Share |

L’Ecologistica a Pernate e la via Gluck

Presa di posizione di Legambiente sull'allargamento del Cim

Novara - Riceviamo e pubblichiamo dal circolo di Legambiente Il Pioppo: "Nel febbraio 2021 la Giunta comunale presentava, in Consulta Ambiente, la bozza del “Piano per la logistica sostenibile” con l’intenzione d’avviare un “percorso di confronto, ascolto e dialogo” con i principali attori locali; Legambiente – Circolo Il Pioppo si rendeva disponibile a fornire il proprio contributo ma, trascorso più di un anno, non si è concretizzato alcun tipo di coinvolgimento. La bozza conteneva una serie di principi di riferimento da assumere in sede realizzativa e si connotava più come un regolamento che non come piano, quest’ultimo invece quanto mai necessario per ridefinire una programmazione alla scala sovracomunale, sostituendo alle singole, sparse e sovradimensionate previsioni di nuovi insediamenti produttivi e logistici, ricadenti in aree agricole, una strategia volta al contenimento, alla rifunzionalizzazione delle aree dismesse e al recupero di suolo libero in modo da garantire, al minimo, un bilancio quantitativo delle trasformazioni pari a zero, e tale da dare concretezza agli obiettivi di sostenibilità e di riduzione del consumo di suolo. Legambiente fa presente che alle previsioni del PRG di Novara, riguardanti sia le zone attorno all’esistente Cim (circa 470.450 m2), dove viene contemplata la trasformazione da aree agricole a insediamenti produttivi o di logistica per circa 1.170.000 m2, sia le zone sui due lati di Corso Vercelli, sempre in sottrazione di aree agricole, destinate a nuovi analoghi insediamenti per circa 615.000 m2 in aggiunta ai già esistenti circa 609.000 m2, si sommano, solo considerando quelle lungo la SS11, le nuove aree per la logistica vicino ad Orfengo, per circa 500.000 m2 a confine dei 160.000 m2 attuali, e a Borgo Vercelli, per circa 422.000 m2 in aggiunta ai 175.350 m2 esistenti, in entrambi i casi con perdita prevalente di risaie. Per non parlare dell’hub logistico di FedEx a San Pietro Mosezzo, il più grande insediamento europeo dell’azienda, in fase di ultimazione e isolato in mezzo alle aree agricole, autorizzato e realizzato senza valutazioni ambientali e nel silenzio generale. Il progetto per il nuovo insediamento a ridosso dell’abitato di Pernate, illustrato alla stampa dal Sindaco di Novara e della società Develog con i propri professionisti, deve essere inquadrato in tale scenario. Tale progetto, viene presentato come di “ecologistica”, aggiungendo la precisazione che non si tratterebbe di consumo di suolo in quanto il vigente PRG già prevede tale destinazione d’uso ma l’opinione di Legambiente è opposta". 

Roberto Gazzola, presidente del Circolo Il Pioppo, osserva che “l’area sarà anche oggetto di previsioni di un datato PRG ma allo stato attuale è agricola e con campi coltivati e nei fatti la trasformazione determina, da una parte, la perdita della stessa, per una superficie associata all’ambito T3b di circa 564.000 m2, dall’altra un consumo reale di suolo per edificazione (i quattro scatoloni occuperebbero una superficie di 247.000 m2) e per infrastrutturazione con strade e parcheggi”.

Nel merito Legambiente fa presente che le norme del vigente Piano Territoriale Regionale riconoscono la valenza strategica della risorsa suolo, “in quanto bene non riproducibile, per il quale promuovere politiche di tutela e salvaguardia, volte al contenimento del suo consumo” e indicano che il consumo di suolo è causato “dall’espansione delle aree urbanizzate, dalla realizzazione di infrastrutture, dalla distribuzione sul territorio delle diverse funzioni o da altri usi che non generano necessariamente impermeabilizzazione (…, aree sportive-ricreative, .., ecc.) e che comportano la perdita dei caratteri naturali e producono come risultato una superficie artificializzata”. Inoltre, la finalità generale della legge urbanistica regionale, per altro intitolata “tutela e uso del suolo”, è di “limitare il consumo di suolo al fine di giungere all’obiettivo di un consumo zero” e tra gli obiettivi specifici vi è quello della “piena e razionale gestione delle risorse volta al mantenimento qualitativo e quantitativo del loro livello complessivo, con particolare riferimento alle aree agricole (..), evitando ogni ulteriore consumo del suolo”.

