Novara - Il dottor Mauro Campanini, direttore del dipartimento medico dell’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità di Novara e attuale presidente nazionale di FADOI (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti), lunedì 18 maggio è stato ospite della nota trasmissione televisiva di RAI 3 su salute e benessere “Elisir”, condotta da Michele Mirabella. Alle ore 11 in collegamento da Milano il dottor Campanini è intervenuto per illustrare il concetto di “Slow Medicine” la cosiddetta “medicina lenta” che, recuperando la tradizione del passato, promuove un nuovo approccio al paziente ponendolo al centro del percorso clinico. La Slow medicine è una rete di professionisti che si riconoscono nei principi di una medicina sobria, rispettosa, giusta, tre aggettivi che sintetizzano un concetto di cura basato sulla sostenibilità, sull'equità, sull'attenzione alla persona e all'ambiente. E’ una medicina che promuove un approccio sistemico alla salute, che agisce con moderazione, equilibrio e senso del limite, che cura l’ascolto e la comunicazione con il paziente tenendo conto delle esigenze e dei valori della persona, nonché del contesto di riferimento, che promuove cure efficaci e appropriate evitando abusi e sprechi. Infatti l'idea che i sostenitori della slow medicine condividono è che cure appropriate e di buona qualità e un'adeguata comunicazione fra le persone riducano i costi dell'organizzazione sanitaria e gli sprechi, promuovano l'appropriatezza d'uso delle risorse disponibili, la sostenibilità e l'equità dei sistemi sanitari. Fare di più non vuol dire necessariamente fare meglio. Inoltre il 25 maggio il dottor Campanini sarà ad UNO Mattina sempre in RAI per promuovere la prima giornata italiana della Medicina Interna che si svolgerà in una piazza delle principali città italiane. La giornata è dedicata alla sindrome metabolica ed è stata denominata " un metro per la vita". Sarà presenta una postazione, con il supporto della CRI, ove i medici internisti misureranno ai cittadini la pressione arteriosa, la glicemia al dito e la circonferenza addominale, stabilendo quindi il loro rischio cardiovascolare.