Novara - Per la prima volta nel Piemonte, presso il Dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara, diretto dal Prof. Giuseppe Patti, è stato eseguito un intervento di riparazione "edge-to-edge" della valvola tricuspide per via percutanea, ovvero non chirurgica, con impianto di un innovativo dispositivo. L’equipe medica costituita dai cardiologi emodinamisti prof. Giuseppe Patti e dott. Marco Mennuni, con il supporto ecocardiografico delle dott.sse Anna Degiovanni e Simona De Vecchi e grazie all’assistenza anestesiologica e del personale tecnico-infermieristico, ha trattato mediante questa tecnica innovativa una paziente con storia di multipli ricoveri per scompenso cardiaco, causati da una severa disfunzione di una valvola cardiaca, la valvola tricuspide.
«La presenza di tale disfunzione – sottolinea il prof. Patti - determina sintomi di insufficienza del cuore, caratterizzati da gonfiore alle gambe, distensione addominale ed affanno. Questa patologia è diffusa nella popolazione, con una prevalenza generale dello 0.8%, che aumenta ulteriormente nelle età più avanzate (1.5% nei soggetti con età superiore ai 70 anni). E’ in genere caratterizzata da un peggioramento progressivo, spesso in dipendenza di altre malattie cardiache concomitanti, associandosi ad una mortalità ad 1 anno del 30-40%».
L’intervento eseguito prevede la puntura di una vena centrale, solitamente la vena femorale destra a livello dell’inguine, attraverso la quale il dispositivo viene introdotto, condotto a livello del cuore ed impiantato in modo da “agganciare” i lembi della valvola tricuspide, riducendone il grado di disfunzione. Ne hanno principalmente indicazione i pazienti ad alto rischio per l’intervento cardiochirurgico tradizionale.
«Tra i vantaggi della metodica – aggiunge il prof. Patti - sono da sottolineare la ridotta invasività rispetto all’intervento chirurgico “a cuore aperto”, i minori tempi di ospedalizzazione, i ridotti costi di degenza e la rapida ripresa di una migliore qualità di vita.
«Questo intervento all’avanguardia – dichiara il direttore generale dell’Aou, il dott. Gianfranco Zulian - rappresenta un ulteriore traguardo raggiunto nel contesto di un programma di modernizzazione ed adeguamento dell’offerta terapeutica per le richieste del territorio secondo standard innovativi in ambito cardiologico».