate un anno

Novara - Nel dicembre 2021 la Squadra Mobile aveva svolto un'importante indagine in materia di caporalato. Nell’ambito di una di queste verifiche il personale della Questura aveva riscontrato, in appartamenti siti nel quartiere Sant’Agabio, la presenza di cittadini pakistani in contesti di sovraffollamento. Provati dalla condizione in cui erano assoggettati, avevano fornito le prime ammissioni inerenti alla propria attività lavorativa (nel settore della distribuzione di volantini) ed il pagamento di un corrispettivo in denaro per l’affitto del proprio posto letto. Era stato così ricostruito un vasto fenomeno di gravi e reiterate condotte di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (cd caporalato), a seguito della quale erano scattate le manette nei confronti di 3 soggetti, due pakistani ed un italiano, quest’ultimo ritenuto la mente del sodalizio criminale. Tale attività, aveva permesso di accertare che gli indagati, in concorso tra loro e per tramite di tre società a loro riconducibili operanti nel settore del volantinaggio, avevano conseguito illeciti guadagni reclutando e sfruttando lavoratori di origine pakistana, costringendoli ad estenuanti turni di lavoro, a ricevere delle paghe molto al di sotto dei minimi previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di settore nonché a vivere in condizioni degradanti. Al fine di quantificare l’ammontare dei proventi illeciti conseguiti dal sodalizio criminale, di accertare ipotesi di riciclaggio in attività economiche e verificare la fittizia intestazione di beni a terzi da parte degli indagati, sono state poi effettuate ulteriori indagini, condotte da poliziotti e finanzieri in modo sinergico, permettendo di individuare l’esistenza di numerose imprese individuali, società di capitali e società cooperative a responsabilità limitata, tutte riconducibili a diversi soggetti di nazionalità pakistana, operanti nel settore della distribuzione di volantini e materiale pubblicitario, che hanno omesso i prescritti adempimenti fiscali e fatto ricorso all’emissione e utilizzo di fatture false, con il duplice fine sia di evadere le imposte, sia di dissimulare flussi finanziari che entravano nella disponibilità di diversi indagati ed in particolar modo di coloro che, a seguito delle indagini svolte, sono stati ritenuti responsabili dei gravi reati di sfruttamento della manodopera. I proventi del riciclaggio e della evasione fiscale sono stati oggetto di un sequestro preventivo pari a circa 4 milioni di euro, a seguito del quale sono state poste sotto sequestro denaro contante, beni mobili registrati e unità immobiliari riconducibili agli indagati.

Sul piano fiscale, grazie all’azione ispettiva della G.d.F., sono state contestualmente effettuate verifiche fiscali nei confronti delle società riconducibili agli indagati, che hanno consentito il recupero a tassazione di circa 3 milioni di euro sottratti all’Erario, a titolo imposte sui redditi ed iva.