Le aree interessate in Pernate, oltretutto – rimarca Legambiente - appartengono alle classi di maggiore capacità di uso agricolo del suolo e sono riconosciute, dal Piano Paesaggistico Regionale (a cui i PRG sono tenuti ad adeguarsi e conformarsi), come Aree rurali di pianura e Aree di elevato interesse agronomico, ovvero “componenti rilevanti del paesaggio agrario e risorsa insostituibile per lo sviluppo sostenibile della Regione” per le quali il Piano, in particolare, persegue la salvaguardia attiva dello specifico valore agronomico, la protezione del suolo dall’impermeabilizzazione, il mantenimento dell’uso agrario delle terre, la salvaguardia della risorsa suolo attraverso il contenimento della crescita di insediamenti preesistenti e della creazione di nuovi nuclei insediativi, nonché della frammentazione fondiaria, la promozione delle buone pratiche agricole, la tutela e la valorizzazione degli elementi rurali tradizionali (siepi, filari, canalizzazioni).

Quanto alle previsioni del PRG per l’area di Pernate, l’associazione ambientalista sottolinea che queste s’inquadravano in ipotesi di sviluppo a favore del Cim (quando questo vedeva la partecipazione di soggetti pubblici) per l’intermodalità mentre il proponente attuale, Develog, è un soggetto privato che svolge un ruolo legato all’acquisto dei terreni, alla progettazione e realizzazione delle “scatole” colorate in tonalità di verde ma non è un operatore del settore. Sulla base di quanto si è potuto apprendere dai giornali e non avendo alcuna informazione precisa sui soggetti intenzionati ad insediarsi non pare vi sia connessione tra la nuova area logistica e la modalità di scambio gomma-ferro; la relazione con il Cim riguarderebbe solo la messa a disposizione di parcheggi, ristorazione e docce, necessità che potrebbe essere soddisfatta direttamente e con una ridotta occupazione di suolo, utilizzando aree disponibili attigue allo stesso Cim, restando a ovest rispetto alla tangenziale.

L’insediamento logistico di Pernate, partendo dal presupposto che è slegato dal Cim, si ritiene non essere coerente con le norme del PRG che per l’ambito T3 “centro di interscambio” prevedono una destinazione ad “attrezzature, infrastrutture e servizi per l’intermodalità tra il trasporto su gomma e il trasporto su ferro” e non semplicemente l’insediamento di attività produttive connesse e/o funzionali alla attività interportuale, come nel caso dell’ambito T2.

In conclusione, ribadisce il Presidente del Circolo, “si prende atto che Novara e il territorio circostante, trovandosi all’incrocio di direttrici viarie e ferroviarie, sono viste come strategiche negli scenari della logistica e costituiscono un attrattore, ma proprio per questo è necessario che le istanze siano ricondotte a una dimensione che faccia prevalere l’interesse pubblico e riaffermi la centralità della pianificazione e del governo dei processi, riorientando le scelte a favore della rigenerazione urbana, per una città più vivibile e sostenibile; la compatibilità ambientale non si deve misurare solo in termini percettivi (nascondendo con piantumazioni) ma in via prioritaria per l’uso fatto delle risorse non riproducibili (e il suolo è una di queste), per le variazioni in termini di servizi ecosistemici offerti (la produzione di alimenti è uno di questi) e per il carico ambientale generato, come ad esempio quello delle emissioni di CO2 e di polveri che non attengono solo al ciclo produttivo dei manufatti ma anche, in particolare per la dimensione locale e trattandosi di logistica, al traffico aggiuntivo generato”.