Novara - Gli ultimi tempi sono stati davvero difficili da sopportare per via della quarantena: mesi e mesi chiusi in casa ci hanno appesantito l’anima e indebolito le difese immunitarie. L’accumulo di ansia e l’incertezza del futuro hanno messo a dura prova il nostro sistema nervoso. Pertanto oggi più che mai è necessario sfruttare appieno il periodo di vacanza estiva. Da una recente ricerca è emerso che tre lavoratori su quattro non sono in grado di sfruttare in toto il loro periodo di vacanza. L’impiegato medio e anche i vari imprenditori, i titolari, utilizzano solo la metà delle ferie che hanno a disposizione, ma c’è anche chi non le utilizza per rimanere in contatto con l’ufficio attraverso computer, tablet o cellulari. Addirittura, il 61% degli intervistati ha dichiarato di continuare a lavorare in vacanza. Le ragioni riguardano la paura di rimanere indietro con le cose da fare, di perdere la promozione sperata, o addirittura il lavoro, di non aver il controllo sull’andamento della propria azienda. In queste persone c’è una forte identificazione con il lavoro, un riconoscersi attraverso questo come se non ci fosse altro. Questo dovrebbe farci riflettere sugli investimenti delle nostre energie, forze e quali sono diventate le nostre priorità. Prima di essere, uomini o donne, siamo persone e prima di essere persone siamo energia e in quanto tale le nostre radici dovrebbero cogliere gli istanti di immenso e renderli concreto nel quotidiano.
Proprio per equilibrio ci vuole un tempo per lavorare, uno per gioire e uno per riposare. Quando l’anima riposa, la mente è quieta e dentro di noi c’è posto per l’invisibile che ci guida. Estate è anche il momento di riflessione per capire e guardare come si è seminato durante l’anno. Abbiamo svolto il nostro lavoro con passione? Siamo stati in ascolto di noi stessi ed empatici con chi ci sta vicino? Quale strategie abbiamo provato per risolvere conflitti e disarmonie? Abbiamo fatto riferimento al nostro lato creativo e infinito nel quotidiano?
Credo che solo facendoci un esame obiettivo di come è andato il periodo dell’anno, possiamo con gioia e più consapevolezza piantare nuovi semi per l’anno che ci aspetta. La maggior parte dei lavoratori, spesso, hanno paura che la vacanza possa costar cara, invece è vero proprio il contrario: il non prendersi una pausa peserà loro in termini di benessere psicofisico e performance sul lavoro. Negando al cervello una vacanza, automaticamente diminuirà la propria abilità di pensare creativamente e risolvere problemi complessi oltre a vivere una “sindrome” che oggi va di moda: lo stress da rientro. La nostra mente pensa più chiaramente quando ci si ferma e si prende un po’ di tempo per rilassarsi ed è proprio, in questi momenti, che arriva l’insight: d’improvviso balena in testa un’ idea creativa o una soluzione a un problema difficile. Questo succede perché le energie mentali non sono più focalizzate sugli errori di ieri né impegnate ad accumulare impegni per domani. I pensieri fantasiosi e geniali arrivano tipicamente quando si lascia la mente libera di immaginare e di vagare e ci si allontana momentaneamente dalla routine quotidiana. La pausa fa bene, quindi, al nostro cervello perché il lobo frontale (implicato nei processi di ragionamento, pianificazione, presa di decisione e giudizio) lavora in maniera più creativa quando il cervello non è sotto sforzo e non è aggrovigliato da molteplici pensieri. La mente, quando non è continuamente sollecitata da impegni, compiti e problemi, connette idee casualmente e le consolida a conoscenze precedenti formando nuovi pensieri che aiutano al raggiungimento di soluzioni ottimali ai propri obiettivi. Corpo e mente, inoltre, non sono equipaggiati per affrontare periodi di stress cronico, e necessitano di pause per ricaricarsi.
Quando si è sotto stress cronico, il corpo rilascia l’ormone cortisolo, e livelli di cortisolo troppo elevati possono danneggiare l’ippocampo, area del cervello deputata alle funzioni di apprendimento e di memoria, oltre che aumentare i livelli di insulina resistenza, aumentare il grasso addominale ecc. Ridurre lo stress è dunque la chiave per migliorare la performance cognitiva. Fare attività fisica, dormire meglio e di più, trascorrere tempo con i propri amici, viaggiare, fare vita sociale, vivere in modo spensierato, trascorrere più tempo con il/la proprio/a compagno/a, fare attività sessuale sono ottime strategie per ridurre lo stress. In ogni caso non è sufficiente solo una pausa estiva. Durante l’anno di lavoro è importantissimo, anche, alternare momenti di lavoro a momenti di riposo e di “disintossicazione”, compresa quella dalla tecnologia. Oggi giorno la tecnologia è entrata completamente a far parte delle nostre vite; siamo perennemente connessi giorno e notte e, qualche volta, anche con più di un dispositivo contemporaneamente. In secondo luogo, forzare la mente a passare velocemente da un compito all’altro sovraccarica il lobo frontale, riducendone la produttività e l’efficienza. Infine, troppo tempo online porta le persone a isolarsi a essere ansiose, aggressive e depresse. Bastano anche pochi minuti di pausa ogni ora per regalare al nostro cervello un po' di sollievo, non bisogna aspettare le ferie, scegliendo di spegnere il cellulare e impegnare meno tempo davanti ai nostri dispositivi computerizzati, bisogna trovare il tempo per fare movimento, concedersi delle coccole regalandosi dei piccoli momenti come una sauna, un massaggio o una seduta d’allenamento dove poter scaricare la tensione della giornata e rigenerare la propria mente così come il corpo. I benefici non li ottiene solo il singolo individuo, ma anche tutti coloro che ci girano intorno e questo è dimostrabile nel concreto, basta chiederlo a chi si è trovato a lavorare o lavora con persone sotto stress o iperstressate.
Dott.Ing Pietro Palmieri - ABC Learning Srl - 335 5931890